giovedì 9 aprile 2009

ERO. E le favole d'amore...


Psyché ranimée par le baiser de l'Amour, Antonio Canova, 1796

Eros, signore del desiderio, amante invisibile, unendosi a Psiche, il soffio dell'anima, le dona l'immortalità...

"All’istante fu servito un sontuoso banchetto nuziale: lo sposo era seduto al posto d’onore e teneva fra le braccia Psiche, poi veniva Giove con la sua Giunone e quindi, in ordine d’importanza, tutti gli altri dei. Poi fu la volta del nettare, il vino degli dei; e a Giove lo servì il suo coppiere, il famoso pastorello, agli altri, Bacco. Vulcano faceva da cuoco, le Ore adornavano tutto di rose e d’altri fiori, le Grazie spargevano balsami e le Muse diffondevano intorno le loro soavi armonie. Apollo cominciò a cantare accompagnandosi sulla cetra; Venere, bellissima, si fece innanzi danzando alla soave melodia di un’orchestra ch’ella stessa aveva predisposto e in cui le Muse erano il coro, un Satiro suonava il flauto, un Panisco soffiava nella zampogna. Così Psiche andò sposa a Cupido, secondo giuste nozze e, al tempo esatto, nacque una figlia, che noi chiamiamo Voluttà..."
Apuleio, Le metamorfosi, favola di Amore e Psiche



ERO. Sicilia Rosso IGT. Nero d'Avola.

Evocazione del nero, essenza di un vitigno che arriva da lontano.

Radici. Tempo passato del verbo essere. In prima persona, essere in quella terra, fare quel vino. Una sfida al presente reclamarne le radici.

Oscuro. Eros che si nasconde. In etichetta, un serpente piumato. Un soffio, e si svela un vino celato. L’antico mito di Amore e Psiche alimenta la ricerca di un vino oscuro. Eppur amato incondizionatamente.




Il Nero d’Avola è un vitigno dalla provenienza incerta e con molte interpretazioni. A noi affascina l’idea della purezza. Un vino diretto e armonioso, che non rinuncia alla freschezza della sua acidità, ma mantiene gli aspetti esotici del frutto, che gli sono propri, per il carattere della varietà e per quel che le vigne e gli uomini riescono a carpire dal vento d’Oriente, che qui soffia ogni giorno e racconta storie bellissime.

"Appena giunto in paradiso Pictor si trovò dinnanzi ad un albero che era insieme uomo e donna. Pictor salutò l′albero con riverenza e chiese: "Sei tu l′albero della vita?". Ma quando, invece dell′albero, volle rispondergli il serpente, egli si voltò e andò oltre. Era tutt′occhi, ogni cosa gli piaceva moltissimo. Sentiva chiaramente di trovarsi nella patria e alla fonte della vita.
E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna. Pictor chiese: "sei tu l′albero della vita?".
Il sole annuì e rise, la luna annuì e sorrise. Fiori meravigliosi lo guardavano, con una moltitudine di colori e di luminosi sorrisi, con una moltitudine di occhi e di visi. Alcuni annuivano e ridevano, altri annuivano e sorridevano, altri non annuivano e non sorridevano: ebbri tacevano, in se stessi si perdevano, nel loro profumo si fondevano. Un fiore cantò la canzone del lillá, un fiore cantò la profonda ninnananna azzurra. Uno dei fiori aveva grandi occhi blu, un altro gli ricordava il primo amore. Uno aveva il profumo del giardino dell′infanzia, il suo dolce profumo risuonava come la voce della mamma. Un altro, ridendo, allungò verso di lui la sua rossa lingua curva..."
Herman Hesse, Favola d'amore

Il fluttuare tra due poli, il sole e la luna, uomo e donna, ragione e passione, cultura e natura, occidente e oriente. L'unità ed il mistero della vita...

Un pensiero d'amore per tutti in questi momenti difficili. Che la ragione ci illumini, ci guidi il cuore.

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