venerdì 20 settembre 2013

Prêt-à-gourmet

Esce "Prêt-à-gourmet" (Mondadori, 19 euro) di Gianluca Biscalchin, una guida per onnivori curiosi che vogliono scoprire tutti i segreti del settore food, dentro e oltre le mode. Per sorridere, anche un po' di noi. ;-) "Chi mastica di food non può non conoscere Gianluca Biscalchin. O almeno i suoi schizzi, che raccontano piatti, chef e storie che ruotano intorno al cibo. Oggi, finalmente, tutto il talento di questo giovane simpatico illustratore, scrittore, dotato di tanto senso dell'umorismo, è racchiuso in un volume: "Prêt-à-gourmet" (Mondadori, 19 euro). In poche parole: il libro che stavamo aspettando. Quante volte infatti noi raffinati gourmet (o piuttosto goduriosi, insaziabili gourmand, ma la differenza tra i due termini ve la spiegherà l'autore ottimamente) siamo rimasti quasi senza parole di fronte a chi con un astio (immotivato? Lo scopriremo solo leggendo) accusa l'alta cucina italiana di essere snob, inaccessibile, antipatica, facendosi scudo di una rosetta o una michetta farcita con del salame (che ormai, come lo status incattivito di un amico su Facebook mi ha fatto notare, costa come un piatto di pasta seduti al ristorante). Gianluca Biscalchin tratteggia il ritratto del nuovo critico gastronomico 2.0, ovvero un mix di blogger, fotografo, buongustaio, sempre connesso, che rimbalza tra appuntamenti imperdibili come la Festa a Vico, il Salone del Gusto, Le Grand Fooding e i santuari dell'alta cucina. Non manca, ovviamente, un po' di storia del gusto, ma il pétillant, come direbbero i francesi, Biscalchin ce la racconta senza salire in cattedra, indicando i testi da leggere per approfondire. Perché per darsi un tono, in effetti, parlando di cibo, un po' di francese è d'obbligo, o almeno, piuttosto dell'italiano, è meglio usare il dialetto (frutto forse anche delle influenze culinarie del Commissario Montalbano di Andrea Camilleri). Il motivo è che, ci spiega Biscalchin, i francesi sono riusciti a fare col cibo la più potente operazione di marketing della storia, rendendo per sempre il nome di un piatto nella loro lingua molto più affascinante del suo corrispettivo in italiano. Ma a partire dalle distinzioni più basiche e scherzose tra gourmet simplex (modello semplice), metabolicus (quello che mangia ma non ingrassa), asceticus che non tocca quasi i piatti, obsesivus e gaius, entrambi dediti a cercare di non pagare il conto ma con modalità molto diverse, oggi il mondo è cambiato ed è divento cool fotografare e analizzare tutto, anche la pizza, il gelato, la birra. E i gourmet intanto son diventati magri, glamour e sempre on line, gli chef sono andati in tv, i blogger sono cresciuti e condividono foto, recensioni, spostamenti su fb, twitter, instagram. Fra tante domande che sorgono forse la più urgente è: che senso ha fotografare il cibo che ci viene servito se nel frattempo si raffredda? E cos'è, poi, questa alta cucina? Di sicuro non vi fa mangiare troppo, ma nemmeno affama. La cucina dei migliori chef è un laboratorio di ricerca dove continuamente si cercano evoluzioni a partire da prodotti e ricette, a differenza di quella dei rassicuranti ristoranti dove per decenni si offrono gli stessi ottimi piatti, che nessuno, prima di tutto i clienti, vorrebbe vedere cambiare. Inoltre in questo libro scoprirete come è organizzato un ristorante, con la brigata di cucina, i camerieri, il maître, il sommelier; ma ci sono anche i mercati da visitare (in Italia e in Europa), i segreti per farsi ispirare dagli chef, dalle loro insalate, risotti, creme, ma non dal loro modo di cucinare il piccione, praticamente impossibile da replicare a casa. Si impara che non esistono ingredienti aristocratici, perché anche la cucina può essere "Pop", come ha dimostrato Davide Oldani nel suo D'O di Cornaredo, trasformando una cipolla, scelta, lavorata e cucinata quasi fosse preziosa come foie gras, in uno dei suoi piatti simbolo, la Cipolla Caramellata. Le regole (come mi vesto? Lascio la mancia? A chi chiedo da bere?) per non fare, da cliente, le temute gaffe, perché se è vero che in trattoria non ci si sente mai molto osservati, l'esperienza che ci aspetta in uno stellato val bene il superare la soggezione. In più non potevano mancare le ricette simbolo, spiegate a matita, dei migliori chef, da Bottura a Cracco, da Cannavacciuolo alla Santini, da Aimo e Nadia a Redzepi, tra gli altri. E i consigli, scritti col cuore (ops, la pancia), di esperti food writer, chef, critici, tra i quali Bob Noto, Gabriele Zanatta, Carlo Spinelli, Elisia Menduni, Sara Porro".

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