Niente è come appare?
De Chirico, Campana, Camus, Antonioni, Nietzsche sembrano confermarci l’esistenza di una realtà altra.
E il vino, che ruolo può giocare in tutto questo?
“Il vino è per Baudelaire foriero di speranza – quella stessa che gorgheggia nel suo palpitante seno. Perciò vuole essere glorificato e rassicura non sarò né ingrato né malvagio. Ma è evidente – prosegue Massimo Donà nel suo bel libro L’anima del vino, da leggersi, ed ascoltarsi, tutto d'un fiato – chi spera è privo di sicurezze. In quanto tutto affidato ad elpis, nessuna certezza può davvero sostenerlo. In questo senso il vino è originariamente con-forme all’umana natura. Una natura costituitivamente arrischiata, dunque, è la sua; come quella di cui tutti noi facciamo quotidianamente esperienza. D’altronde, il rischio può essere sperimentato solo da chi sa di poter sempre anche naufragare, e dunque sa bene che ogni suo tentativo risolutore può essere sempre anche occasione di perdizione. Il vino è dunque fortissimamente simbolico agli occhi del poeta; ché esso esalta la doppiezza costituitiva di ogni nostra azione”.
Cosa impedisce ad Ettore ed Andromaca di essere felici? Cosa nasconde il loro mancato abbraccio...
...un altro amore in giorni di vino e di rose...
Consigli per l'ascolto: Settembre di Cristina Donà. A seguire, le parole.
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