lunedì 26 novembre 2007

Il riso, il bagòss, la pepona, la bella favola di Silvia ed il suo Rosae Mnemosis. di Le Curiosità Golose

Continuo con un'altra ricetta della mia piccola raccolta a cui ho voluto dare il nome "Un Rosae per te...ricette speciali di donne speciali".
Questa volta si tratta di Le Curiosità Golose, Elisa e sua sorella sommelier, hanno voluto abbinare a questo vino un risotto molto interessante.



Le fiabe dell’infanzia ci accompagnano tutta la vita e, a volte, si mescolano con la realtà quotidiana quando all’improvviso gli elementi della narrazione escono dalle pagine per offrirsi, veri e tangibili, ai nostri sensi. Capita che le rose sboccino incorniciate dai pampini dell’uva e se il c’era una volta canonico introduceva “due sorelle, gentili e belle, che accolsero in casa l’orso silvano e aiutarono lo gnomo villano”, oggi Silvia e Simona Maestrelli producono vino e si contendono il rosso e il bianco dei petali.
Ho conosciuto Silvia il mese scorso, in occasione della presentazione del suo Rosae Mnemosis, immesso sul mercato con un packaging elegante, ogni bottiglia avvolta da una velina su cui scorrono i ricordi lontani di una nonna, di un libro sfogliato, di parole soffuse e rassicuranti. La fiaba dei fratelli Grimm la rammento anche io che, come Silvia, ho una sorella e, come lei, recrimino la mia tonalità scarlatta a definire una personalità più inquieta, ma non per questo priva di dolcezza.
Quella sera la ricordo muoversi tra gli ospiti, esile e sinuosa, e raccontare il suo vino con quella lieve inflessione dialettale che un toscano si porta dietro, ovunque scelga di vivere, mentre i suoi occhi azzurri emanavano una luce, intensa e orgogliosa.
Legato al Rosae Mnemosis c’è anche il progetto artistico voluto da Federica Ghizzoni, innovativa gallerista di SPAZIOINMOSTRA, e dalla stessa Silvia: il Rosae è un vino in produzione limitata, solo 6.000 bottiglie confezionate in 300 cassette di legno raffiguranti la fiaba prescelta da un artista che cambierà di anno in anno. Per l’attuale produzione è stato Vanni Cuoghi a fornirci la sua visione del vino con “Il principe scomposto”: un’interpretazione di dionisiaca memoria dove l’ebbrezza è quello stato che conduce a passioni estreme, come nel caso del principe e del suo gesto d’amore, sanguinoso e cruento.
Chianti in purezza, 95% Sangiovese e 5% Merlot, il Rosae è prodotto dall’azienda agricola Petriolo, a Cerreto Guidi, sui colli fiorentini.
L’analisi visiva rivela un rosso rubino di media trasparenza, più tenue sull’unghia, di buona consistenza. Al naso si evidenzia un bouquet aromatico ampio e maturo: accattivanti accenti di frutti di bosco preludono ad intense note speziate. Al gusto si presenta come un vino di medio corpo, con una buona rotondità nei tannini e struttura equilibrata. Piacevole nel finale appena ammandorlato.
Come abbinamento, avendolo degustato in quell’occasione con salumi e caciotte stagionate, ho osato con un risotto alla zucca, sostenuto da un formaggio di grande carattere: il favoloso bagòss.
Ingredienti (per 4 persone)

riso Carnaroli: 320 g
zucca pepona: 300 g pulita
bagòss: 80 g
burro: 70 g circa
cipolla dorata: 1/2
rosmarino: un rametto
brodo vegetale
sale e pepe
Preparazione

Per prima cosa mondo la zucca e la taglio a brunoise. Metto su il brodo vegetale: in abbondante acqua faccio bollire carota, cipolla, zucchina e sedano, salando leggermente una volta raggiunta l’ebollizione (preferisco salare il brodo piuttosto che il riso). In una padella capiente, sciolgo un po’ di burro, lascio imbiondire la cipolla affettata finemente e unisco la zucca, lasciando stufare il tutto, aggiungendo, al bisogno, un po’ di brodo. In un’altra casseruola faccio sciogliere altro burro, verso il riso e lascio tostare. In questo tipo di risotto NON sfumo con il vino. Verso due mestoli di brodo, lascio assorbire prima a fiamma vivace, poi abbasso il fuoco e, a circa metà cottura del riso, unisco zucca e cipolla stufate. Termino la cottura aggiungendo il brodo secondo necessità. Tolgo dal fornello e manteco con un’abbondante noce di burro e il bagòss grattugiato; spolvero con pepe e rosmarino tritato finemente.
Impiatto guarnendo con qualche foglia di rosmarino e bagòss a scaglie.
Per l’analisi sensoriale ringrazio mia sorella Alessandra con la quale ho condiviso le emozioni di questo vino che hanno dato vita a una sorta di descrizione a due voci.

2 commenti:

Elisa ha detto...

Grazie a te, Silvia.
La tua e` una bellissima dedica nei confronti di quelle donne che si rimboccano le maniche e lavorano sodo, confidando solo su se stesse, sulla caparbieta` e sull'amore, cui una donna non fa mai a meno.
Un forte abbraccio,
Elisa

silvia ha detto...

Cara Elisa,
il tuo commento colpisce al cuore qualsiasi donna che lavora con professionalità e passione...grazie sei una donna molto profonda
a presto
silvia