mercoledì 8 aprile 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Paola Navone, nel bilico del mondo tra design e artigianato



L’autrice del leggendario saggio “Architettura radicale” per Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi di questo mercoledì su diVINando.

Paola Navone, architetto e designer di fama internazionale, insignita nel 1983 (periodo del gruppo Alchimia, accanto ad Alessandro Mendini, Ettore Sottsass Jr. e Andrea Branz) del prestigioso International Design Award a Osaka e, nel 2000, nominata Designer dell'anno dalla rivista tedesca Architektur & Wohnen. Curiosa, grande viaggiatrice, eclettica, il suo amore va diretto alle tecniche artigiane. Anche quelle orientali, che ha conosciuto vivendo a lungo tra Indonesia, Malesia, Thailandia.



“Quelli firmati dalla Navone sono oggetti in bilico tra design e artigianato, manufatti che incorporano competenze e sapienze capaci di caricare di nuovi valori il lavoro manuale. La contaminazione operativa tra culture e saperi diviene strategia culturale e produttiva aperta su forme, colori, ombre, luci che si combinano, si modificano per creare visioni "mediterranee", in cui convivano sapori e colori del sud del mondo unite al gusto e alle forme dell'Occidente ricco di tradizioni, aperto e in movimento”.




La sua ricerca come architetto, designer, art director, arredatrice, saggista, insegnante, è interminabile e la porta a curare esposizioni ed eventi che lasciano il segno: a Taste - il salone del gusto organizzato da Pitti Immagine e inaugurato il 14 marzo alla Stazione Leopolda di Firenze - ha allestito la mostra BON SOUVENIR, un’ariosa installazione di grande effetto, scenografia d’arte, con atmosfere da magazzino industriale, per il risto-bar della manifestazione ideata dal gastronauta Davide Paolini. Creazioni realizzate in esclusiva da Paola Navone in collaborazione con Richard Ginori 1735, la più antica manifattura italiana di porcellane, con sede a Sesto Fiorentino. La famosa designer ha realizzato una edizione limitata di piatti in porcellana pura, ispirati ai piatti del “buon ricordo”, quelli che un tempo si realizzavano per celebrare ricorrenze speciali, decorati reinterpretando l’immagine di ciascuna delle 170 aziende di Taste. Un intervento d’autore, un omaggio ai protagonisti del salone, ma anche il recupero creativo di una tradizione e di un’antica sapienza: l’idea di coprire con decorazioni, posizionate in punti strategici delle porcellane, i difetti della produzione. Con risultati mirabili.



E allora si provino anche le porcellane di Reichenbach - la fabbrica che produce porcellane da oltre duecento anni nella culla del romanticismo tedesco - firmate Paola Navone: la tradizione ritorna, con quella sensazione piacevole di dejà vu, di familiare, col bianco candido totale che inonda di luce gli ambienti che ospitano questi pezzi bellissimi, dalle forme classiche rivisitate con taglio moderno. Un senso di purezza alla vista che regala un piacere extra ai nostri cibi… Come la linea di bicchieri in vetro incolore, minimali e funzionali, pensati per esaltare senza interferenze le bevande cui sono destinati.




Paola Navone ha sempre cercato il confronto con ambiti espressivi differenti: è approdata anche al teatro con una collaborazione, che ha fatto storia, con la compagnia d’avanguardia Magazzini Criminali, con la quale ha realizzato le scene di Crollo nervoso, nel ’79, con Alessandro Mendini, ricordate in una recente iniziativa ospitata nel foyer dei Cantieri Koreja a Lecce.



Un’attenzione precisa e sensibile al paesaggio urbano, che diventa magazzino da cui attingere a piene mani oggetti, situazioni, immagini, che l’ha condotta a creare in giro per il mondo manufatti che si legano ad un'idea simbolica di nomadismo metropolitano, nei quali riescono a convivere atmosfere dell'Oriente e gusto occidentale. Anche per le nostre case, i nostri nidi, aperti al “valore dell'incidente, rispetto alla monotonia della serialità”. Per una casa speciale, fuori dal tempo e d’avanguardia, sobria e scintillante, semplice e lussuosa, dove per lusso si intende sentirsi “a casa” tra le cose che ci circondano.

2 commenti:

Antonio ha detto...

"Quelli firmati dalla Navone sono oggetti in bilico tra design e artigianato, manufatti che incorporano competenze e sapienze capaci di caricare di nuovi valori il lavoro manuale"...l'arte come eredità del sapiente lavoro artigianale, l'artigianato nobilitato dalla malia dell'arte...
Ci sono persone, artisti, o artigiani, quasi dei druidi, che sembrano saper cogliere l'essenza estrema dei materiali, la potenzialità nascosta..
Ma non è questo il vero "big bang" dell'arte? Estrarre da ciò che è comune, basso, infimo, come la materia, quel quid che non è rivelato a tutti, quella nobilità di forme e perfino (è questo il caso) uno stravolgimneto di sostanza, che innalzano il tutto?
Trasformare suoni in musica, un blocco di pietra in un David, della terra in colore...
Cos'è l'artista, se non, alla fine l'alchimista primo, colui che maneggia il piombo e ne trae splendori?

Cha sa plasmare col lavoro delle proprie mani, buon artigiano quindi, un albero, il suo legno,un violino..musica eterna...

Oggi ti propongo Stradivarius..Antonio Stradivari, il celebre liutaio di Cremona...

Ancora oggi la sua storia è avvolta nella leggenda. Come è possibile che abbia saputo fabbricare, in un cinquantennio di attività fra il 17mo e il 18mo secolo, strumenti tanto perfetti, che perfino con le tecniche moderne è impossibile eguagliare? Si costriscono così tanti violini, perchè solo i suoi producono quel suono? E' la scelta del legno, che lui stesso faceva? E' una formula chimica particolare delle vernici applicate? E' "sempolicemente" la sua abilità manuale"
Si sono scritti racconti, trattati, rimanzi, ma nessuno è ancora in grado di dirlo con certezza....

La formula dell'alchimista, artigiano artista, rimane un segreto....

silvia ha detto...

ma che accoppiata!!!!!!
stavo provando ad immaginarmi chi avresti potuto accompagnare alla mia dama...niente, non riuscivo a seguire il gioco. Stradivari! giusto, uniti dalla nobilitazione di materiali comuni, di ogni giorno...che in ogni giorno continuano a riempire i nostri spazi, il nostro tempo, ma con un quid particolare. Quello di chi lo ha scoperto e ce lo offre.
Grazie, antonio!!