mercoledì 4 gennaio 2012

Per un ricordo di Giulio Gambelli, il maestro del Sangiovese



Col tempo, sai, col tempo tutto se ne va, intonava Léo Ferré, cantore anarchico monegasco trapiantato in Toscana e grande estimatore, come tanti - anche se, tanti in ritardo - di "bicchierino". Se n’ è andato anche “l’uomo che sa ascoltare il vino”, come ne ha scritto l’amico fraterno, il giornalista Carlo Macchi, ma la sua lezione, autentica, appassionata, pura e disinteressata, resterà, imperitura come una forma d'arte. E' scomparso il più grande interprete del Sangiovese, Giulio Gambelli, detto affettuosamente “bicchierino” per il suo palato assoluto, consulente-maître à penser di note cantine toscane e autore di capolavori enologici 100% Sangiovese.

Nell’armonia della sua terra d’origine tutta la grandezza e la misura di un uomo che mai si stancava di ripetere che il vino buono si fa in vigna.
Stasera onoriamo Giulio Gambelli stappando una delle sue emozionanti bottiglie.



Ci piace ricordarlo oggi, e sempre, con il pensiero che Carlo Macchi gli dedica:

“Avere avuto l’onore ed il privilegio di mettere su carta la vita del mio grande amico Giulio Gambelli è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Non solo perché farlo parlare del passato é operazione che richiederebbe strumenti di tortura appositi, ma soprattutto perché, mano a mano che il libro prendeva forma, mi sono sentito come un entomologo che scopre l’ultimo esemplare di una rarissima e meravigliosa famiglia di farfalle. Da una parte c’è la gioia di poter ammirare la sua bellezza, dall’altra la paura di danneggiarla e la tristissima certezza che, purtroppo, dopo di lei non ce ne saranno altre. Giulio è questa farfalla: da oltre sessantacinque anni invece di volare crea vini che ti fanno sentire più leggero. Come una farfalla, che usa solo le sue ali per alzarsi in cielo, Giulio ha sempre e solo adoperato quello che madre natura gli metteva a disposizione. Come una farfalla che rimane sempre vicina al luogo dove è nata, Giulio non si è mai spinto oltre quelli che credeva i suoi confini, non si è mai proposto per interviste e per le luci della ribalta. Il suo linguaggio ed il suo modo di fare sono semplici e leggeri, quasi impalpabili, riassumibili nella parola eleganza. La stessa eleganza con cui sta attraversando la vita, cercando di lasciare un segno tramite i suoi amati vini. Il risultato è che questa farfalla è stata conosciuta ed ammirata solo da pochi fortunati.
Oggi l’ultima farfalla del Sangiovese è venuta a mancare e da oggi siamo tutti più poveri.
Ciao Giulio, che la terra ti sia lieve.
I funerali si svolgeranno giovedì 5 gennaio alle ore 15 presso la Chiesa Collegiata di Poggibonsi”.

(Carlo Macchi su WineSurf)


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