martedì 24 giugno 2008

divinando con la rugiada delle streghe...


Stamani vi siete bagnati il viso con la rugiada delle streghe? Io l’ho fatto....


La notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, è una notte molto speciale.

Si dice che sia la notte più propizia per leggere il futuro e raccogliere erbe officinali che, per il solstizio d’estate, sono particolarmente cariche di aromi e vitalità.
Sin dal Medioevo, in questa notte, le streghe si davano appuntamento sotto ad un noce, sotto al quale officiavano i propri riti magici. Con i frutti di quest’albero, raccolti ancora verdi e umidi di rugiada alla mezzanotte della notte di San Giovanni, ci si preparava poi il Nocino, un liquore che avrebbe offerto protezione nei momenti più duri dell’anno che seguiva. La mattina del 24 giugno, poi, si raccoglieva la “guazza di San Giovanni", a cui si attribuiscono da sempre doti magiche: durante la notte il Sole sposa infatti la Luna, connubio dal quale nascono fluidi benefici. L’acqua di San Giovanni, garantisce il sapere contadino, cura le malattie della pelle e favorisce la fecondità. Due i metodi per raccogliere i benefici di questa notte magica: si può stendere un lenzuolo sull'erba la sera del 23 giugno; la mattina dopo si ritira e si strizza, mettendo l'acqua in un recipiente. Altrimenti, la mattina del 24, passeggiando per i parti, ci si porta dietro un lenzuolo, che piano piano assorbirà la rugiada depositata sul verde. Altre soluzioni: la sera del 23 giugno, appena tramontato il sole, si mettono in una vaschetta tutti i fiori e le erbe odorose possibili e si versa l’acqua in un secchio, si mescola il tutto e si lascia riposare; per rendere ancora più potente l’influsso benefico, si può portare sotto la camicia un mazzo di erbe di San Giovanni. Tra i fiori utilizzati nella nostra zona spicca il giallo della ginestra...ma che non manchi l'iperico, o erba di S.Giovanni, l’erba delle streghe. I nonni raccomandano comunque di aggiungere quante più piante aromatiche possibili, protano, timo, salvia, basilico, maggiorana, noce, lavanda, rosa, alloro, finocchio selvatico, scotano, fiore di tiglio, caprifoglio...Necessari assolutamente lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino.


"...oggi tutti pensano che le virtù che ha stiano nell'acqua che si prepara la sera prima con dentro almeno cinque tipi di fiore e che simette poi a serenà sulla finestra tutta la notte. Ma non è così...Io penso, oggi che conosco un pò le virtù delle piante, che tutto il beneficio venga proprio dal San Giovanni e dalle proprietà infinite che ha la guazza di quella notte...C'era anche un'altra cosa che si poteva fa' in quel giorno miracoloso. Infatti dopo che tutti s'erano lavati, l'acqua che avanzava veniva subito presa da noi ragazzine e si metteva dentro a una brocca di vetro. Quando poi il giorno sonavano le campane pe' la messa, s'usciva di casa co' la brocca d'acqua e dopo ave' preso un ovo si rompeva e la chiara si buttava nell'acqua, pii si lasciava al sole e s'andava a messa. Quando si tornava, si correva subito a guarda' nella brocca e che tu ci creda o no la chiara aveva preso una forma, che poteva esse' un qualunque attrezzo. Da una zappa a una barca, da una mestola da muratore a un cocchio, e proprio dalla forma dell'oggetto che la chiara d'ovo aveva preso si poteva capi' il mestiere che faceva il ragazzo che poi ci avrebbe chiesto in moglie e che noi si sarebbe sposato. A questo punto, si sapeva il mestiere che faceva, ma non si sapeva da che parte abitasse, allora bisognava cerca' nell'erba una santalucia, quando si trovava si prendeva in mano e s'alzava il dito indice in aria. La santalucia s'arrampicava su' pel dito e quando arrivava in cima, volava in una direzione. Quella era la direzione..."


da: "Delle erbe della magia. Cure e rimedi nel sapere popolare", a cura di Maurilio Boni, Daniele Lamioni, Fabio Dei, Nicoletta Basili, Chiara Romano, Edizioni Effigi, Arcidosso (GR), 2008

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