lunedì 22 giugno 2009

Maisto Dabar di Luigia Bencivenga


Ci avviciniamo a lunghi passi alla cerimonia di premiazione del terzo concorso letterario di Villa Petriolo di giovedì 25 giugno e con grande piacere DiVINando continua ad ospitare i racconti segnalati: oggi si pubblica il racconto di Luigia Bencivenga, autrice napoletana che risiede a Bologna.

Buona lettura e complimenti a Luigia!



Racconto MAISTO DABAR

Maisto Generoso, di professione oste e bevitore di vino, decise di lasciare la sua osteria bolognese e di andar per mare. Nulla lo tratteneva. Né i clienti, né le donne che lo avevano amato, né la fama che s'era fatta in una città che non ha eroi, ma solo personaggi da bar.
Maisto Generoso lo conoscevano tutti. Napoletano di padre, la madre bolognese, s'era trovato in eredità un piccolo stanzino che negli anni divenne l'osteria più amata dai giovani bevitori della città. Solo vino rosso e piattini di formaggio o salame. Ci si fermava per leggere una pagina o due del Manifesto e si restava lì tutta la notte a parlare del mal governo, della città che non è più la stessa, e di altri argomenti che al mattino svanivano.
Maisto Generoso divenne il nuovo personaggio della città. I giovani artisti lo corteggiavano, pure le donne e un regista girò pure un cortometraggio sulla sua vita dal titolo Maisto Dabar. Nel film lo si vede piuttosto ingrassato, i capelli lunghi crespi e bianchi, una maglietta politica molto sporca e le unghie violacee di chi sta sotto i silos di vino e riempie giare e bottiglioni. E' in compagnia dei suoi più cari amici, un trans che ogni tanto palpeggia, due filosofi e la ragazza delle pulizie. L'osteria è chiusa, la luce è fioca, il filosofo fa una canna d'erba, l'altro dormicchia, mentre Maisto beve parlando di una possibile rivoluzione, a tutti la casa, a tutti un lavoro, a tutti un buon rosso e una donna da amare.
Maisto la madre l'ha vista due volte. Una quando nacque, ma non se lo ricorda. L'altra quando morì, lei lo volle vedere nel suo appartamento in via del Pratello che gli lasciò in eredità insieme all'osteria. Quella fu una benedizione per un uomo che a trent'anni non aveva nessuna voglia di lavorare. Così, piazzò due ragazzotte emiliane in carne dietro al bancone, ordinò tre silos e cominciò a godersi la vita e i guadagni seduto al tavolo a parlottare del niente.
La città era ben diversa da Napoli. A Bologna non si resta invisibili, almeno non lui. E i ritmi sono placidi e intensi. Niente mare, ma per il resto non ci si poteva lamentare, né sentire malinconie. Il padre, un marinaio in pensione di stanza a Castellammare, s'è goduto gli ultimi anni a pescare cozze sul litorale e a succhiarle crude col Solopaca ghiacciato. Non si sa che fine abbia fatto, forse se lo è mangiato il mare. Le suore che allevarono Maisto sono belle che morte ma le porta nel cuore, soprattutto Suor Cecilia, la cuoca che si ubriacava dalle 11 del mattino fino a sera. Cecilia gli dava quel po' d'amore di cui tutti hanno bisogno, qualche soldino per portare al cinema le ragazze e soprattutto una autentica fede e venerazione per l'Aglianico.
Sulle pareti dell'osteria di Maisto ci sono pochi segni della sua vita. Qualche foto con gente famosa, la locandina del cortometraggio, diversi ritagli di giornale che parlano dell'osteria. Passati trent'anni, i clienti non sono più gli stessi; alcuni sono andati via, altri hanno messo la testa a posto e le mogli non vogliono vederli ubriachi alle quattro del mattino. I transessuali del Pratello si sono fatti vecchi e pure i mezzi clochard, ma almeno resistono al fascino della coca e degli Spritz che pare abbiano sostituito la vecchia canna d'erba e il bicchiere di rosso nelle preferenze dei giovani bolognesi.
Maisto rivede spesso il “suo” film, si piace. L'altra sera, prima di abbassare la serranda dell'osteria, chiamò Gianna il transessuale, i due filosofi e la donna delle pulizie. Mise la videocassetta e pianse in compagnia degli altri attori. La rivoluzione nessuno l'aveva ancora fatta, e tutti e cinque erano senz'amore. Gianna si irritò non poco a vedersi così bella e giovane, gli altri non notarono nessuna differenza, il vino era lo stesso e pure i soldi in tasca.
Ho deciso di chiudere.
Il primo filosofo stentò a credere a quelle parole e non ne trovò altre, cosa insolita per chi come lui costruisce e demolisce sistemi. In quale luogo avrebbero trovato sfogo le sue parole se non in quella osteria che da trent'anni lo ospitava e lo sopportava?
Il secondo filosofo tentò di riportare Maisto sulla via della ragionevolezza. Che farai senza questa stanzetta? E che faremo noi senza te?
Non mi importa, il vino lo andrete a bere da un'altra parte. Siete i primi a cui lo dico, ma sono stanco, voglio andare.
La donna delle pulizie, la Laura, cominciò a urlare. Lei ci viveva grazie a quella stanzetta. E tutti gli anni che aveva dedicato a quell'uomo dove sarebbero andati a finire? Questo è il ringraziamento?.
Gianna non disse nulla. Si allontanò per pisciare sotto al portico, poi rientrò. E dove andresti?
Ho pensato di andare per mare. Ho una barca. Qualche soldo. Mi carico un po' di vino e mi metto a scrivere le mie memorie.
Gianna scoppiò a ridere. Ok, ci sto. A patto che ci porti con te. A che serve stare con i piedi per terra?
Gli altri si guardarono pensierosi. Cosa avevano da perdere? La vita non sarebbe stata né più facile né difficile. La Laura avrebbe provveduto a pulire e a far da mangiare. I due filosofi avrebbero avuto tutto il tempo per bere, fumare e pensare. In quanto a Gianna, a sessant'anni un po' di riposo dal sesso e dagli uomini non le avrebbe fatto che bene.
Il giorno dopo, la famosa osteria di Maisto Generoso non aprì al pubblico. Nessuno seppe perché e nessuno seppe dove l'oste fosse andato. Si inventarono parecchie storie sul suo conto ma nessuno seppe la verità.
I cinque protagonisti di Maisto Dabar presero poche cose, molto vino e droghe leggere. Salparono da Ravenna e girovagarono in lungo e in largo per il mediterraneo e, di tanto in tanto, brindavano alla loro piccola rivoluzione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

carino...molto bolognese!!

silvia ha detto...

Molte grazie, la nostra autrice ne sarà felice!!