giovedì 7 marzo 2013
L’isola dentro l’isola. Tenuta di Fessina e i vini dell’Etna alla decima edizione di SICILIA EN PRIMEUR. Palermo, 27 e 28 aprile 2013
“Sicilia en primeur” è giunta con grandi meriti e soddisfazioni alla sua decima edizione, un traguardo straordinario che conferma la validità di un evento che di anno in anno accende i riflettori della stampa mondiale sull’enologia siciliana. In onore al suo decennale, l’evento tornerà il 27 e 28 aprile 2013 a Palermo, città che ha ospitato la prima edizione.
La provincia di Palermo rappresenta una cornice ideale per presentare i vini dell’intera regione all’interno di un territorio tradizionalmente vocato alla vitivinicoltura, senza tralasciare le bellezze storiche architettoniche che non mancheranno di affascinare la stampa ospite.
Come per lo scorso anno, Sicilia en primeur vuole far conoscere ed apprezzare la Sicilia e i suoi vini ad una platea sempre più selezionata di media, composta dai migliori giornalisti italiani e stranieri, non soltanto di settore ma anche della stampa generalista, provenienti da paesi europei ed extraeuropei.
La X edizione è caratterizzata da una full-immersion di degustazioni e approfondimenti sui diversi terroir dell’isola, ovvero un’opportunità per i produttori di presentare, alla stampa italiana ed estera, l’ultima vendemmia, nonché di promuovere la propria produzione e far conoscere le nuove etichette.
Il ritorno a Palermo intende anche essere un’occasione per i giornalisti di apprezzare le specialità gastronomiche locali e le bellezze storico-culturali del luogo. La domenica mattina gli ospiti potranno passeggiare per le vie di Palermo e scoprire i monumenti storici del luogo, grazie alla collaborazione del FAI.
La nostra Tenuta di Fessina sarà presente a SICILIA EN PRIMEUR con l’intera linea di produzione. In assaggio anche i campioni di botte delle nuove annate, come da tradizione.
La zona etnea, per la sua particolarità che la rende unica al mondo, è considerata “un’isola dentro l’isola”: la spiccata variabilità del clima e dei suoli, formati dall’accumulo di diversi materiali eruttivi, definisce variegati ambienti, ma tutti vocati alla produzione vinicola di alta qualità. La coltivazione della vite occupa territori con un’altimetria compresa tra 300 e 900 mt. slm, spingendosi sino a 1.100 mt. I vigneti sono tradizionalmente coltivati ad alberello, con un sesto quadro 1.15×1.15, per arrivare ad una densità di circa 8000 piante per ha, allevate con un fusto centrale, dal quale si dipartono tre o quattro speroni corti rinnovati ogni anno per la produzione. Le sorregge un tutore di castagno a cui legare il tronco e la vegetazione annuale. La coltivazione è semplice: in inverno la potatura e il ripristino dei pali usurati, in primavera la spollonatura, la pulizia dell’erba con piccole motozappe e la rifinitura a mano, il diradamento e una sfogliatura a luglio inoltrato.
“Il Nerello Mascalese ha una personalità spaventosa. Che ti conduce”.
È a Rovittello, piccola frazione del Comune di Castiglione di Sicilia, che sono adagiati i vigneti della Tenuta di Fessina. Lungo la statale 120, un viottolo scende, oltrepassandola, la storica ferrovia circumetnea. È lì che vi aspetta il piccolo borgo di case e palmenti che in origine appartenevano al signor Musmeci, a cui è dedicato il “cru” di Nerello Mascalese. Un palmento del Settecento in pietra lavica a cui avevano accesso le famiglie confinanti. Rovittello è un luogo tranquillo, posto a 650 mt. slm. Ha un inverno rigido e una primavera fresca e piovosa, un’ estate calda e asciutta e un autunno lungo, tiepido, con un differenziale termico molto elevato tra la notte e il giorno. I vigneti centenari digradano verso valle, perdendo quota armonicamente, ritmati dalla presenza dei muretti a secco, le cosiddette “rasole”. Gli alberelli di Fessina sono suggestive sculture del tempo, potati da generazioni diverse. A volte sono forti ed eretti, a volte sono contorti e avvitati su se stessi.
Le vigne di Nerello Mascalese sono situate tra due antiche sciare semicircolari, colate laviche del passato, che, come due grandi braccia, le cingono in un gesto quasi materno. Il vigneto, che per la maggior parte è situato su una dorsale di terreno poco profondo, nero, ricco di piccole pomici e di fini argille destrutturate, ha origine dal fronte terminale di una colata posta al centro di queste ali. Vi si produce anche Erse, fragrante fotografia del vigneto tradizionale etneo.
“Il vulcano in mezzo al mare sprofondava. E l’acqua con il fuoco si scontrava…”
Milo, incantevole terrazza sulla sottostante costa jonica, è l’altro cuore pulsante di Fessina, da dove si produrrà, dalla vendemmia 2012, Carricante in purezza da vigneti di un secolo d’età per l’ Etna DOC Bianco Superiore, Il Musmeci Bianco. Milo nasce sulla frana vulcanica precipitata nel mare oltre 10.000/15.000 anni fa: i terreni scuri di Milo sono costituiti da una miscela di detriti con molti strati differenziati, prodotti del disfacimento del vulcano e fonte di una ricchezza straordinaria come nutrimento della vite. Allevato anch’esso ad alberello, il Carricante ha un’ elevata acidità fissa che lo rende adatto all’affinamento in legno e alla conservazione nel tempo. Come vuole la migliore tradizione etnea per questa varietà a bacca bianca, la fermentazione del Carricante di Fessina avviene direttamente in botte grande (9 mesi).
Sull’Etna, per destino, i vari vigneti danno vini molto diversi, generati da suoli e microambienti talmente particolari da renderli unici. A Santa Maria di Licodìa nasce A’ Puddara, l’altro “cru” di Carricante per un Etna DOC Bianco che è un doveroso omaggio alla Sicilia. Come le Pleiadi pulsanti nel cielo – “la chioccia” per i pescatori e gli agricoltori -, questo vino è un piccolo continente che ha un cuore che pulsa in mezzo al Mediterraneo. A’ Puddara è un vino rigoroso e delineato, come a’ Muntagna che si staglia nella notte.
La montagna di fuoco dona un’autentica rarità, Laeneo, Nerello Cappuccio in purezza. Pepato e goloso, mostra il contributo peculiare di questo antico vitigno all’Etna DOC.
Da vigneti aziendali posti in Val di Noto, terra d’elezione del Nero d’Avola, si produce Ero. Caldo e sensuale, colorato, con un’ acidità viva connaturata alla misteriosa genetica del Nero d’Avola, Ero è giocato tutto “in levare” e segna la rinascita dei vini siciliani poetici e lirici.
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