lunedì 8 giugno 2009

Bevimi! di Serena Gentilhomme



Si dà inizio alle danze...Ecco Bevimi!, il bel racconto di Serena Gentilhomme, il primo dei testi segnalati per S'IO FOSSI...VINO, terzo concorso letterario di Villa Petriolo.

Tanti complimenti a Serena e buona lettura!



Racconto BEVIMI!

Una cinquantenne americana, ipocondriaca e dolorosamente nubile, sbarca a Firenze, coinvolta in un viaggio organizzato dalla banca che la impiega. Al suo primo espatrio, miss Amanda Blank deve affrontare i suoi più radicati terrori – promiscuità dei corpi ammassati in interminate code, molestie sessuali e microbi ovunque acquattati – , nonché simulare entusiasmo davanti ad incomprensibili meraviglie: quadri, monumenti e statue le fanno lo stesso effetto che una spessa muraglia di cemento.
Inoltre, il tempo è spaventoso.
Ai nubifragi notturni è subentrata una pioggerella che, dopo aver irrorato la goffa maestà del Nettuno, il bicipiti del David e le contorsioni delle Sabine, s’illanguidisce sulla piazzetta del Limbo, davanti alla chiesa dei Santi Apostoli. Incappucciata in un poncho trasparente che le va stretto e che rende ancor più penose le vampate di calore inerenti all’età, Amanda cerca di concentrarsi sulla storia di bimbi morti senza battesimo gracidata dalla guida nel microfono…
Improvvisamente, non ne puo’ più.
Per la prima volta in vita sua, è certa di perdere quel proverbiale self-control che tanto le ha valso il plauso dei superiori. Sa che si metterà ad urlare senza ritegno se varcherà la soglia di questa chiesa di cui ha scorto le viscere: algida fuga d’arcate, splendori marmorei policromi soffusi d’impervia bellezza… Ed ecco che il via alla visita è lanciato, gli ombrelli dei turisti si chiudono unanimi, il vessillo della guida s’innalza sulle teste ed Amanda si mette a correre : svicola sotto una loggia odorante d’orina e di lezzo, s’abbatte sulla spalletta dell’Arno, riconosce, a sinistra, il Ponte Vecchio, stipato d’impermeabili, d’ombrelli ed un brivido di ribrezzo le percorre il corpo sul quale il sudore della vampata si raggela. Staffilata dalla pioggia, la fuggiasca attraversa un ponte deserto e contempla un ventaglio d’ignote vie.
Lo sgomento dilaga in lei alla vista d’una freccia che annuncia : Santo Spirito.
Damn, è piombata là dove mai avrebbe dovuto, in quell’Oltrarno stigmatizzato dalla guida come malfamato. Amanda cerca di ritornare sui suoi passi, ma un ostacolo sorge all’imboccatura del ponte sorvegliato da due roride ed intransigenti statue: in groppa ad un cavallo, un uomo dai lunghi capelli ricci, completamente nudo, le lancia segni e grida festevoli, da vecchio amico, le volteggia intorno con la grazia d’un acrobata, invitandola a salire in sella.
I loro sguardi s’incrociano.
Inseguita da scoppi di risa, Amanda si lancia in una corsa matta e disperatissima, sperdendosi in vie dai nomi incongrui (Preti, Serragli Caldaie, Tegolaio) per poi ritrovarselo sempre davanti, quel gioviale cavallerizzo nudista indifferente all’acquazzone che lo flagella:
– Bevimi, bevimi, urla, galoppando tra schizzi e fragorosi scalpitii.
Un fulmine percuote una via dal nome in alto sperso, tra una cascata di glicine e l’insegna, angolosa ed incomprensibile, del solo locale aperto, nel quale Amanda si precipita. In fondo ad una ripida scala di pietra, l’accoglie una trattoria pulita, ma vuota di clienti, disadorna e scialba : pavimento nero, sedie e tovaglie bianche, pareti grigie.
– Ah, finalmente è arrivata. Stavo per chiudere, le lancia una voce, alta e risentita, proveniente dal fondo della sala, dove s’agita una donna di mezza età, vestita di scuro.
Amanda sussurra, sfiatata, esausta:
– Do you speak English ?
– Per forza. Venga, le ho riservato il miglior tavolo, dice la signora in uno stentato inglese, indicando una tavola rotonda al centro della quale spiccano un cartellino ed un recipiente avvolto in un panno grezzo.
In alto, echeggia un lontano tamburellare di pioggia e di zoccoli.
– No, no, protesta flebilmente la turista, accasciandosi su di una sedia.
– Non si chiama Amanda Blank, lei ? Allora ? Cominciamo con l’aperitivo, poi si vedrà, propone la donna alla cliente che contempla il cartellino della prenotazione col suo nome scritto verticalmente, in lettere acuminate come quelle dell’insegna, ma leggibili.
