mercoledì 7 gennaio 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi...et voilà Manon Balletti




Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi...

Manon Balletti, famosa attrice della dinastia dei comici dell'arte Balletti, fu amante di Casanova.
Giacomo Casanova fu accolto nella casa parigina della famiglia di Manon quando riuscì ad evadere prodigiosamente dai Piombi di Venezia, dov’era stato rinchiuso il 26 luglio 1755 per “disprezzo pubblico della Santa Religione” e varie bravate sessuali.
Con questa fanciulla affascinante, virtuosa, conosciuta quando lei aveva dieci anni, nacque l’amore e sorse una corrispondenza segreta. Manon scrisse quarantadue lettere d’amore al suo amante, da Manon chiamato mon cher Casanova, mon cher Giacomo, amant, mari, ami, - ce qu'il vous plait, “Mio caro Casanova, mio caro Giacomo, amante, marito, amico, quello che vorrete”, fino a tre lettere al giorno.
A diciassette anni Manon, lasciato il fidanzato musicista, diviene la fidanzata ufficiale del Casanova. Dopo anni in attesa del suo “innamorato errante”, ruppe il fidanzamento e si sposò con un architetto. Un’ offesa che Casanova ricorderà per tutta la vita.

Leggete una delle tante lettere che Manon scrive a Casanova.

Lei è spiritosa, sicura di sé, innamorata, ma lucida. Sa che il sogno d’amore immaginato non si potrà mai realizzare, temendo che l’uomo amato non ami quanto ama lei o che il gaudente Casanova si ostinerà nella ricerca della conquista di sempre più donne sino alla fine.
Manon, dunque, conclude che non sarà mai possibile creare insieme una felicità stabile e duratura. Seppure in sogno, non resiste. E rivela comunque il suo sentimento.



Questa donna mi affascina…sa che l’incontro con l’altra metà del cielo è inevitabile, nonostante la paura di doversi confrontare con la sofferenza, le incomprensioni, le delusioni o i tradimenti. Ma affronta i pericoli, quelli che sempre si incontrano quando ci si incammina alla scoperta di un mondo nuovo, dell’ignoto. La immagino immersa in un intreccio di emozioni forti, in compagnia del suo cher ami Casanova e, certamente, di qualche buon calice di quel vino che il veneziano amava tanto. E la immagino proprio così, lieve, una donna complessa ed energica dietro l’apparente fragilità. Nel dipinto di Jean-Marc Nattier, esposto alla National Gallery di Londra, il leggero girare della testa le conferisce quella vivacità che i suoi occhi raccontano. E’ il ‘700, epoca della crinolina, delle parrucche, dei pizzi. Stile rococò. L’abbigliamento femminile è composto da un corpetto aderente, terminante a punta e doppia gonna larga sui fianchi, sostenuta dal panier. Le maniche al gomito terminano in una cascata di pizzi.Il velo fissato con una spilla ai capelli, il vezzo di perle, il drappeggio e la rosa al centro del decoltè: Manon dimostra un’eleganza fatta di pochi ma raffinati dettagli che la pongono, a buon diritto, tra le donne da ricordare. E non solo per come si è arresa all'amore.



