martedì 1 novembre 2011
Cooking class a Villa Petriolo
"Attraverso i mercati delle città i prodotti circolano e con essi le ricette e le idee".
Da Il mondo in cucina. Storia, identità, scambi a cura di Massimo Montanari, Laterza, 2002
La ricetta della "vera" panzanella suscita dibattiti appassionati. Cetriolo sì, cetriolo no? Pane raffermo ammollato o soltanto passato sotto l'acqua e poi strizzato a mano? E' il fascino che da sempre esericitano le ricette tradizionali, tradite, consegnate, da generazioni e/a generazioni prima della nostra, con l'apporto, inevitabile ed anzi auspicabile, di nuovi sapori e sensibilità.
La ricetta della panzanella, nella memoria della mia famiglia, ha pochi, ma definiti ingredienti: pane sciapo toscano di qualche giorno, passato sotto l'acqua corrente e strizzato grossolanamente, pomodori maturi, cipolla rossa, olio exatravergine d'oliva, aceto di vino rosso, sale, basilico. E cetriolo, sì.
Trasferire il ricordo di tanti pranzi estivi ai visitatori stranieri di Villa Petriolo è un piacere tutto speciale, quello del racconto. Il racconto della cucina contadina toscana, dove lo spreco non era ammesso e il pane di qualche giorno, accompagnato alle verdure fresche dell'orto, aveva comunque il suo posto a tavola.
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