giovedì 21 luglio 2011
L’anima mia che è contadina, in un bicchiere di Chianti...
Ieri sera sorseggiavo un bicchiere del mio vino, il Chianti di Villa Petriolo annata 2008, e, lavorando al pc, ho sentito la voglia di accompagnare i miei piccoli sorsi a buona musica.
Guccini e Sangiovese, ho pensato, che accoppiata piacevole….
Il vignaiolo, come il cantautore, mette in bottiglia la poesia della terra, nella sua espressione più autentica. Perché non praticare quel gioco che, diversi anni orsono, Gino Veronelli inaugurò come altamente suggestivo? Ossia, l’abbinamento della musica al vino.
Francesco Guccini è uno dei più noti musicisti italiani, ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola del cantautorato, tanto che le sue canzoni sono paragonate ad autentici testi poetici, degni di comparire nei libri scolastici. Guccini è solito frequentare nei suoi componimenti diverse cifre stilistiche, sia quelle classicheggianti che quelle popolari: dalle citazioni di grandi autori, alle risonanze di cultura folclorica.
Da “Odysseus”:
Bisogna che lo affermi fortemente che, certo, non appartenevo al mare
anche se i Dei d’Olimpo e umana gente mi sospinsero un giorno a navigare
e se guardavo l’isola petrosa, ulivi e armenti sopra a ogni collina
c’era il mio cuore al sommo d’ogni cosa, c’era l’anima mia che è contadina,
un’isola d’aratro e di frumento senza le vele, senza pescatori,
il sudore e la terra erano argento, il vino e l’olio erano i miei ori....
(…)
Ma nel futuro trame di passato si uniscono a brandelli di presente.
C’è Omero, Dante, Foscolo, Kavafis, in Odysseus.
Gli strumenti: percussioni, e poi uno strumento a corde, forse una cetra, poi il pianoforte, le percussioni dal ritmo ancestrale che richiamano il battito cardiaco, infine un flauto di pan. Su tutto, l’endecasillabo, il verso principe della tradizione letteraria italiana.
Gli antichi culti della terra vengono evocati da “un’isola d’aratro e di frumento”, dove il vino e l'olio rappresentano un tesoro. Quello della tradizione, come il Sangiovese delle nostre terre, che porta nel mondo la cultura millenaria della Toscana agricola.
“Ma nel futuro, trame di passato si uniscono a brandelli di presente”. Il nostro Chianti base, da Sangiovese 90% e Colorino 10%, unisce una concezione moderna del fare vino, in cui l’eleganza e la finezza contraddistinguono oggi un prodotto più “gentile” eppur vitale, ad un omaggio alla tradizione del vino toscano per eccellenza, quello da bersi a tavola con cibi che nutrono, come per la generazione dei nostri padri, abituati a sbicchierare dal fiasco, ogni giorno, l’anima loro che era contadina. Per il futuro di un vino più autentico, tornare alle origini, dopo esserci bagnati di presente.
Buon ascolto. Di Guccini, e del Chianti.
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