Ah, quanto m’annoia mio fratello, è insopportabile e non si può essere più maleducati di quanto non lo sia lui, ma non parliamo di lui, che mi ha messo così tanto di malumore, che io non voglio affatto esserlo con voi. Rispondo puntualmente alla vostra lettera. Cominciate a esagerarmi molto il vostro amore, io lo credo sincero, mi lusinga e non desidero altro che di vederlo durare sempre.
Durerà? So benissimo che vi rivolterete contro il mio dubbio; ma, infine, amico mio, non dipende da voi smettere di amarmi? O di amarmi sempre?
Ma lasciamo stare, perché credo che questi lamenti non vi piacciano troppo. Il timore col quale mi sottolineate l’incertezza e la riuscita dei vostri affari mi lusinga perché mi prova il vostro amore e la voglia che avete di rendermi felice in tutti i modi. Io vi assicuro che sarò felice se potrò essere vostra e se mi conserverete sempre questa tenerezza che mi dovete per accompagnare la mia. Ma non voglio affatto he questi timori vi inducano a dirmi di cercare di dimenticarvi. Io dimenticarvi! Smettere di amarvi quando ho avuto il coraggio di dirvelo! Ah, voi non mi conoscete! Se sapeste gli sforzi che ho fatto per cercare di vincere il debole che sentivo per voi quando ho cominciato ad accorgermene! Ora posso dirvelo perché, fortunatamente o malauguratamente, non ci sono riuscita. Ma questo m’ha causato delle inutili pene. Ho cominciato a credere che l’inclinazione che sentivo per voi non fosse che una semplice d'amicizia, ma delle più semplici; mi divertivo con voi più che con chiunque altro, mi dicevo: “ E’ allegro, è spiritoso, non c'è da stupirsi”; ma infine mi scoprivo inquieta; quando lasciavate passare un giorno senza venire da noi ero triste e seria, e m'accorgevo che fantasticando non facevo altro che pensarvi. Ah, ho provato un fremito quando mi sono accorta dell’attrazione che provavo per voi, e lo spavento s’è impadronito di me. “Che faccio? – mi dicevo- sul punto di sposare un uomo al quale m'hanno già promessa, al quale io stessa mi sono promessa, vado ad innamorarmi di un uomo che, forse, non vedrò più, che non m'ama”, perchè allora io credevo davvero che non mi amaste; cosa sarà di me? Quanto sono imprudente, ridicola, amare qualcuno a cui si è indifferenti significa rendersi infelice”. Ma talvolta m'immaginavo anche che anche voi mi poteste amare, che non osaste mandarmi dei segnali del vostro amore a causa delle circostanze che non ve lo permettevano. Le cose ora sono cambiate, quel disgraziato tanto ha fatto che vi ha messo le parole in bocca, e io vi ho scoperto e tutto ciò vi ha fatto tutt’altro che torto nel mio cuore! Possa questa tenera amicizia che sentiamo l’uno per l’altro essere felice. Può fare la nostra felicità o la nostra infelicità; che dura alternativa! E’ così inquietante l’amare!
Ma buona sera, mio caro amico; muoio di sonno: la penna mi cade dalle mani, gli occhi si chiudono, ma siccome non è affatto con questi che vi scrivo, tiro avanti, ma non c’è verso, dormo sodo.
Buona sera, buona sera mio buon amico, amatemi sempre bene. Se voleste farmi veramente felice, brucereste le mie lettere.
E intanto sogno che vi dico che vi amo.


aprile 1757
traduzione di F. Santucci)

4 commenti:

Antonio ha detto...

La forza dell'amore delle donne....Mi ricorda tanto quel "..che mai da me
non fia diviso" con cui Francesca rigiura amore eterno a Paolo, colui che in fondo l'ha esiliata nell'inferno perenne...

"Non ho mai cercato nulla in te, Dio lo sa, se non te; desideravo semplicemente te, nulla di tuo. Non volevo il vincolo del matrimonio, né una dote. Mi sforzavo di soddisfare non la mia voluttà o la mia volontà, ma le tue, come sai. E se il nome di moglie sembra più santo e più importante, per me è sempre stato più dolce quello di amica o, se non ti scandalizzi, concubina e persino prostituta" (Lettere di Abelardo e Eloisa)

silvia ha detto...

Antonio carissimo, bentornato...Eloisa, un'altra delle donne eccezionali di cui mi piacerebbe parlare su DiVINando. Grazie per la tua delicata citazione, una delle dichiarazioni d'amore più belle che si possano ricordare. A presto!

Anonimo ha detto...

Che bell'idea,Silvia,questa tua ultima- e anzi - prima dell anno 2009!
Ci sono donne importanti e come leggo oggi sul Corriere della sera le aziende al faemminile sono quelle che stanno andando meglio xchè, come dice la Sotis , nei momenti storici più diffiicli le donne prendono in mano la situazione...e la risolvono al menglio.
Quindi, BENVENUTA queata pagina in rosa per offrire a tutte le donne un omaggio al sapore del tuo Rosae...
Miky

silvia ha detto...

Grazie, cara...speriamo di divertirci insieme a scovare esempi in cui lo stile e la "forza della tenerezza" portano lontano...un bacio.