Il getto scaturito dal recipiente fiammeggia in un boccale tondeggiante.
– Che odore, eh ? Sentirà che sapore ! Torno subito.
Amanda cerca d’appigliarsi a tutti i dettami, divieti, timori e spunti fobici di cui la sua esistenza cortese ed uggiosa si è nutrita fino allo sbarco sulla piazza del Limbo, alla fuga e all’incontro col cavaliere solitario e nudo – ma il profumo, il colore, la consistenza del liquido offerto la costringono ad agire come una dormiente in un sogno : inerme, impaurita, eppur fiduciosa, oscuramente cosciente di quella scappatoia che è il risveglio… Ma Amanda non sogna, e lo sa, e beve fino all’ultima goccia l’elixir che dilaga in lei, che chiude gli occhi, assaporando ignote sensazioni.
– Buono, eh ? Ne prenda un altro po’ !
Mentre il fiotto scarlatto gorgoglia nel boccale, Amanda guarda intorno a sé, presa da un’improvvisa, invincibile simpatia per quel locale spoglio, al limite dello squallore, dalle pareti grigie…
Grigie ?
Osservando bene – e, ora che ha finito il secondo boccale, Amanda s’accorge che la vista le si è acuita – i muri sono soffusi d’un colore purpureo sul quale si stagliano figure ed iscrizioni verticale, spinose, che le ricordano l’insegna del locale. In preda ad un bisogno viscerale, sinora occultato, di sapere, scoprire, decifrare, conoscere, cerca d’impadronirsi della bottiglia per versarsi un altro boccale, ma un soffio imperioso glielo impedisce :
– Per questo, devi baciare sulla bocca il mio gemello. L’hai già visto, vero ?
Lo sguardo d’Amanda vaga dall’affresco sulla parete di fronte a lei (invasa da un nudo maschile, decapitato, cavalcante un destriero) alla persona che glielo indica : una matura bellezza, fulgente nel corsetto purpureo che le scopre i seni, calettata in una gonna cremisi che tutto rivela delle cosce sode e guizzanti, del ventre tondeggiante, del sedere florido. Solo la voce, gutturale e perentoria, collega la dimessa matrona che ha accolto la turista smarrita a questo volto senza età, dalla bocca tumida, dagli zigomi alti, dagli occhi sgranati di color perso, identico a quello del nudo cavallerizzo scaturito dalla pietra e dall’acqua.
– Si’, lo conosco, si sente rispondere Amanda.
Due lunghe mani liberano il recipiente dall’involucro: ne scaturisce una testa incorniciata da lunghi capelli ricci.
– Bevimi, articolano le labbra tese in un sorriso eterno.
*
Nuda e felice, un’abitante del Nuovo Mondo danza sotto la pioggia, aspira il profumo madido del glicine, si struscia contro antiche mura, ascolta le innumerevoli storie narrate dalle pietre sepolte, dai tabernacoli dimenticati, sempre fissando un’insegna rossa che si spegnerà quando l’estemporanea baccante ne avrà decifrati i caratteri cuneiformi.
Fufluns Turan.
Sogguardando la scena dalla finestra dello scantinato nel quale sono da secoli reclusi, Fufluns e Turan evocano la grande epoca nella quale erano venerati come il dio del vino e la dea dell’amore tra gli Etruschi, per poi trovarsi soppiantati da altri, e ridono soddisfatti, come due locandieri dopo una giornata fruttuosa : il modesto potere, conferito da superne istanze, di farsi locandiera e vino per trasformare scialbi turisti in visionari interpreti della loro civiltà sommersa è meglio che nulla, per illuminare l’eternità di due dimenticati numi.
L’insegna si spegne.
Un grido di donna, ebbro d’insostenibile gioia, fende l’oscurità.
Distesi su un giaciglio di pietra, Fufluns e Turan chiudono gli occhi, aspettando un risveglio che forse non avverrà mai più.


SERENA GENTILHOMME è nata a Firenze. Vive da più di dieci anni a Besançon. Insegna Storia del cinema italiano a UFR Lettres, Fantastico e Horror. E’ specializzata su Dario Argento e la sua opera.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io questa bella novellina l'ho letta in anteprima e me ne vanto perché mi è parsa molto avvincente!
Complimenti all'autriceeee e complimenti agli organizzatori del Concorso!!! TT_Ratavuloira

silvia ha detto...

Grazie mille TT e ancora tanti complimenti a Serena per la sua visione... dopo un'ubriacatura di cultura! Bevimi ci è piaciuto moltissimo.

Serena Gentilhomme ha detto...

Presto ci sarà una versione francese!