sabato 23 febbraio 2013

“The world of Sicilian wine”. Tenuta di Fessina nel nuovo libro di Bill Nesto e Frances Di Savino, University of California Press

_Tenuta di Fessina, Nerello Mascalese_ “The world of Sicilian wine“, di Bill Nesto e Frances Di Savino (University of California Press, 2013), fornisce agli amanti del vino una comprensione globale del vino siciliano, dalle sue antiche radici alla sua evoluzione moderna. Dotato di una guida e una mappa per esplorare la Sicilia, il libro, appena pubblicato, di Bill Nesto, esperto di vino italiano, e di Frances Di Savino, studioso di cultura italiana, offre una valutazione sostanziale di una regione vibrante del vino, una delle zone più storiche d’Europa e un luogo in cui molte culture si intersecano. Fin dai primi coloni greci e fenici che colonizzarono l’isola nel VIII secolo a.C., la cultura del vino è fiorita in Sicilia. Una sfilata di dominatori stranieri è stata ugualmente attratta dalle terre fertili della Sicilia, dal sole e dal clima, oltre che dalla posizione strategica nel Mediterraneo. La moderna industria del vino siciliano di qualità è rinata negli anni 1980 e 1990 con l’arrivo dei vini prodotti con vitigni internazionali. La Sicilia solo ora sta riscoprendo la qualità dei suoi vitigni autoctoni, come Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato, Grillo, e terroir distintivi come le pendici dell’Etna. Tra le aziende presenti nella ricognizione del testo “The world of Sicilian wine”, anche Tenuta di Fessina. “Fessina. Silvia Maestrelli, che possiede l’azienda vinicola Villa Petriolo in Toscana, e suo marito, Roberto Silva, hanno unito le forze con la consulenza dell’ agronomo ed enologo piemontese Federico Curtaz. Nel 2007 hanno acquistato sette ettari di vigneto a Rovittello, a 650 metri slm, dando alla proprietà il nome di Tenuta di Fessina. Le viti crescono in un sottile strato di terra sopra il basalto vulcanico che si estende tra due colate di lava. Il fattore, Nino Farfaglia, che mantiene personalmente la vigna tutto l’anno, è nato nella casa che vi si affaccia e ha coltivato questi vitigni fin da ragazzo. Il vino più importante è Il Musmeci, Etna DOC Rosso, così chiamato in onore del vecchio proprietario-produttore che ha venduto la proprietà di Tenuta di Fessina. La prima annata de Il Musmeci, il 2007, aveva molto rovere nuovo. Il 2008, più pallido e con sentori di ciliegia e menta al naso, con fine astringenza, riporta un migliore equilibrio tra legno e frutta, una struttura più elegante, e un finale più lungo. Curtaz descrive il suo Nerello Mascalese come un vino verticale, che ricorda la struttura del Nebbiolo e la seta e le spezie del Pinot Noir. Si tratta, dice, di un moderno stile di vino con nerbo. Una nuova avventura, a partire dalla vendemmia 2009, è un Etna Bianco, A’ Puddara, proveniente da mille metri di altezza, da un vigneto posto sul versante sud-ovest dell’Etna, nelle vicinanze di Santa Maria di Licodia. Curtaz mette il suo nuovo succo di Carricante in botti di rovere da 34 ettolitri, che consentono ai lieviti la fermentazione. La botte grande esercita una minore influenza sul vino, lasciando che gli aromi di pera e paglia emergano. In bocca, l’astringenza segue l’acidità iniziale, donando lunghezza al vino e una struttura per durare potenzialmente anche in bottiglia. Curtaz definisce se stesso e Silvia Maestrelli come “studenti dell’Etna”. Egli comunica un attaccamento autentico a questa zona vitivinicola unica. Per Curtaz, la sfida per i viticoltori siciliani è quella di trovare ed esprimere la propria identità, per ‘riscoprire la purezza della materia prima e il luogo’”. “The world of Sicilian wine”, by Bill Nesto and Frances Di Savino (University of California Press, 2013). The World of Sicilian Wine provides wine lovers with a comprehensive understanding of Sicilian wine, from its ancient roots to its modern evolution. Offering a guide and map to exploring Sicily, Bill Nesto, an expert in Italian wine, and Frances Di Savino, a student of Italian culture, deliver a substantive appreciation of a vibrant wine region that is one of Europe’s most historic areas and a place where many cultures intersect. From the earliest Greek and Phoenician settlers who colonized the island in the eighth century B.C., the culture of wine has flourished in Sicily. A parade of foreign rulers was similarly drawn to Sicily’s fertile land, sun-filled climate, and strategic position in the Mediterranean. The modern Sicilian quality wine industry was reborn in the 1980s and 1990s with the arrival of wines made with established international varieties and state-of-the-art enology. Sicily is only now rediscovering the quality of its indigenous grape varieties, such as Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato, Grillo, and distinctive terroirs such as the slopes of Mount Etna. “FESSINA. Silvia Maestrelli, who owns the wine estate Villa Petriolo in Tuscany, and her husband, Roberto Silva, have teamed up with the Piedmont consulting agronomist and winemaker Federico Curtaz. In 2007 they purchased a seven hectare (seventeen acre) vineyard in Rovittello at 650 meters (2.133 feet), giving in the name Tenuta di Fessina. The vines grow in a thin layer of soil over the basalt stretching between two lava flows. The farm manager, Nino Farfaglia, who personally maintains the vineyard year-round, was born in the home overlooking it and has tended these vines since boyhood. The important wine here is Il Musmeci Etna DOC Rosso, named in honor of the old owner-grower who sold the property to Tenuta di Fessina. The first vintage of Il Musmeci, the 2007, had too much new oak. The 2008, paler and expressing cherry and mint in the nose, with fine astringency, had a better balance between oak and fruit, a more elegant texture, and a longer finish. Curtaz describes his Nerello Mascalese as a vertical wine, bridging the structure of Nebbiolo and the silk and spice of Pinot Noir. It is, he says, a modern-style wine with backbone (“nerbo” in Italian). A new initiative as of the 2009 vintage is an Etna Bianco, A’ Puddara, sourced from a thousand-meter-high (3.281 foot-high) vineyard on the southwest flank of Etna in the vicinity of Santa Maria di Licodìa. Curtaz put its Carricante juice in a new thirty-four hectoliter (898 gallon) oak barrel, allowing native yeasts to carry to fermentation. The big barrel exerts less of an influence on the finished wine, letting the pear and straw aromas emerge. In the mouth, astringency follows the initial acidity, giving the wine length and the structure to potentially age well in bottle. Curtaz calls himself and Maestrelli “student of Etna”. He communicates a genuine attachment to this unique vinicultural zone. For Curtaz, the challenge for Sicilian winegrowers is to find and express their own identity, ‘to rediscover the pureness of their raw material and place’”. _Con Federico Curtaz a Tenuta di Fessina_ _Nino Farfaglia, custode delle vigne di Fessina, con i suoi avi, da tre generazioni. Viticoltura fatta a mano_ _ A’ Puddara, Etna DOC Bianco, e Il Musmeci, Etna DOC Rosso_

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