domenica 27 maggio 2012
Una rosa bianca, se spruzzata di vino, canta
Con uno sguardo mi hai reso più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho ingoiato una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza di un riflesso
nei suoi occhi. Io ballo,io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo,il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se spruzzata di vino,canta.
Mi metto a ridere,inclino il capo
con prudenza,come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita,nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola,Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza quadro.
(Wislawa Szymborska, poetessa polacca, Nobel 1996)
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