mercoledì 2 maggio 2012
Mani intelligenti e sguardi delicati. Il laboratorio del pane a Villa Petriolo
"La mano è il vero organo della civiltà, iniziatore dell'evoluzione umana".
Ernst Fischer, L'arte è necessaria?, 1959.
Fare, creare, esprimersi è una vera necessità per la natura umana.
La possibilità di sporcarsi le mani manipolando la materia, poi, è attività che procura autentico piacere perché regala la sensazione di poter modellare la realtà esterna, lasciando impronta ed espressione di sé.
Questa mattina Villa Petriolo ha ospitato altre due classi del plesso scolastico di Cerreto Guidi. Alla guida della maestra Elena, questi meravigliosi bambini, dalle mani intelligenti e gli sguardi delicati, hanno raggiunto la nostra azienda agricola di buon'ora. Preso posto intorno al grande tavolo sull'aia, si sono mescolati gli ingredienti.
Farina, acqua, lievito, sale e...un pizzico di zucchero, l'ingrediente segreto. Le mani in pasta hanno completato la magia!
La sorpresa della lievitazione.
La fantasia dei bambini supera ogni previsione. Cuori, farfalle, alberi, serpenti, chiocciole, le forme di pasta più gettonate. E fiori.
Il mago-fornaio, l'educatore e attore Andrea Vagnoli, ha insegnato ai bambini come si realizza un fiore dall' impasto. Tutto inizia con il "baco": si arrotola un po' di pasta, la si stende come una lunga lingua, si creano piccole dentellature come quelle di un pettine e si arrotola. Ecco il nostro fiore di campo da cuocere subito nel forno a legna!
La soddisfazione per il proprio lavoro.
E dopo l'impegno, il riposo e il ristoro. Tutti a fare merenda sotto al patio, con pane e olio della nostra uliveta e frutta appena colta del podere di Villa Petriolo.
Il dolce dei mandarini e l'amarognolo del nostro olio da Mignolo Cerretano ci hanno consentito di concentrarsi sulle sensazioni del palato. E ci siamo accorti che il pane che compone la merenda è sciocco, senza sale. Urge, dunque, una spiegazione sulla storia - o leggenda - del sale scomparso da almeno un millennio dal pane toscano...
Non potevamo salutarci senza prima visitare il luogo, misterioso e fresco, dove il compagno del pane, il vino, riposa...
Arrivederci al prossimo laboratorio!
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