lunedì 29 dicembre 2008

la vigna di mary


...il sapore antico di Villa Petriolo



Tanti auguri di buon compleanno a Barbara Migliorini, autrice del racconto “La vigna di Mary” per il concorso letterario 2008 di Villa Petriolo “I giorni del vino e delle rose”.

Barbara Migliorini è nata a Siena il 28 dicembre 1981 e risiede a Castellina in Chianti.
Dopo aver ottenuto il diploma in gestione aziendale, si è iscritta alla Facoltà di Economia di Siena, corso in Scienze Economiche e Bancarie.




Racconto

"LA VIGNA DI MARY"

di Barbara Migliorini



E’ una giornata piovosa quando Mary, donna di 30 anni dopo aver affrontato la morte prematura del marito per uno dei grandi mali del mondo, sfinita dalle lacrime, dalla disperazione e dalla solitudine decide di cambiare vita, città e addirittura paese; d’altra parte suo marito non avrebbe voluto vederla soffrire così senza reagire. Non c’era più niente che la legava a Sidney, non aveva parenti e nessun altro legame forte che potesse trattenerla. Avrebbe venduto la sua immensa casa nella quale sarebbero dovuti crescere i figli suoi e di Mike e si sarebbe trasferita in Italia, in Toscana, in quella Toscana della quale le aveva parlato, quando era piccola, la sua nonna paterna Mary, dalla quale lei aveva preso il nome e che c’era stata da giovane quando s’interessava d’arte.
La sua casa fu venduta in un batter d’occhio, d’altra parte era un’abitazione bellissima su due piani e circondata da un giardino grandissimo pieno di fiori d’ogni tipo. Mary ha sempre amato i fiori e suo marito pur non avendo la benché minima idea di cosa fosse il pollice verde, la aiutava nella sua immensa passione. Ogni primavera il giardino imperversava di tantissimi colori, neanche tutte le sfumature dell’arcobaleno sarebbero riuscite a descriverli tutti. Il vialetto che divideva in due il giardino, portava all’entrata dell’abitazione e sul pianerottolo c’era il classico tappeto di benvenuto.
Entrati nella casa, le sue stanze enormi e luminose, facevano ancora ricordare i bei tempi trascorsi al suo interno, le risate, le cene con gli amici e le serate passate davanti al camino come nel più classico dei film d’amore. Al primo piano c’erano il salone, la cucina sempre meticolosamente ordinata, un bagno e un piccolo ripostiglio, mentre al piano superiore c’erano la camera di Mike e Mary, la camera che sarebbe dovuta diventare la stanza dei bimbi, la camera degli ospiti e il bagno. Tutte le volte che lei entrava nella camera dei bimbi, pensava a quello che avrebbe potuto essere e che invece non sarà mai più. Nonostante ancora non avessero programmato dei figli, Mary, non aveva voluto lasciare la stanza vuota e le pareti del muro bianche. La stanzetta del bimbo era già stata arredata. Non sapendo ancora quale sesso avrebbe avuto il futuro nascituro, il muro era stato tinteggiato di un “neutrale” giallo vivace; c’erano già la culla, la nursery, i giochi, i corredini e tutto ciò che serve ad un bimbo appena nato. “Chissà forse i nuovi acquirenti cambieranno tutto, magari hanno già dei figli o magari non vogliono neanche averli, e allora cosa se ne faranno di una casa cosi grande?” Qualunque cosa diventasse quella casa, Mary non avrebbe voluto essere lì a vederlo. Sistemate le ultime cose burocratiche poteva partire e appena arrivata in Toscana avrebbe cominciato a cercare la sua nuova abitazione.
La mattina della partenza prima di dirigersi verso l’aeroporto colse i fiori più belli del suo giardino, ne fece un bel mazzo e si recò al cimitero a dare l’ultimo addio a Mike.
Mary parlava alla tomba di Mike come se lui fosse lì con lei e raccontandogli quello che stava succedendo cominciò a piangere a dirotto, ma come in un baleno però capì che lui non avrebbe voluto salutarla così, in un bagno di lacrime.
