mercoledì 25 aprile 2012
Per fare onore al buon vino. Wine tour a Villa Petriolo
"A ben riflettere, si può bere il vino per cinque motivi:
primo per far festa, poi per colmare la sete,
poi per evitare di avere sete dopo,
poi per fare onore al buon vino e, infine, per ogni motivo".
Friedrich Rückert (1788 – 1866).
Con l'arrivo della bella stagione, a Villa Petriolo inizia il ciclo dei wine tour...un'ottima occasione per presentare ai nostri ospiti provenienti da ogni parte del mondo il territorio del Montalbano in tutti gli affascinanti aspetti, culturale, agricolo, enogastronomico.
Agli amici tedeschi di oggi abbiamo raccontato tracce di civiltà contadina toscana, ancora integre e visibili a Villa Petriolo.
Un tempo, il focolare era l'unico mezzo per riscaldare la cucina e la casa.
La cucina era munita di acquaio – a Villa Petriolo, è in pietra serena -, sotto al quale si riponevano tinozze e catino. Niente in cucina aveva funzione esclusivamente decorativa, tutt’al più alcuni oggetti non erano di uso proprio giornaliero: in occasione del giorno della battitura o della mietitura, ad esempio, si usavano grosse pentole di smalto o di rame, oppure i tegami in coccio, che poi si ripulivano per mezzo della rena e si riadoperavano per uno sposalizio o un'altra battitura.
Nei locali adiacenti la cucina, in una sorta di magazzino-dispensa, venivano appesi pomodori, granturco, uva, saggina da seccare, e si era soliti trascorrere la maggior parte della vita familiare: le donne cucivano, rifacevano i materassi, legavano scope di saggina oppure intreccciavano la paglia per i fiaschi di Chianti.
Fiasco di Chianti della Fattoria di Petriolo.
I mandarini del nostro podere, colti e mangiati, con cui ci siamo congedati dai nostri ospiti.
Un carissimo saluto ai nostri winelovers e buon rientro in Germania!
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