giovedì 20 novembre 2008

una fiaba medievale. storia d'amore e di vini


Philippe Mercier, 1689-1760, Il giovane bevitore, Museo del Louvre, Parigi.



Buon compleanno ad Alida Pellegrini, autrice del concorso letterario di Villa Petriolo!


Alida Pellegrini
è nata il 20 novembre a Pistoia, dove risiede.
Laureata in Lingue e letteratura inglese, è insegnante.
Nel 1999 con un suo racconto ha vinto il secondo premio al concorso multiculturale provinciale Pari Opportunità di Pistoia; nel 2000, seconda classificata al concorso "Mario Soldati" di Torino per un romanzo inedito; terza al Premio nazionale "Eraldo Miscia" di Lanciano nel 2005; un suo racconto, nel 2007, viene pubblicato nell'antologia del Premio Internazionale "Il Molinello" di Rapolano Terme, mentre, nello stesso anno, un altro racconto è edito nell'antologia dei dieci finalisti del Premio "Loria" di Carpi. "A Titus da Rembrandt", il suo romanzo, viene pubblicato nel 2007 da Editore Serarcangeli.


Racconto

"UNA FIABA MEDIEVALE. STORIA D'AMORE E DI VINI"

di Alida Pellegrini


Sotto le arcate gotiche di un piccolo mercato, vasai e artigiani.
Profumi di erbe officinali arrivano fin qui, la campagna preme su queste costruzioni, le circonda, le vince.
Al centro fontane, intorno piccole corti interne pavimentate in pietra grigia, rosse di gerani.
Un buon posto per riposarsi, un luogo sicuro.
Due uomini sono seduti in mezzo ad un vicolo: i bicchieri in mano, una caraffa fra loro come su un tavolo, parlano cantilenando in dialetto toscano.
Son rapiti da storie che non saprò mai ma che posso immaginare: faide familiari, racconti di guerra vengono snocciolati come un Rosario all'ombra delle case.
Il liquido scende e sale nei loro bicchieri, resteranno lì per millenni, almeno finché non avrò trovato quello che cerco. Chiedo loro informazioni, voglio un vino particolare, tipico di questa terra, qualcosa da riportare a casa e centellinare vicino al fuoco nell'inverno.
Una cerimonia da effettuare nelle occasioni importanti: scegliere la bottiglia, spolverarla, ammirarne il colore, stappare, annusare, assaporare.
Ho osservato le abitudini di questa gente e saprò imitarle.
Lassù al mio paese ci sono viti indurite, stentate, nulla di fronte a quelle che leggere, in queste campagne, seguono i declivi sempre toccati dal sole e ricchi di casolari sparsi e di piccole cittadine, silenziose e misteriose come una donna. M’insinuo nelle strade, mi appoggio ai muri per guardare il cielo, dalle grate delle finestre giunge fresco e odore di cibo.
Mani bianche e vasi di basilico sui davanzali. Annuso, tocco.
Mi hanno avvertito: “Nessuno sa con chiarezza cosa vuole, straniero. Fa’ attenzione. Devi fare la scelta giusta sia che si tratti di un vino che di una femmina. Ardua impresa.
Le donne qui hanno pelle di seta e occhi di gatto, riconosci subito la tua perché altrimenti ti perderai in letti di piume e in cortine di veli. ”
Indicazioni vaghe, sempre più spesso cerco conforto e risposte negli occhi sconosciuti ma dolci che incontro.

Alte mura merlate circondano questo paese,apparentemente non t’invitano ad entrare.
E' un inganno, tutto dentro ti spinge a cantare canzoni d'amore.
Abiti scollati, seni a provocare, bianchi e rosei, aguzzi come denti o tondi come meloni, invitanti e soffici ti chiamano all'assaggio, allo stesso modo delle merci sulle bancarelle: pani e dolci dalle mille forme e sfumature.
Poveri e ricchi si mescolano, curiosità mi distraggono.

E' un attimo, la vedo: un semplice abito color carminio, i tratti del viso minuti, l’espressione seria.
Mi osserva, non devo sbagliare.
- Voglio il vostro vino. Vengo da molto lontano.-
- Da dove? - mi chiede.
- Vivo ai piedi delle Alpi.-
- Non ci sono viti da voi?-
- Poche. Si innalzano a mezza costa, sorrette da colonne di pietra tozze, più larghe alla base.-
- Perché non usate il legno?-
- Le pietre trattengono calore e lo rendono la notte alla vegetazione, al terreno, alle case. Sono come piccole stufe grigie che formano berceaux di grappoli, ma il vino è sempre raro.-
-Mi segua.- dice e prende dal banco una candela accesa.
Non penso più al mio acquisto, sotto il loggiato sono attratto dai giochi di luce sul suo abito di velluto, sui capelli, sulla pelle.
Scendiamo qualche gradino per entrare nella cantina.
-Scelga pure.-Ci sono decine di grandi botti.
-Mi dia lei i vini che invecchieranno meglio. Il viaggio di ritorno sarà lungo...più lungo di quanto pensassi.-
- Un paese così particolare il suo che m’incuriosisce.-
- E' molto freddo, in inverno siamo isolati. Non è come questa regione vicina al mare, profumata, calda….- Non so più a chi mi riferisco; ora papaveri, margherite, bocche di leone, prati d’ortica e cespugli di rosmarino mi vagano nella mente insieme ai suoi occhi, al suo volto, alla fiamma che splende nella penombra.
-Se le piace perché non rimane?-

L'ho amata non appena l'ho vista…. questa terra. Linee sinuose, colori decisi, migliaia di vigneti ben allineati come soldati o disposti a riquadri irregolari scanditi da linee orizzontali o verticali e persino dal colore delle foglie più o meno giovani.
Come non essere attratti dalle maree di pampani e acini, dalle sottili vitalbe che toccano tutto, mobili come i tentacoli delle meduse e belle come i riccioli scuri e inanellati di questa donna.
-Lo assaggi, è dell'ultima vendemmia. E’ speciale, profuma di… -
-Fiori, anche se non indovino quali!-
Non riuscivo a distinguere bene il colore dei suoi occhi né del vino ma mi convinse il bouquet, il sapore, la densità.

Uscimmo. Un profumo ci assalì, simile a quello del vino, veniva da un mazzo di rose gialle che non avevo visto prima e che stava sul banco in una brocca di rame.
Mi sorrise, mi guardava attenta. Aspettava una risposta.
Era sì, certamente sì, tutto, pur di avere… quel vino. Per sempre.

Questa è la storia del mio amore e della ragione per la quale da allora, venti anni fa, vivo qui.


Film Carmina Burana di Jean-Pierre Ponnelle

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