Da "A GRANGOLA!", cerimonia di premiazione del concorso letterario di Villa Petriolo 2010 La gaia mensa |
Annalisa Nesti e la piccola Chiara, protagonista del video “La ricetta dei ricordi”, premiate durante la cerimonia “A Grangola!”
_Foto di Gloria Giampiccolo_
Due premi speciali al concorso letterario di Villa Petriolo edizione 2010 "La gaia mensa": il riconoscimento per il contributo multimediale ad Annalisa Nesti per il video – e relativo racconto – “La ricetta dei ricordi” e il premio internazionale Strada del Montalbano a L. Angel Naya per il racconto “Il senso di Pedro....e la tavola servita per l’amore”.
Da "A GRANGOLA!", cerimonia di premiazione del concorso letterario di Villa Petriolo 2010 La gaia mensa |
Luis Angel Naya, premio internazionale del Montalbano, con la brava presentatrice Daniela Leoncini ed Elena Bartalucci di Turandot Viaggi, sponsor del premio speciale insieme all’Associazione Strada dell’olio e del vino del Montalbano e al Residence Casa Italia di Lamporecchio
Annalisa Nesti è impiegata presso una ditta di commercio in materie prime tessili. Sommelier AIS, ha frequentato il corso di cucina della scuola “Peccati di gola” di Anna Moroni. Annalisa risiede a Prato.
Racconto e video “La ricetta dei ricordi” di Annalisa Nesti
Da I piatti de LA GAIA MENSA. Concorso letterario Villa Petriolo 2010 |
Ingredienti:
1/5 dolcezza
1/5 fantasia
1/5 felicità
1/5 autostima
1/5 vitalità
A piacere aggiungere comprensione, pazienza, curiosità.
Una scorza di coraggio, tenacia q.b, passione e amore a seconda del piacimento.
Procedimento:
Allentare un po’ la tensione e porsi in condizione di rilassamento.
Essere predisposti a turbamenti e/o sconvolgimenti.
Indossare abiti comodi.
Scegliere un posto silenzioso e con luce soffusa…lontano da fonti odorose che potrebbero offuscare le percezioni olfattive…
Chiudere gli occhi…(entrambi senza paura!)
Adesso chiudere gli occhi.
Abbandonare il corpo…rilassate le vostra membra…(anche qui senza alcun timore!)
Farsi trasportare dalle onde della mente…(sentirsi come da piccoli, quando quel cannotto cullava il vostro IO in una lenta e dolce movenza in mezzo al mare…e tutto il resto intorno non aveva alcuna importanza!)
Respirare lentamente…
Ancora più lentamente…
Ascoltare le varie sensazioni…ascoltarle tutte le emozioni…senza aver timore..farle entrare dolcemente…
Accogliere a piccole, piccole dosi, tutti i brividi, i fremiti, i palpiti e i sussulti che invadono l’intero essere…
Posizionarsi in equilibrio e armonia con il passato.
Ospitarlo a braccia aperte!
Unirlo al presente.
Ora miscelare il tutto in una voragine di ricordi: toccare con mano piano, piano; sentirne i profumi uno ad uno fino a riconoscerne la complessità della fragranza, osservarne le inebrianti danze e i movimenti, l’aspetto totale, i colori, le sfumature in dettaglio, la trasparenza e lucentezza…i gesti…
Assaporare con gusto … umiltà e semplicità non ne occorrono tantissime….
Unire anche un pizzico di essenzialità,di calore e passione …
Mescolare nella parte interna della propria anima con dolcezza …
Ecco ora provare gioia, tanta gioia…
Lasciarsi andare totalmente!
Un bel respiro profondo…
Sentire ora lo spirito di convivialità e di condivisione che viene fuori con prepotenza...
Lo sentite?
Sapori e ricordi, sapori della terra, una fusione di elementi molteplici e diversi tra loro: aria, terra e fuoco si congiungono in un esplosione di emozioni e suggestioni nell’anima!
Eccoli..
Racchiusi in una cornice…
Stanno arrivando!
Sono tutti per mano, si tengono per mano in una danza ritmata e avvolgente .
Suoni lontani, urla di piacere, di gioia, di piccoli bisticci e giochi attorno ad un banchetto imbandito … canzoni distanti, proverbi e modi di dire di una volta, parole e consigli che ritornano nella mente, principi e valori solidi difficili da capire…ma profondamente attuali e importanti…che ritornano ora…nel presente…base e fondamenta del sentire,principio degli odierni comportamenti, modalità correnti di vita!