Era arrivato il momento di partire, caricate le valigie sul taxi Mary si apprestava ad andare all’aeroporto; fatto il check-in s’imbarcò senza guardarsi indietro.
Il viaggio fu lungo, ma finalmente Mary atterrò all’aeroporto e con un taxi arrivò in centro a Firenze; bensì con se avesse una cartina, era come se sapesse già quale fosse la via da seguire, era il suo sesto senso a guidarla.
Mary pensò che in qualche modo fossero i ricordi di ciò che le aveva raccontato la nonna, a farle seguire la strada giusta, anche se le cose erano molto cambiate, ma non la storia e l’aria di poeticità che si respirava.
Ormai era sera, così sistematasi in albergo decise di farsi un bagno caldo rilassante e una bella dormita, l’indomani mattina sarebbe andata all’agenzia per cercare la sua nuova casa.
Erano le sette e il sole filtrava dalla finestra e Mary si stava svegliando, era decisa ad affrontare una lunga giornata, convinta che in quel giorno avrebbe trovato la “nuova” casa dei suoi sogni.
Entrata in agenzia, l’agente immobiliare non avrebbe mai immaginato di sentirsi dire quello che invece Mary le affermò e cioè che in questo giorno avrebbe scelto la sua casa. Visionò un sacco di locandine e nessuna sembrava piacerle, quando all’improvviso le cadde l’occhio su un casolare in pietra, circondato da un giardino, in perfetto stile toscano. Nonostante l’agente le dicesse che ci fosse già un inizio di accordo con un altro cliente, lei aveva deciso: voleva quel casolare.
In fondo l’accordo con l’altro cliente non era ancora stato perfezionato e lei aveva ancora qualche speranza per il suo acquisto.
Quella casa si trovava immersa nelle colline del chianti, tra Siena e Firenze e dai suoi vigneti si ricava un vino superbo. Quei panorami di infinite colline li aveva visti solo nella sua immaginazione, quando la nonna le raccontava la sua vita passata, oppure nei libri. Nel frattempo Mary si stava recando a visitare quel casolare e dopo averlo visto era ancor più convinta quella casa doveva essere sua. C’era un immenso giardino, una grandissima cucina con un enorme camino proprio al centro della stanza, un ampio salone e quattro stanze da letto. Mary, senza neppure pensarci un altro minuto, chiese all’agente di preparare il contratto, quella era il suo casale.
Passata una settimana Mary ci si trasferì, ma era decisa a non cambiare niente di quel suo sapore antico, tutto doveva rimanere come era adesso, c’era solo da fare qualche piccolo lavoro di restauro; per di più facevano parte della casa anche tutti i vigneti che la circondavano e pur non avendo la minima idea di come si lavorassero le vigne, decise che avrebbe prodotto del buon vino rosso che avrebbe anche imparato a gustare.
Dopo un paio di settimane tutto cominciava ad ingranare, Mary aveva anche trovato degli agricoltori disposti a lavorare per lei e ad insegnarle tutti i segreti del vino. Una mattina dopo essersi alzata e dopo aver fatto colazione, si stava avviando a seguire i lavori nelle vigne, quando in un momento ebbe un piccolo giramento di testa, al quale non avrebbe voluto dar peso, ma per scrupolo decise di andare a fare una visita. Il suo pensiero mentre si recava in ospedale era quello che tutto si sarebbe risolto con un po’ di ricostituenti, visto che per lei la causa era solo un po’ di stanchezza.
Qualche ora dopo, la dottoressa che l’aveva visitata, comunicò a Mary che era incinta. La notizia la lasciò in un primo momento senza parole, ma poi capì che quello era l’ultimo regalo di suo marito, e che il loro bambino sarebbe cresciuto in mezzo al verde delle campagne toscane, imparandone ad amare tutte le sue prelibatezze, tutta la sua arte e soprattutto quella di fare buon vino.


La Toscana dei film.
Nostalghia, diretto da Andrei Tarkovskij. Scene ambientate a San Galgano e Bagno Vignoni (Siena).

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