giovedì 29 aprile 2010

La "souplesse" del Chianti. Enoturismo in 2.0



Giacomo Tachis, membro dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino e dell’Accademia dei Georgofili, nonché uno tra gli enologi più noti, protagonista della rinascita del vino in Italia, osserva che il fascino del vino toscano, oggi, è costituito dalla "gentilezza", che conferisce al nostro vino "una fisiognomica nuova: i rapporti di base sono mutati, a partire dal colore (tonalità ed intensità) fino al carattere olfattivo (profumi più intensi, più vinosi, ...) e al sapore (meno duro, più denso, più grasso, più sapido e più evoluto)".

Il cambiamento è iniziato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quando il consumo del vino ha subito un profondo rivolgimento culturale: il Chianti è passato ad occupare gli spazi dell'occasione, da bevanda quotidiana che era. Alla crescita dell'aspetto qualitativo è corrisposta un'altrettanto potente opera di valorizzazione del vino, investendo gli ambiti del marketing: "La bottiglia bordolese vestita di eleganti etichette ha sostituito in buona parte i vecchi fiaschi, così come più raffinati bicchieri dalla forma studiata per esaltare colori e aromi dei vini hanno sostituito i vecchi boccali e 'ottavini' da osteria". (da "Vinattieri fiorentini" di Paolo Nanni, Edizioni Polistampa)

La qualità sempre migliore del nostro prodotto ha contribuito ad aumentare anche l'appeal dei territori su cui nasce: senza voler semplificare troppo, poiché il settore è davvero complesso, Chianti è spesso sinonimo di Toscana - uno dei pochissimi brand territoriali veri che esistano -, con il ricchissimo patrimonio di arte e cultura che la nostra regione, con nostro grande privilegio, si porta dietro da secoli.

Un "turismo integrato" è dunque quello che tende a veicolare il vino, che ha nel suo DNA un potenziale enorme di antichi saperi da tramandare e comunicare, quelli da cui nasce e cresce.

Se n'è parlato ieri, durante un interessante convegno - coordinato da Robert Piattelli - che si è svolto al Centro per la cultura del vino I Lecci, sulle splendide colline di Montespertoli, la cui Amministrazione, da sempre, investe fortemente nella promozione del Chianti con l'organizzazione dell'annuale mostra, che quest'anno si terrà dal 3 al 6 giugno.

"Conversazioni sul travel 2.0, nel Chianti": un incontro con gli operatori del Chianti su Travel, Toscana, Marketing territoriale.



Tra i vari interventi, quello di Francesco Tapinassi, direttore APT Maremma, che ha illustrato le nuove funzioni di una APT 2.0 nel "misterioso e affascinante caso Maremma": il passaggio da una comunicazione to many a una one to one come priorità assoluta, come necessità per mantenere il dialogo nel tempo e far affezionare al proprio territorio gli enoturisti alla ricerca di qualcosa di autentico ed originale.



Spesso l'assuefazione percettiva ci induce a perdere a poco a poco lo "sguardo altro" sulle nostre meraviglie, in mezzo alle quali viviamo giornalmente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso la comunicazione di ciò che gli altri dicono di noi. Una forma di condivisione delle informazioni, una rete circolare, che permetta a chiunque di accedere al valore di un'esperienza. E' l'emozione che fa la differenza oggi, non più solo la destinazione. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacità di coinvolgimento, l'espressione della nostra identità, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone.

La sfida vale per tutti: l'impegno nel promuovere questa "souplesse" del Chianti-Toscana, soprattutto online, è grande e avvincente. Souplesse delle persone, delle colline, dei sapori. E del panciuto, e inimitabile, fiasco impagliato in 2.0..perchè no?!!

Per approfondire, QUI l'articolo dedicato al Chianti nel numero di marzo del Gambero Rosso: anche Villa Petriolo tra i produttori intervistati, nella "rivincita del Chianti".

E QUI le nostre proposte enoturistiche per scoprire il Chianti da tanti punti di vista.

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