Eccoli ancora…
Con profumi di bosco, pineta, mare, odori di pietanze, di natura, miscele di profumi intensi e complessi che riportano all’essenza di un passato nel presente ..colori vividi, franchi, decisi…
Eccoli tutti insieme in una cornice di un momento di vita travolgenti da osservare..
Da gustare ancora, ancora senza mai fine..
Con sapori indimenticabili, distinti, netti …
Con sapori piacevoli per l’anima, sapori vividi che procurano un turbinio di piacere, di passione, di fuoco e originano vita … armonia totale con se stessi e con il mondo..
Presente e passato ora si confondono in un abbinamento unico inconfondibile.. con un dolce retrogusto di un ricordo sincero, ardente, vivo e santo per l’anima …
Ricongiungersi con se stessi …
Far scivolare e penetrare l’emozione, sentirla e respirarla tutta fino alla sua profondità estrema …
Viverla ancora, viverla a pieno ...
Toccarla con mano..
Accarezzarla… teneramente
Riporla con cura nel cassetto della madia dei ricordi.
Sentire ora una condizione di piacere proattivo con le persone intorno, con le cose, con la natura tutta…
Concentrarsi sulla bellezza circostante…
Sulla natura, sulla poesia della vita, sull’importanza delle piccole cose…
Respirare piano, profondamente, lentamente…
Ancora un respiro profondo…
Salutare il volto di quel ricordo, che scorre con dolcezza di fronte agli occhi, che in punta di piedi con semplicità, amore, passione travolge e lascia con sé una miriade di sensazioni,di amore,di energia, di poesia, di tenacia..
Per proseguire in vista di quell’orizzonte ancora lontano, oscuro, soffuso… senza mai arrendersi, ancor più forte e vivo grazie al sapore e agli insegnamenti di quegli stessi ricordi…
Sentire una sensazione di leggerezza, di felicità…di gioia.
Vita!
Aprire gli occhi, sorridere, sorridere sempre, credere nei propri valori, non arrendersi mai…
Intravedere sempre l’arcobaleno senza mescolarne e confonderne i singoli colori, ma in un'unica armonia.
Respirare e giore a pieno nel vivere un emozione, un ricordo…ancora un altro ricordo e poi un altro!
Mescolarli insieme..a poco…a poco..
Fonderli, gustarli a pieno con passione e ardore.
Aprire gli occhi e … gustarsi la vita in ogni suo attimo presente, senza dimenticarsi mai di quelli passati.
Abbiate cura della vostra ricetta dei ricordi, assaggiatela sempre con gusto, perfezionatela, condividetela, apprezzatela e ricordatela sempre.
Buona vita a tutti!
Ricetta TORTA DI PANFICHIROTTA
Ingredienti:
150 GR MOLLICA PANE TOSCANO SECCO
200 ML O NR.1 BICCHIERE DI LATTE DI PECORA O VACCINO
NR. 2 FICHI DI BACCHERETO SECCHI
100 GR DI UVETTA SULTANINA
30 GR NOCI TRITATE NEL MORTAIO
1 BICCHIERINO DI VIN SANTO
30 GR PINOLI TOSTATI
53 GR BURRO
A PARTE IN UN ALTRO RECIPIENTE:
450 GR RICOTTA PECORA SETACCIATA
150 GR ZUCCHERO
3 UOVA MEDIE:
NR 3 TUORLI PER LA CREMA DI RICOTTA
NR.3 ALBUMI DA MONTARE A NEVE CON UN PIZZICO DI SALE
SI AGGIUNGE A GRADIMENTO:
UN SOSPETTO DI CANNELLA
20 GR. DI MAIZENA SE LA CREMA DI RICOTTA FOSSE PIU' MORBIDA ED ACQUOSA
Procedimento:
In una ciotola di vetro mettere il pane secco Toscano con il latte di pecora
o vaccino per AMMORBIDIRLO e sopra il burro morbido a pomata e lasciare 2 ore coperto in modo che il pane si ammorbidisca bene.
In un'altra ciotola piccola, spezzettare i fichi secchi e uvetta sultanina e sopra versare il bicchierino di vin santo in modo che si ammorbidisca il tutto.
Ora partiamo con la crema di ricotta: mettere in una terrina zucchero e tuorli d'uova e montare le uova a cui aggiungeremo la ricotta di pecora setacciata; continuare a mescolare fino ad ottenere una crema omogenea; se la ricotta fosse troppo liquida si può aggiungere 20 gr di maizena per dare alla crema più densità.
