mercoledì 3 dicembre 2008

Chianti amore mio!


Non posso non riportare su DiVINando questo bell'articolo di Silvano Formigli uscito oggi su WineSurf...da leggersi tutto....

"Non è un titolo novità in quanto è il titolo di un bellissimo libro scritto dal bravo Santini di Livorno su questa meravigliosa e storica terra.
Nessuno credo possa obiettare sul fatto che il Chianti è il primo vino italiano che ha conquistato il mondo e creato la conseguente immagine.

Questo lo ha portato però a fasi alterne di qualità e di decadenza come la storia conferma, ma guardando la realtà attuale cosa troviamo? Una serie di aziende che si sono consolidate sul mercato grazie al loro lavoro serio e qualitativo, con tante altre aziende che si “arrangiano”. Territori che, secondo il mercato, non hanno delle precise indicazioni.
Mettiamoci nei panni del cliente di qualità, quello che quando ha un po’ di soldi, beve bene, beve il mondo dei vini, conosce vini e leggi e fa le vacanze nelle zone di produzione.
Va in Borgogna e trova una zona dove il vino è il collante di tutta l’economia, compresa quella turistica; dove tutti amano e rispettano il vino (e l’ambiente) trova produttori che hanno storia, che gliela sanno raccontare, ma più che altro hanno difeso e valorizzato la differenziazione del territorio. Questo ha evitato così inutili confronti tra microaree e portato la richiesta prima sul territorio e poi sull’etichetta del produttore, in rapporto ai piaceri di abbinamento e di beva.
Da noi invece è l’opposto. Il consumatore chiede l’etichetta di un vino, di un produttore che gli da fiducia o che vuole conoscere, ma non sceglie il carattere del vino a seconda del piatto e/o del momento che lo deve abbinare.

Tutto questo deve partire dal credo di un territorio, delle sue diversità (che non vuole dire qualità più alta in un posto, ma qualità con caratteri diversi), di un vero messaggio legislativo, culturale, promozionale in questa direzione.
So di scrivere cose (che scrivevo già nel 1978) che non saranno tenute in minima considerazione, ma il mio amore per il Chianti e le mie conoscenze di lavoro in questo settore, mi portano a dire che solo seguendo questa strada il Chianti, in tutte le sue aree, potrà avere un futuro di grande considerazione. Tutto il Chianti e non solo alcune aziende del territorio, perché terreno indubbiamente ricco di fascino, di storia e di persone attive.

(...)

Nessuna zona può vantare un patrimonio così importante di storia, di ambiente, di tradizioni e cultura enologica, e quindi va ravvivata per eccellere, per adeguarsi ai tempi ed all’attuale competizione internazionale".

3 commenti:

Antonio ha detto...

Un visitatore educato a bere il vino (cioè la sua terra e la "fatica" e l'"arte" delle persone che lo fanno) diventa un cliente, poi un affezionato, poi un veicolo di notorietà..purtroppo questo molte aziende anche del Chianti non lo capiscono. E una visita ricevuta alla propria cantina solletica solo la brama di vendita immediata, veloce e senza anima...si guadagnano 4-5 euro su un assaggio e ci si gioca il resto. Spiace dirlo, ma spesso è così. In Francia, nelle zone vocate, vivono sul vino, e quando ti presenti sono orgogliosi di parlarti della propria vita, e quindi del vino stesso...

silvia ha detto...

antonio sei semplicemente meraviglioso

Antonio ha detto...

Troppo buona, Silvia..però sono onorato del tuo apprezzamento