domenica 27 luglio 2008

una goccia di oro rosso per il vino dell'amicizia...


Grazie alla collaborazione con il Circondario Empolese Valdelsa ed al supporto dell’ Istituto Superiore Statale Federigo Enriques di Castelfiorentino (FI), il concorso di Villa Petriolo ha previsto quest’anno una sezione speciale, riservata agli studenti della scuola Enriques. Un omaggio alla cultura del bere bene bere sano anche tra le giovani generazioni.


Per “Il vino dell’amicizia” si premia dunque “Una goccia di oro rosso” di Arianna Imbrescia.
Complimenti ad Arianna, che riceverà in premio un buono per l’acquisto di libri a tema enogastronomico.


Arianna Imbrescia è nata Poggibonsi nel 1990 e risiede a Castelfiorentino. Ha appena terminato il quarto anno dell’ Istituto Alberghiero nella Scuola Superiore F.Enriques. Dopo vari stages in aziende per professionalizzarsi - “Cafè Gilli” di Firenze, “L’hotel ristorante Le Boscarecce” a Castelfioretino, “Villa San Paolo” a SanGimignano, “Osteria da Zela Località Coiano”, “Hotel Mannaioni” a Montaione - ha concorso in competizioni legate all’ambito scolastico. Per il concorso di barman della FIB, tenutosi a Castelfiorentino lo scorso anno, si è classificata al secondo posto assieme ad un’altra allieva del medesimo Istituto.



Racconto

“Una goccia di oro rosso”

di Arianna Imbrescia



Mi trovavo in una stanza semibuia, piena di botti e… da una finestrella un raggio di sole mi permise di notare una goccia, che usciva dalla botte.
Questa goccia di un pregiato colore rosso, m’incuriosì e mi soffermai a guardarla accorgendomi che non era semplicemente rossa, ma presentava delle sfumature.
Allora pensai fra me: ” Cosa sarà mai questa goccia così meravigliosa?”.
Incuriosita, mi misi a fissarla, era bella, più la guardavo e più vedevo qualcosa di nuovo, di unico.
Poco dopo mi accorsi che quel rosso mi era familiare, mi ricordava qualcosa che avevo già visto, ma cosa?
Mi venne in mente il colore di qualche frutto: fragola, lampone… no, era più intenso. Poi pensai al colore di una pietra particolare, e contenta esclamai: “Rubino”!
Mentre ero intenta a determinare quel colore, quella goccia che prima usciva lenta aveva accelerato la sua corsa, sembrava volesse scappare dalla botte.
Allora balzai in piedi, di corsa afferrai il primo bicchiere che trovai sopra un vecchio tavolo e lo posi sotto quella goccia che ormai aveva “ messo su famiglia”.
Mi accorsi subito che quel bicchiere non sarebbe bastato a fermare quel piccolo fiume, allora al volo afferrai un piccolo secchiello, sperando bastasse!
Fu allora che presi in mano il bicchiere, che dalla fretta non avevo neppure osservato, e mi accorsi che con la sua forma rotonda, coccolava quell’insieme di gocce.
Il colore adesso si faceva più pregiato e quel bicchiere incuriosì anche le mie sensazioni olfattive.
Annusandolo scoprii un magnifico profumo di frutta rossa da cui riconobbi subito more e ciliegie; e mi domandai: ”Forse è sciroppo?”.
Ma mi smentii immediatamente; non poteva essere semplice sciroppo.
Osservai ancora a lungo quel bicchiere e notai che muovendolo formava dei piccoli archetti che scendevano lentamente lungo il bordo del calice; e mi domandai senza trovare risposta: ”Come mai?”
Dopo di che, come Alice nel paese delle meraviglie con i biscotti, sentii il bisogno di assaggiarlo e lo feci.
In bocca era morbido, confermava tutti i sentori che avevo avvertito in precedenza annusandolo, non era caldo e… non sapevo dare una definizione alle mie sensazioni.
Guardai ancora a lungo quel calice, poi balzai in piedi, lanciai un’occhiata al secchiello ormai pieno e ricordandomi ciò che avevo letto in un vecchio libro di mio padre felice esclamai: ”Quella goccia di oro rosso… è VINO!

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