A questo punto unire il composto del pane ammorbidito alla crema di ricotta e la ciotolina dei fichi con uvetta. Mescolare il tutto; mettere le noci tritate e pinoli tostati.
Montare a neve ferma gli albumi ed aggiungerli al composto finale mescolando dal basso all'alto cercando di non smontare gli albumi.
A questo punto mettere il tutto in una pirofila da forno a temperatura di
180°C senza ventilazione per 45 minuti circa.Deve risultare un composto simile ad un soufflè morbido ed appena gonfiato.
Abbinamento marmellata di fichi, spolverata di panna e Vinsanto.
L. Angel Naya è un insegnante e cultore del tango. Abita in Argentina. Scrive di sé: “Amo la cucina e il buon vivere. La scrittura mi accompagna nella vita, insieme alle note e ai volteggi”.
Racconto “IL SENSO DI PEDRO ...e la tavola servita per l’amore” di L. Angel Naya
Hay de todo nella casita:
Almohadones y divanes, (...),
Alfombras que no hacen ruido
Y mesa puesta al amor*.
“A media luz”, di Carlos César Lenzi, Edgardo Donato, Editorial Musical Perrotti, 1925.
Senza dubbio, le esperienze più coinvolgenti che riusciamo a viverci sono quelle che abbracciano tutti i sensi. O almeno, la maggior parte di essi. Per natura, e cultura, abbiamo bisogno di cibo e relazioni. Ma, per consuetudine e pigrizia, le sensazioni che si avvertono a tavola si trasformano troppo spesso in routine.
Per fortuna, non è il caso, questo, di Pedro. Vanta la debolezza, la necessità irresististibile, di mantenere cucina e gusto vivi e vivaci. “Questione di sopravvivenza”, ama ripetere, compiaciuto, a chi prende parte ai suoi banchetti.
Una sera di primavera, il crepuscolo della città odora di smog stanco di giornata, di pescato e bouganville arrampicate ai balconi di case arcobaleno. Dietro l’angolo, un tango di strada rimanda un’eco malinconica. Pedro passeggia leggero, al suo fianco una donna. Inizia la danza, la scelta degli ingredienti. Fondamentale accordarsi sul menù, i passi da compiere. Pedro lo sa bene. Il resto lo concede all’improvvisazione. Con un un lieve cenno del capo, lo sguardo acceso, un’increspatura delle labbra, Pedro immagina, seleziona, suggerisce. A pochi metri lei, intenta a sondare le proprie voglie davanti al banco del forno. Gli si avvicina: senza bisogno di parole, Pedro la sta chiamando. Pomodoro, carne di maiale, zucca, patate, mais, cipolla, peperoni verdi, fagioli, aglio, paprika. Si prepara il locro. Cena sostanziosa, sorride tra sé la donna. Una baguette fragrante e ancora tiepida dall’ultima sfornata sarà perfetta. Malbec? Un assaggio veloce, un retrogusto che non finisce più. “Il vino lo abbiamo”, rassicura lei indirizzandosi alla cassa. Pedro si accorge che uova, farina e dulce de leche aspettano, pazienti sul rullo, il suo consenso. “Tenerezze...”, sussurra alla compagna. La commessa li ascolta. “Gola“, confessa la donna allungando la spesa.
In cucina l'ambiente si scalda, e quello che a pranzo era l’angolo delle faccende domestiche, cangia ora d’atmosfera in un salotto, animato da risate di cristallo, sguardi complici e note di metallo. “Un brindisi per salutare la svestizione della cipolla”, sentenzia seducente Pedro. Pelle sotto pelle, bianca e rosa, liscia e morbida, profumata. Un’improvvisa commozione li coglie. “L’acqua, dovevamo passarla sotto l’acqua...”. Il tango confonde. Note che mordono la carne, lente, senza fretta di finire, arrivano dalla stanza accanto. A media luz gira sul grammofono d’epoca, regalo della nonna per quell’appartamentino in Corrientes tre quattro otto, secondo piano, che Pedro ha mantenuto intatto da quando Mercedes, tutta rimmel e labbra rilucenti sino alla fine, glielo ha lasciato insieme alla sua dolcezza e alla tavola servita per l’amore. Né portiere, né vicini, dentro solo cocktail e amore...
* C’è di tutto in questo nido: i cuscini, i divani, (...), i tappeti che ovattano i rumori e la tavola servita per l’amore.
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