venerdì 22 agosto 2008

i fiori della vite


Walter Rosenblum, Nonna e nipote, 1946




Buon compleanno ad Elisa Maria Baiocchi, autrice del racconto “I fiori della vite” per il concorso di Villa Petriolo.

Elisa Maria Baiocchi è nata a Soresina il 22 agosto 1983. Residente ad Annicco (CR), dice di sé: “scrivere è una passione, un mondo tutto mio in cui trovo sempre rifugio. Nei pochi ritagli di tempo, tra il lavoro e l’Università, non c’è modo migliore di rilassarsi che vedere una pagina di word tutta bianca…”



Racconto

"I FIORI DELLA VITE"

di Elisa Maria Boiocchi



“Dal formicaio uscì una formica,
scalò una collina a gran fatica,
dal colle giù per la valle andò,
nel granaio si arrampicò,
prese un chicco dal granaio
e lo portò al suo formicaio.
Allora uscì la seconda formica,
scalò una collina a gran fatica,
dal colle giù per la valle andò,
nel granaio si arrampicò,
prese un chicco dal granaio
e lo portò al suo formicaio.
Allora uscì la terza formica,
scalò una collina a gran fatica,
dal colle giù per la valle andò,
nel granaio si arrampicò,
prese un chicco dal granaio
e lo portò al suo formicaio,
.........
e una alla volta le formichine
viaggiarono per valli e colline,
e un grano alla volta tutto il granaio
si portarono nel formicaio.”

“Ora dormi piccolina…”

Avevo quasi vent’anni, ma lei si ostinava a cantarmi la “filastrocca delle formiche” ogni sera. Io la lasciavo fare, me ne restavo lì con gli occhi socchiusi ad osservare le sue labbra così rosse e sottili. Ho passato anni a credere che avessimo iniziato la coltivazione dell’uva per colpa di quei piccoli esserini neri che si erano rubati tutto il grano.
Mi rimboccava le coperte ed io mi addormentavo sentendo un profumo che non so spiegare...Era quello della sua pelle…
La pelle di nonna Rosa profumava senza bisogno di lozioni. Liscia e soffice mi accarezzava piano. Inebriante e perfetto.

“Guarda qui, piccolina. Vedi? Il vino si muove, è in continuo cambiamento, proprio come te… Cambia colore, sapore e profumo”.

Nonna sapeva, ma taceva. Nonna mi sorrideva.
Vedevo nei suoi occhi la tristezza e non ne capivo il motivo.
Leggevo i suoi pensieri come se fossero stati i miei, e per la prima volta la sentivo così distante. Eravamo legate. Un legame speciale: stesso nome, stessi occhi neri, stesso carattere. Sapevo che lei mi avrebbe appoggiato in ogni scelta, sapevo che lei ci sarebbe stata. Sempre. Per me.

Era la sera prima del mio compleanno ed io mi sentivo strana, ero ansiosa ed agitata, neppure le sue carezze riuscivano a calmarmi.
“Non mi racconti la filastrocca, Nonna?”
“Ma certo, piccolina mia…”

Mi addormentai poco dopo. La sentivo ancora lì con me, sentivo il suo profumo e sapevo che c’era.

