mercoledì 10 settembre 2008
niente è quello che appare...
Un altro bel racconto per "I giorni del vino e delle rose" è quello scritto da Chiarina Tagliaferri: "Niente è quello che appare...".
Chiarina Tagliaferri è nata a Campobasso nel 1986 e risiede a Firenze.
Dopo la maturità linguistica, sta frequentando il corso di laurea in Architettura. Interessata all’arte in tutte le sue forme, alle culture straniere, ai viaggi, attualmente lavora come agente pubblicitario. Ama disegnare.
Racconto
"NIENTE E' QUELLO CHE APPARE..."
di Chiarina Tagliaferri
Già l’alba si avvalse del divino sole per riprendersi la mia inconsapevolezza. Che eppure tal non era.. Vinsi la notte, la precedente, per sussurrare ai viticci del colle parole odorose e annuncianti la mia rinascita. Era quello il tempo, ne ero a conoscenza dal momento stesso della mia venuta al mondo. Colsi un chicco d’uva, nelle tenebre rischiarate dal fuoco sacro ai miei piedi e vibrante nella stoppa e dalla luce della mia mente. Colsi quel chicco e benedissi quanto potere poteva esso conferirmi. Sulle labbra posai il succo che anni e anni prima era stato lavorato da mani accorte ed esperte. Il bimbo e l’anziano ora si fondono nelle mie stesse viscere. Il futuro ed il passato, entrambi preziosi per la mia crescita. Quel chicco che tanto innocente e dolce era, si schiacciò contro il mio palato e contro la mia anima, e venne innaffiato al contempo dal vino che, rosso e corposo, frizzava su quella mistura visibile. Ombre sul colle nacquero per osservare tale rito. Ombre e illusioni e sogni che prendevano corpo intorno a me per santificare quella mia meditazione profonda. Non so perché scelsi proprio quegli elementi. Forse furono loro a scegliere me. Forse perchè sono essi stessi corpo e sangue della terra che mi sorregge e mi allontana da essa al contempo. Il calice era colmo e caldo, il grappolo gremito di anici. Pensai all’istante che tanta pienezza che sentivo dentro, era quella stessa immagine ad avermela donata. Ma figura semplice non era. Come niente è quello che appare. Il vino prese movimento, bolle e vapori annebbiarono il circondario. Il mistero si stava rivelando nella sua completezza, come solo poche anime pure possono vedere, anime che sole al mondo sanno aprire gli occhi. Il colle era colmo e fecondo di quello che vino sarebbe diventato e, per coloro che sapevano, avrebbe aperto mondi diversi e tanto anelati, che solo per i prescelti erano destinati. Non mi riuscivo a spiegare perché proprio io. Forse per il dolore che da sempre mi attanagliava, forse per il mio rifiuto del crudele presente. Bevvi quel vino fino al fondo. Goloso e assetato era il mio esile corpo di quel succo dai mille sapori e colori. Ma come è possibile che un semplice liquido possa tanto? È possibile invece. In verità quel sacro prodotto della natura apre la mente a quello che solo oltre l’apparenza si può vedere.. Questo era il mio destino. Quella notte, imparai a leggere tutti quei segni che per tutta la vita percorsero con me il mio destino. Imparai a leggere la crudeltà della vita e come essa stessa, alle volte, ammorbidendosi, può rivelare le sventure che ha in serbo per noi. Quella notte imparai che ogni attimo è prezioso, ogni sorso dell’esistenza deve essere importante come importante di più ancora potrebbe essere l’ultimo. Vino, vino.. Ti invoco e ti stimolo per aiutarmi e vincere quelli che sono i maligni! Vino che solo ha il potere di spalancare i portali dorati della verità! Affascinante è il suo aspetto, pensai. Vitale è la sua essenza. La mente mi si annebbiò pronunciando quelle stesse parole e ricordi presero forma per mostrarmi quello che fino ad allora ero. Una meteora leggera e polverosa, piccola e fragile, comparve nell’altrettanto piccolo mio pugno, pulsante e macchiato del sacro nettare. Una meteora che come un altro dei miei ennesimi segni mi sorrise e mi disse che tutto cambia, sempre e continuamente. Non avere paura dell’ignoto, come è nella natura umana. Non avere paura di quello che potresti scoprire e vedere durante il tuo percorso. Devi essere forte e questa tua qualità innata ti verrà rafforzata dall’ elemento che tu stessa hai scelto, seppur inconsapevolmente. Queste sono le parole che potetti udire in risposta. Forse come in una chimera mi sarei risvegliata, ingannata dalla mia fervida fantasia. Ma così non fu. L’alba apparve, rubando e nascondendo in se ogni stella che luce fioca mi aveva donato fino ai lunghi attimi antecedenti. Fu come una neonata. Timida e stridente che, a poco a poco, faceva mostra di se dal fondo del colle. Profumata di latte e fiori che si sentono in primavera sui balconi medievali, rischiarò il mio primo giorno. Nascemmo insieme, io e quel gelido sole d’inverno, con la differenza che quel sole non aveva un’anima sua ma, racchiudeva tutte quelle preziose anime che da secoli e secoli si confidavano con lui. Il sole non aiuta. Il sole non distrugge. Il sole fa soltanto crescere. Fu per questo che in quegli attimi ringraziai anche lui con una tale riconoscenza, devozione e commozione che mai avrei creduto di possedere. Grazie a lui e a tutti gli altri suoi fratelli, quel colle avrebbe prodotto con tanta genuinità il vino che mi fece rinascere. Mai e poi mai avrei pensato che un semplice succo potesse tanto. Ringraziai quel sole che, dopo una notte ancora più fredda della notte dei tempi, mi fece ancor meglio del fuoco ormai spento, guardare, osservare e soprattutto ammirare la bellezza del mio elemento. Il vino apparve ancora nel calice metallico e di splendidi ornamenti scolpito ed io ancora lo divorai come se fosse piena sostanza. Ne sentii il bisogno, il bisogno della fresca ebbrezza che solo lui poteva donarmi, di quel calore che tanto avevo cercato nel genere umano. Rosso, sempre più rosso si fece, acquisendo una trasparenza spettacolarmente invidiabile come trasparente era il mio puro spirito e tutti quelli che mi avevano fatto compagnia durante le tenebre. Senza artefici, senza quella crudeltà innata dell’uomo, senza falsità.. Era così il mio vino. E sempre così sarebbe rimasto. Non avrei mai permesso a nessuno di inquinare tanta bellezza..
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento