venerdì 21 novembre 2008
il vino degli irpini
Tra i tanti testi giunti per il concorso letterario "I giorni del vino e delle rose", quello di Mariangela Cioria si è distinto decisamente per il ricco corredo di fotografie che lo accompagna. Ricco di umanità e di storie di vino.
Mariangela Cioria è nata a Vallesaccarda e risiede a Trevico (AV) dal 1981.
Commerciante, ha deciso di abbandonare in passato gli studi universitari in "Scienze naturali" per dedicarsi alla famiglia. E' autrice del libro "Trevico e i suoi figli" (Poligrafica Irpina Lioni, agosto 1999) e del'omonimo cd multimediale stampato in Italia dal Nuovo Mondo TIM3 Roma nel 2001. I proventi dei "Canti della comunità parrocchiale S. Maria Assunta", cd stampato da Delta 3, furono devoluti alle popolazioni colpite da maremoto nel Sud-Est asiatico. Dal 2001 collabora con Patrizia Pizzulo al sito web www.trevico.net e, dal 2003, all'organizzazione del concorso di fotografia e poesia "Irpinia mia". Ha scritto per il mensile MenteLocale.
Racconto
"IL VINO DEGLI IRPINI"
di Mariangela Cioria
Racconta mio zio Francesco di 92 anni, soprannominato da tutti “z’Ciccill’, che per lui il bicchiere di vino è stato sempre il simbolo della festa, quando si ammazzava il maiale, alla promessa dei figli o al matrimonio, al S. Natale, S. Pasqua, dicendo “ ala saluta r’ stà stizza chi nun av’ s’ mett’ a pizz’”, alla salute di questa goccia, chi non beve si mette in un cantuccio. "Stù vin eia bell’ e fin ala saluta r’ Carulina". Questo vino ha un bel colore e un buon sapore alla salute di Carolina. Il vino si vendeva sciolto alle fiere del 12 agosto, festa di S.Euplio, 8 settembre festa della Madonna della Libera, era il simbolo dell’amore. In quella bevanda c’era il nettare divino, una forza della terra capace di mettere nelle vene brio e vivacità. I paesi irpini, come Tufo, Avellino, Taurasi, Grottaminarda, Montemerano, Trevico…, hanno le antiche tradizioni radicate nella storia dei vini, quella storia millenaria è scolpita nei ruderi dei castelli, delle taverne, in quelle pietre dure dei portali. I vigneti spessi li vediamo nascosti da siepi di rose canine, rose bianche con sfumature da un intenso profumo, sembra che l’uva s’impregni di quel profumo intenso. La storia dei grappoli d’uva irpini è complessa, ma tutto il mondo in quel bicchiere di vino apprezza la nostra tradizione, il nostro saper fare. Acini all’apparenza insignificanti, scialbi, o beccati dagli uccelli, ma quei chicchi sprigionano un sapore divino e molto apprezzato dal palato. Oggi, spesso si sente che è un nemico da combattere.
Una filastrocca antica per conoscere i nostri paesi.
Tre pais’ songh’ li chiù mischin’
Zungh’l’ Flumm’r ‘ e Purcarin’.
Vota copp’la r’ Grotta
cupp’lun’ r’ Santa N’cola
affum’cat’ li Flummaris’
cap’ gruoss’ r’ Sant’ Suoss’
vuocch’ tuort’ r’ Vallata
cicat’ r’ Carif’
sega corna r’ Castiell’
saracin’ r’ Tr’vich’.
Tre sono i paesi dai costumi più colorati
Zungoli Flumeri e Villanova.
Volta bandiera di Grottaminarda
peperoni di San Nicola
affumicati di Flumeri
testa grossa di San Sossio
bocca storta di Vallata
ciechi di Carife
sega corna di Castel Baronia
saraceni di Trevico.
Il vino si vendeva a credito o barattato in merce o in manodopera.
Lu mal’ pagator’
Quann’ tras’ ver’ e pensa
qualche cosa vol’ a cr’renza,
quann’ la cr’renza n’ l’eia fatta
s’ send’ cundend’ e sudd’sfatt’.
Quann’ torna, vai p’ c’rcà
t’ lu siend’ r’ iastumà,
e iastema accussì spiss’
ca eia ra tu lu riest’ a iss’.
Il cattivo pagatore
Quando entra guarda e pensa
qualcosa vuole a credito,
quando il credito glielo hai fatto
si sente contento e soddisfatto.
Quando torna e gli chiedi il denaro
lo senti di bestemmiare,
e bestemmia così spesso
che devi dare tu il resto a lui.
Li cupp’lun’ sono una qualità di peperoni grossi coltivati dai San Nicolesi.
I flumeresi producono molti salumi affumicati.
Dal nome di un antico mestiere per la lavorazione del corno.
Riferito allo strano accento dialettale.
Spesso, per la scarsa circolazione di moneta, la gente era costretta ad indebitarsi a ricambiare con i propri prodotti o con la manodopera.
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