La luce si rifletteva in camera, faceva fresco quella mattina. Mi alzai di corsa. Essere festeggiata da tutti era il miglior momento del compleanno!
“Auguri!!! Già vent’anni! Come passa il tempo!”
Mamma si era da tempo rassegnata al fatto che stessi crescendo, ma nel giorno del mio compleanno pareva dimenticarsene e le prendeva la malinconia. Un abbraccio ed un bacio, per farle passare la tristezza…
Non riuscivo a stare ferma, correvo da una stanza all’altra, e aspettavo…Cercavo.
“Dov’è Nonna?”
Mamma mi guardò in modo strano e si voltò dall’altra parte, indifferente.
“Mamma, dov’ è Nonna?!”
Si voltò di scatto…
“Scusami Rosa, pensavo di aver capito male. Sai ormai le mie orecchie stanno invecchiando…”
“Mamma non ricominciare…! Dimmi dov’e Nonna?”
Mi disse che era dov’era sempre stata negli ultimi vent’anni.
Non capivo.
Mi prese la mano e mi portò fuori. Iniziammo a camminare velocemente per le vigne…
“Auguri Signorina Rosa!” “Uno speciale giorno per la Signorina”.
Non risposi a nessuno, seguivo Mamma. Avevo quasi paura di perderla in quella distesa di uva. Camminammo per venti minuti. Poi ad un tratto si fermò e mi disse:
“Io fin quassù non ci vengo mai”.
Guardavo e non capivo, rimasi immobile mentre la vedevo allontanarsi, stava tornando verso casa.

C’era un pezzo di marmo rosso, color granata, vicino all’albero. Era sporco di terra e di pioggia. “Deve essere qui da un pezzo!” pensai. “Che strano regalo...” aggiunsi.
Notai una scritta rovinata dal tempo, e cercando di pulire la lastra con il vestito lessi:

Rosa d’autunno,
dolce canto tremante
mosto selvatico
di calde sere d’estate.
1883-1950

Corsi a casa. Passai in ogni stanza, controllai ogni angolo. Gridai il suo nome mille volte.
Mi buttai sul letto, le lacrime uscivano insistenti.
La cercavo e avevo paura di capire.
Vidi un biglietto acconto alla specchiera, sbucava da una busta argentata tutta stropicciata. Con il respiro affannato iniziai a leggere:

“Piccola mia non piangere. Il calore delle mie mani ti ha accompagnata per tutti questi anni. Ora sei donna, Rosa. Una donna vera, una donna speciale. Vedrai con occhi diversi, ascolterai nuove parole, assaggerai sapori mai provati. Prima eri acerba, poi troppo giovane. Adesso invece sei pronta. Capirai la vita grazie al tuo dono. La luce illuminerà il tuo cammino, ti guiderà, come ho cercato di fare io per vent’anni”.

E’ passato molto tempo da quel giorno.
Ho visto il mio Paese andare in pezzi, cadere e rialzarsi. E così ho fatto anch’io.
Ho vissuto l’intera vita miscelando uve diverse per riprodurre quel profumo.
Floreale ed etereo, caldo e morbido, pieno e vellutato.
Solo adesso ci sono riuscita.
Quando ho creduto che mai avrei potuto risentire quel sapore, soltanto allora l’ho trovato. Le note che cercavo erano nell’Anima.

Osservate bene il colore granato, chiudete gli occhi e lasciatevi guidare dagli altri sensi.
Vi presento le mie creature:
Rosaustera e Rosamabile.
Alla salute.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per questo profumo di nonnina che mi ricorda tanto la mia..anche la mia se n è andata da pochi mesi soltanto e non c è sera che non la pensi e la ricordi accanto a me.
Mai moriranno i ricordi e i suoi insegnamenti di vita che ha infuso in me!

Anonimo ha detto...

Grazie Elisa Maria,
per il tuo bel racconto
ero a io a scrivere il post di poco fa,
Miky

silvia ha detto...

ciao miky! il vino ha davvero il potere di riattivare i ricordi, rendendoli così nitidi...
a presto!

Anonimo ha detto...

Saper scrivere è un dono, ma saper trasmettere profumi, sensazioni, emozioni e attimi di profonda tenerezza in così poche pagine è segno di maturita, che alla tua giovane età Elisa, meraviglia ancor di più l'attento lettore...e dato che domani è il tuo 26.esimo compleanno sono qui per farti gli auguri ed i miei più sinceri complimenti...sei fuori da ogni schema e per questo ti adoro.
Ciao bellissima.
TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNOOOOOOOOOOO
Andrea