domenica 12 maggio 2013
Etna, presto patrimonio Unesco
Splendida notizia per la Muntagna: il Ministero per l’Ambiente dirama l’annuncio che in giugno il Monte Etna sarà proclamato Patrimonio dell’Umanità!
“Il patrimonio mondiale (19,237 ettari) comprende le aree a maggior protezione e di maggior rilevanza scientifica del monte Etna, situato all’interno del Parco regionale dell’Etna. Il monte Etna è rinomato per l’eccezionale livello di attività vulcanica e per le testimonianze inerenti a tale attività che risalgono a oltre 2700 anni fa. La notorietà, l’importanza scientifica e i valori culturali ed educativi del sito possiedono un significato di rilevanza globale”.
Per la sua importanza storica, scientifica e culturale, l’Etna sarà il terzo monte italiano ad essere riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’Umanità, dopo le Dolimiti e il versante italiano del Monte San Giorgio.
Il territorio dell'Etna è considerato un grande laboratorio naturalistico non solo per i suoi fattori fisici eccezionali, ma anche per le peculiarità biologiche. La flora e la fauna etnee, infatti, sono particolarmente ricche e distribuite in maniera molto varia alle diverse altitudini. La diversa età del substrato, frutto di continui rimaneggiamenti causati dal susseguirsi delle colate laviche, condiziona fortemente soprattutto la flora. La straordinaria ricchezza biologica si è conservata nei millenni, nonostante le incessanti modificazioni naturali, le condizioni ambientali difficoltose e la mano dell'uomo. L'attività antropica, in effetti, è presente sul vulcano da tempo immemorabile e costituisce, sebbene spesso integrata armoniosamente con la natura, uno dei fattori più importanti di modificazione ambientale. Il Parco dell'Etna, oggi, tutela anche i valori espressi da quelle trasformazioni ad opera dell'uomo, quali le cosiddette "casudde" e i muretti a secco realizzati con pietra lavica informe, segni significativi e non invasivi della millenaria attività antropica, tracciati tenacemente nel paesaggio. "Ripiani sovrapposti e continui, cioè i terrazzamenti, sostenuti da neri muretti a secco di pietre e scorie laviche recuperate dalla vagliatura dei terreni, sinuose stradelle, cumuli di pietre, palmenti, pregnano, infatti, con le loro forme originali e i loro colori che esaltano le varie tonalità cromatiche dei vitigni, il quadro paestico delle falde etnee, così da renderlo unico, una sorta di preziosissimo archivio dinamico della storia" (Da "Parco dell'Etna" a cura di Francesco Alaimo, Fabio Orlando Editore, 2002).
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