mercoledì 6 maggio 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Franziska Nori, anima dei Sistemi Emotivi della Strozzina




Dedico questo mercoledì Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi a Franziska Nori, Project Director del CCCS, Centro per la Cultura Contemporanea Strozzina, parte della Fondazione Strozzi di Firenze.



Questa giovane donna, nata a Roma nel 1968, cura dal 2007 - anno in cui si è inaugurato il nuovo spazio espositivo del CCCS con la mostra Sistemi Emotivi, ideata dalla stessa Nori, in collaborazione con Martin Steinhoff - un programma pluriennale dedicato alla promozione di arte e cultura contemporanee: a tema, progetti espositivi, cicli di film e video, workshops, performances e lectures ospitati negli spazi suggestivi del centro, restaurati recentemente sotto il cortile di Palazzo Strozzi. Sono le cantine del palazzo, dove hanno trovato alloggio le più prestigiose mostre fiorentine. L'arte contemporanea immersa in un contesto rinascimentale: un palcoscenico "naturale" che riacccentua in maniera sempre stimolante la ricerca di nuovi linguaggi da parte di Franziska Nori, modi di concepire e di proporre il "prodotto arte" sempre diversi, in relazione al luogo di provenienza degli artisti e ai mezzi espressivi utilizzati, con un'attenzione puntuale a tematiche importanti per la sensibilità attuale.





Prima di essere l'anima della Strozzina, Franziska Nori ha diretto il Digitalcraft.org Kulturbüro di Francoforte, la cui attività è concentrata soprattutto sulla sulla cultura digitale.

Dal 2005 fa parte del comitato scientifico dell’International School dei New Media all’Università di Lubecca. Dal 2000 al 2003 è stata curatrice del dipartimento per “new media art and crafts” presso il Museo di Arti Applicate (MAK) di Francoforte, per il quale ha organizzato mostre e collezioni di oggetti digitali (giochi e siti web). Insieme al suo team di Francoforte, ha prodotto mostre come “I Love You”, che ha esplorato il mondo degli hackers e dei virus informatici, “ 'adonnaM.mp3” centrata sull’analisi dei networks e dei file condivisi sulla rete e “Digital Origami” dedicata alla cosiddetta “demo scene”. Nel 1998, è stata incaricata dalla Commissione Europea di dare una valutazione sulle future strategie per i musei d’Europa che lavorano con i new media. Dal 1992 in poi ha lavorato per diverse istituzioni europee, come curatrice indipendente di arte moderna e contemporanea: alla Schirn Kunsthalle di Francoforte, al Museum für Moderne Kunst di Vienna, al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid, e alla Fundación la Caixa a Palma de Mallorca.
Questo nuovo spazio espositivo del CCCS, s’è aperto nel novembre ’07 con Sistemi Emotivi – mostra curata dalla stessa Nori con Martin Steinhoff. E’ stata poi proposta una rassegna internazionale di video intitolata Atlanti Futuri.


A seguire, Cina Cina Cina!!!, Exploded Views, e la mostra “Arte, prezzo e valore”, terminata nel genaio scorso: una riflessione disincantata sui condizionamenti del mercato sull'arte, la relazione tra economia e cultura, i "manipolatori del mercato". E alla Strozzina, per illustrare questi meccanismi, sono stati allestiti laboratori anche per i più piccoli.



"(...)Gli artisti entrano così a far parte di un sistema fortemente competitivo che segue una dinamica internazionale, mettendo in concorrenza tra loro artisti provenienti da realtà completamente diverse, esigendo, però, un linguaggio globalmente leggibile e commercializzabile".

Allora, ecco il caso Takashi Murakami, "(...)che proprio con quei marchi si trastulla, ed arriva a firmare per Luis Vuiton alcune borse esclusivissime, veramente una sorta di corto circuito autoreferenziale in cui consumismo e arte si sovrappongono. Né Murakami ne fa mistero, anzi, accodandosi alla lezione di Andy Warhol, il primo grande manipolatore del mercato, dichiara esplicitamente di considerare l’arte come un’attività commerciale in cui lui, da maestro, si è pure creato un’impresa internazionale, con tanto di marchio aziendale e strategia di marketing".

Un sistema complesso, quello dell'arte contemporanea...


Meditiamo. Visitiamo la Strozzina. E rivalutiamo le emozioni, anche nelle discipline scientifiche, come stanno facendo gli artisti che utilizzano le tecnologie con intenzioni filosofiche, estetiche, visive.

I prossimi eventi da non perdere qui.

4 commenti:

Frank Spada ha detto...

A Franziska Nori, una donna scesa dai tacchi appendendosi all'invenzione dei pensieri, i complimenti per le sue ricerche emozionali/artistiche.
A Silvia Maestrelli, i migliori auguri di buon lavoro in vigna e in "altri" luoghi dello spirito.

Antonio ha detto...

Cara Silvia, la vita delle tue dame è sempre fonte di infinite associazioni di immagini e sensazioni. Vite ricche...
Purtroppo, pur con la frequenza con cui scendo a Firenze, non ho mai visitato le mostre di palazzo Strozzi. Grazie al tuo solletico però credo proprio che rimedierò in fretta..
Mi piace molto pensare alle "cantine" di una tale struttura come a una fucina d'arte, perdipiù di arte tecnologica quotidiana ..mi sembra di immaginare le mitiche officine sotterranee dei ciclopi sotto l'Etna (sotto la tua vigna?), dove questi esseri portentosi, agli ordini di Efesto, traevano dal calore e dall'oscurità oggetti che oggi verrebbero annoverati nel design più lussuoso del mercato..
Al posto di un Vulcano, un perfetto palazzo rinascimentale, forme ideali in una corazza da fortezza. Al posto della furia distruttrice e generatrice di una colata lavica, la febbrilità di una famiglia fiorentina esiliata e macchiata nell'onore e ora decisa a riprendersi tutto il prestigio dovuto, in una gara di bellezza senza precedenti che dalla demolizione di 13 palazzi ne fece nascere uno solo destinato alla meraviglia dei posteri..
Tempi di mecenatismo e sfarzo..
Ma se dal XX secolo in avanti la bellezza è stata posta più che mai in sodalizio con la razionalità, creando un connubio fra arte, tacnologia, artiginato come era allora per i nostri industriosi ciclopi, ti propongo come cavaliere chi di questo sodalizio si è fatto teorico e mallevadore, Walter Grpius, il primo direttore della Staatliches Bauhaus, il laboratorio di arte e architettura nata a Weimar nel 1919 "dalla fusione della Scuola Granducale di Arti Plastiche (Accademia di Belle arti) e della Kunstgewerbeschule (Scuola di artigianato artistico). Questa origine esemplifica il programma della nuova scuola che vuol riunire arte applicata e architettura".
La nascita formale del (concetto moderno)di design..
Guarda un po', vi ritroviamo come professore un altro dei miei cavalieri precedenti: Vasilij Kandinskij.
Ah, lo studio della bellezza...

silvia ha detto...

Grazie, caro Frank...Franziska Nori è una personalità che affascina molto anche me. Credo stia facendo cose importanti e il fatto che abbia deciso di farle proprio a Firenze non può che rendermi ancora più orgogliosa della nostra terra.
A presto!

silvia ha detto...

a noi, mio fedelissimo Antonio. Leggerti è sempre un grande piacere, con tutte le informazioni e gli arricchimenti che regali a noi e alle nostre dame. Vasilij Kandinskij "bigamo", dunque? ;-)

Un abbraccio

ps: splendida la suggestione della fucina dei ciclopi sotto l'etna come le cantine che ospitano la Strozzina ....Grazie!