martedì 27 aprile 2010

Vinitaly 2010: il vino più buono, le cantine migliori. L' intervista di Cronache di gusto ai guru dell'enogastronomia


(...) hai visto le generose
montagne siciliane coperte di vigneti.
Hai bevuto a Messina, a Palermo e sull'Etna;
Catania ti ha riempito il calice...


Jan Andrzej Morsztyn
- Georgiche (1643-1644) –


Il vino più buono, le cantine migliori, al Vinitaly 2010. L’articolo di Laura Di Trapani e Manuela Laiacona, apparso ieri su Cronache di gusto, pubblica i giudizi di dieci tra i più autorevoli giornalisti dell’enogastronomia sulla fiera veronese di poche settimane fa: Fabio Giavedoni, co-curatore della guida ai “Vini d’Italia” di Slow Food, Licia Granello, inviata del quotidiano La Repubblica, Monica Larner, corrispondente italiana di Wine Enthusiast Magazine, Carlo Ottaviano direttore editoriale esecutivo di Gambero Rosso, Davide Paolini, il Gastronauta e giornalista de Il Sole 24 ore, Mauro Remondino, responsabile di cibo e vino per il Corriere della Sera, Michele Shah, inviata per Wine business International e Sommelier India, Alessandro Torcoli, capo redattore di Civiltà del Bere, Enzo Vizzari, direttore Guida ai Vini d’Italia de l’Espresso, Franco Maria Ricci, presidente Ais di Roma e direttore della rivista Bibenda.

Lusinghiera la menzione di Michele Shah, che cita i nostri vini di Tenuta di Fessina - insieme a quelli di Benanti ed i prodotti biologici di Salvo Foti - tra i vini più buoni degustati al Vinitaly.



Tra i “terroir” ritenuti migliori, l’Etna ed il panorama vinicolo siciliano riscuotono forti consensi. Ma molte sono le zone in crescita. Lo spunto di riflessione che ci offre Franco Maria Ricci ci pare davvero interessante per procedere con ancor più impegno ed entusiasmo:

“In occasione del Vinitaly non si fa una comunicazione efficace sul vino, si è raccontata la manifestazione dal punto di vista del business. Si sono investiti i soldi nelle degustazioni. I media che hanno seguito l’evento, dai giornali ai programmi televisivi, come al solito non hanno dato il senso della cultura di questo prodotto. E’ vergognoso che ci siano dieci milioni di persone che conoscono il vino e altre cinquanta che lo ignorano. Un evento importante che andava comunicato è che quest’anno molti giovani sono venuti al Vinitaly per assaggiare e conoscere il vino, quando invece negli istituti alberghieri si dedicano solo cinque ore di studio al vino in cinque anni. È necessario soffermarsi invece sul valore artistico e culturale del vino, è necessario fare capire il vino”.


Buon lavoro a tutti i vitiCultori italiani!

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