lunedì 9 gennaio 2012

Tracce di civiltà contadina a Villa Petriolo



Un tempo, il focolare era l'unico mezzo per riscaldare la cucina e la casa.
La cucina era munita di acquaio – a Villa Petriolo, è in pietra serena -, sotto al quale si riponevano tinozze e catino. Niente in cucina aveva funzione esclusivamente decorativa, tutt’al più alcuni oggetti non erano di uso proprio giornaliero: in occasione del giorno della battitura o della mietitura, ad esempio, si usavano grosse pentole di smalto o di rame, oppure i tegami in coccio, che poi si ripulivano per mezzo della rena e si riadoperavano per uno sposalizio o un'altra battitura.
Nei locali adiacenti la cucina, in una sorta di magazzino-dispensa, venivano appesi pomodori, granturco, uva, saggina da seccare, e si era soliti trascorrere la maggior parte della vita familiare: le donne cucivano, rifacevano i materassi, legavano scope di saggina oppure intreccciavano la paglia per i fiaschi di Chianti.

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