venerdì 31 ottobre 2008
LIBERO di amARTE
Dosso Dossi, Trionfo di Bacco, prima metà XVI sec.
Buon compleanno a Silvia Gigli, autrice del racconto "LIBERO di amARTE", per "I giorni del vino e delle rose".
Silvia Gigli è nata a Empoli (FI) il 31 ottobre 1979 e risiede a Vinci. Ha conseguito due idoneità presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e attualmente è laureanda presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Pisa. Dipinge per passione.
Racconto
"LIBERO di amARTE"
di Silvia Gigli
“La nostra storia è iniziata molto tempo fa , e si rinnova sempre in un momento imprecisato della vita di ciascuno di voi , quando un vento esterno riesce a penetrare dentro al corpo umano e a muovere i muscoli , fino a renderli autori di immagini , suoni,parole,movimenti, destinati a rimanere eternamente verdi come l’edera che avvolge il mio bastone.
Quando la vidi rimasi folgorato: tanto era bella in tutte le sue forme!
La sua immagine di fanciulla si rifletteva negli occhi di tutti coloro che, estasiati, non potevano fare a meno di fissarla:una combinazione di colori ,musica, movimento e corpo capace di commuovere , divertire,appagare e soddisfare.
Tanto bella quanto triste, era la sposa mia,perché nessuno fino ad allora era riuscito a farla sua.
Due erano i corteggiatori in grado di conquistare l’ambito premio: io e un tale di nome Lauro.
Tipo stravagante quest’ultimo,spesso circondato da nove fanciulle e sempre avido di un’acqua proveniente da una fonte chiamata Castalia, a detta di molti in grado di apportare ispirazione alla mente umana.
Dovete scusare cari amici la mia ignoranza in materia di acque ma non mi vergogno ad ammettere una certa propensione per quel nettare divino che deriva dal sacrificio annuale di tanti chicchi d’uva. Non so dirvi quali conseguenze specifiche ha sulle persone,so solo che libera il cuore dalle rigide catene del pensiero e lo fa battere ad ogni soffio di vita.
Venne indetto un concorso che prevedeva come premio e come giudice supremo Lei, donna capace di incarnare in sé l’idea di bellezza soggettiva e oggettiva e la sola in grado di rendere l’essere umano,che a lei si unisce,eterno nella storia.
I partecipanti dovevano mostrare il loro amore cimentandosi in tre prove: la prima consisteva nel dipingere,la seconda nel comporre versi, la terza e ultima prova,in una dichiarazione finale in cui gli amanti avrebbero dovuto aprire completamente il loro cuore.
Lauro non nascondeva la sua sicurezza, la sua convinzione:andava in giro dicendo che non poteva temere un uomo costantemente rosso in volto e marchiato da uno stolto sorriso.
È vero , spesso sono felice,spensierato ma il “povero amico” non aveva compreso che la mia ilarità non derivava dall’ignorare ma al contrario dal conoscere me stesso e la realtà più a fondo,senza barriere o pregiudizi:ero contento perché sapevo che lo avrei sconfitto!
Per la prima prova scelsi di cimentarmi nella riproduzione di una natura morta composta di frutti,in cui facevano da protagonisti grappoli d’uva che, sinuosi, delineavano o nascondevano i profili di mele, pere…
Stavo per concludere la mia opera quando, improvvisamente , sentii il bisogno di dissetarmi con quello che per me era linfa vitale.
Tanto avidamente iniziai a bere che una goccia ribelle cadde sul mio foglio andando a “macchiare” l’unico chicco d’uva ancora bianco.
Il vino lo tinse di un rosso-violetto,così perfetto da convincermi a considerare conclusa la pittura.
Il mio rivale aveva riprodotto per lei una composizione floreale e sono sincero quando dico che ogni particolare di quei fiori rispecchiava fedelmente la realtà: ma all’arte di Lauro per essere perfetta mancava un difetto!
Non stupitevi amici ,perché fu proprio quella “macchia”di vino a rendermi vincitore della prima tappa.
Queste furono le sue parole nello scegliere il migliore elaborato: “I fiori sono stupendi,ho accarezzato i loro petali come fossero veri ma non ho sentito odore,mentre quando ho preso tra le mani il foglio con la frutta ho percepito un profumo intenso,dolce ma forte nello stesso tempo che ha catturato i miei sensi e la mia anima”.
Iniziai, ancora più felice del solito, a comporre versi cercando l’ispirazione in calici che puntualmente uno dei miei tanti amici ibridi riempiva di vino.
Lauro, sempre più indisposto dal mio sorriso,tentava di aiutare la propria vena poetica dissetandosi con l’acqua della fonte Castalia.
Povero sciocco,non aveva ancora compreso che quella bevanda non faceva altro che affogare ogni ispirazione!
Nello scrivere la poesia mi fu d’aiuto la sua immagine che, ormai, era scolpita nel mio pensiero, ma soprattutto,il desiderio di Lei:avrei voluto modellarla di carezze,
dipingere la sua pelle, candida come
una tela vergine,con i colori della
passione,creare con lei,un’ armonia
celeste,unendo i nostri respiri attraverso i baci.
Io e Lei, semplicemente Bellezza.
Iniziò a leggere in silenzio i versi che aveva scritto il mio acerrimo rivale.
Mentre scorreva con lo sguardo ogni parola, sul suo volto si “disegnò” un sorriso compiaciuto.
Poi si rivolse verso Lauro ringraziandolo per averla paragonata alle cose più affascinanti del creato.
Venne il mio turno.
Era assorta nella lettura quando, improvvisamente, i suoi occhi si fecero lucidi,la sua pelle bianca si tinse di un rosso vermiglio e le mani iniziarono a tremare:l’imbarazzo si era impadronito del suo corpo.
Mentre i versi metricalmente perfetti di Lauro avevano catturato la sua mente, le mie parole erano giunte dritte al cuore che ormai pulsava di gioia.
La futura sposa mi regalò cosi anche la seconda vittoria.
Venne il momento della prova decisiva.
Il mio avversario si rivolse verso l’ambito premio e le disse: “Penso a te continuamente e penso che colui che sempre ride non sarà in grado di renderti felice,anzi ti soffocherà con la sua follia.
Sceglimi dunque,perché penso di amarti”.
Prima di iniziare la mia dichiarazione mi rivolsi a lui: “Caro amico,lo sai qual è il tuo difetto? Pensi troppo”!
Poi, guardandola negli occhi e tenendo le sue mani strette tra le mie, le sussurrai: “Io non penso di amarti,io ti Amo perché questo mi ha confidato il cuore”.
La mia vittoria rappresentò quella della PASSIONE sulla RAGIONE e la mia eterna unione con la più bella tra le belle:l’ARTE.
Perdonatemi,preso dal racconto non ho svelato la mia identità,anche se penso, scusate,sono sicuro che ormai avrete capito:uno dei miei nomi è LIBERO…sì, proprio così, LIBERO di amARTE.”
LIBERO (BACCO).
Carmina Burana, State Street Ballet of Santa Barbara
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