mercoledì 30 gennaio 2013
A’ PUDDARA, Carricante…con le stelle nel bicchiere
« La Chioccetta per l’aia azzurra / va col suo pigolio di stelle »
Giovanni Pascoli, Il gelsomino notturno.
Tra i vitigni raccontati da Andrea Gori e Giulia Graglia in “DIVINANDO. Le stelle nel bicchiere”, anche il CARRICANTE, adatto ai nati sotto la Vergine.
Il nostro A’ Puddara, Carricante in purezza della Tenuta di Fessina, tra i vini che hanno le stelle nel bicchiere.
“Vitigno coltivato prevalentemente sulle pendici dell’Etna, vanta una produzione abbondante, conseguenza della generosità dei terreni lavici. Più che un protagonista, è da sempre considerato un gregario di lusso, beniamino degli agricoltori della Sicilia orientale per la sua capacità di carricare (riempire) in maniera veloce i cesti di raccolta delle uve, garantendo così produttività e reddito. (…) Un perfetto vitigno Vergine, che per lungo tempo ha preferito mettersi al servizio di altre uve. Solo negli ultimi vent’anni si è cominciato a coltivarlo con maggior cura, permettendo che emergessero inaspettate doti di sapidità e longevità”.
“Divinando. Le Stelle nel Bicchiere”
(Andrea Gori / Giulia Graglia)_
Prezzo: €16.00_
Collana: Get a Taste n.1_
Misura: 15 x 22 cm_
Pagine: 224_
Isbn: 978-88-96376-32-4.
A’ Puddara è un vino dedicato alla Sicilia e, come le Pleiadi, che sono un oggetto pulsante nel cielo, è un piccolo continente che ha un cuore che pulsa in mezzo al Mediterraneo. A’ Puddara — “le gallinelle” o “la chioccia” per i pescatori e gli agricoltori, a memoria della poesia di Ovidio – costituiva un segnale che indicava la direzione nel lavoro e nella vita. Immaginiamo i pescatori di Riposto che rientrano dal mare e che, guardando in alto sul vulcano, avvistano le Pleiadi nascoste dietro alla vetta proprio nel punto in cui, come fosse un giardino pensile, riposa il vigneto del nostro Carricante. E’ un vino rigoroso e delineato come A’ Muntagna che si staglia nella notte…
Le Pleiadi (conosciute anche come le Sette sorelle, la Chioccetta o con la sigla M45 del catalogo di Charles Messier) sono un ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro. Questo ammasso, piuttosto vicino (440 anni luce), conta diverse stelle visibili ad occhio nudo; anche se dagli ambienti cittadini solo cinque o sei delle stelle più brillanti sono visibili, da un luogo più buio se ne possono contare fino a dodici. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione, osservabili specialmente in fotografie a lunga esposizione prese con telescopi di dimensione ragguardevole.
I membri visibili delle Pleiadi sono stelle blu o bianche, molto luminose; l’ammasso conta in realtà centinaia di altre stelle, la gran parte delle quali sono troppo deboli per essere visibili ad occhio nudo. Le Pleiadi sono un ammasso giovane, con un’età stimata di circa 100 milioni di anni, e una vita prevista di soli altri 250 milioni di anni, a causa della sua bassa densità.
A causa della loro brillantezza e vicinanza fra loro, le stelle delle Pleiadi sono note dall’antichità: Omero le citava, come pure Tolomeo ed altri autori dell’età classica. Da quando fu noto che le stelle erano corpi celesti simili al Sole, si iniziò ad ipotizzare che fossero in qualche modo legate fra loro; con lo studio del moto proprio degli astri e la determinazione delle distanze, fu chiaro che le Pleiadi fossero realmente legate gravitazionalmente e che avessero un’origine comune”.
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