martedì 10 giugno 2008

hot food


Ovvero, pietanze ad alto tasso di seduzione.


Leggo da un classico, Afrodita di Isabel Allende, e dedico questo post, come la scrittrice, agli amanti che giocano, a tutti gli uomini spaventati e alle donne malinconiche. Nella speranza che il cibo ci riconcili col mondo.


“(...) mi i riferisco ..a quegli epicurei che scelgono amorosamente gli ingredienti più freschi e sensuali, li preparano con arte e li offrono come regalo per i sensi e per l’anima; quegli uomini capaci di stappare con stile una bottiglia, annusare il vino e mescerlo prima nel nostro bicchiere per farcelo assaggiare, e che al contempo descrivono la sugosità, il colore, la morbidezza, l’aroma e la consistenza del filet mignon con il tono che, crediamo, più tardi utilizzeranno per riferirsi alle nostre bellezze. E’ inevitabile, pensiamo, che questi uomini abbiano tutti i sensi affinati, compreso quello dell’umorismo...Mentre osserviamo come puliscono, condiscono e cucinano i gamberi, immaginiamo la stessa pazienza che e la stessa abilità impiegate nel farci un massaggio erotico. Se assaggiano delicatamnte un pezzettino di pesce per verificarne il punto di cottura, tremiamo pregustando quell’esperto morso sul nostro collo...”.

Già, i gamberi, magari....di Viareggio, da mangiare con le mani, come le costolette scottadito. Si affondano i denti in quella carne gustosa, per poi leccarsi le punte della dita senza vergogna...tanto è il piacere che se ne ricava.
Oggi, sola in casa nella mia bella e accogliente cucina milanese, ho mangiato carne cruda con le mani...che gusto. Fino ad ieri le oltranziste del no cruelty potevano passare per raffinate commensali, oggi rischiano di essere tacciate di inappetenza, con il largo significato che si può dare al termine “appetito”.

Allora, buttatevi senza timore anche su carboidrati ipercalorici, parpadelle ai funghi, linguine al pesto. Osate, mangiate con le mani, senza fretta, con delicatezza. Non è necessario che si traduca in una grande bouffe questa eccezionale deroga all’etichetta.


Risolta la questione delle posate, pensiamo alle stoviglie. I gentiluomini, un tempo, sorseggiavano champagne nelle scarpine delle cortigiane...eppoi, abbiamo sempre a disposizione, ci ricorda Isabel Allende, “valli, monti e fessure nell’anatomia dell’amante in cui collocare i bocconi più sensuali”.
Dopo, by- passate il secondo. Non ve ne pentirete.

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