venerdì 29 agosto 2008

soggiorno sul montalbano...


Come già sapete, il premio offerto dall’Associazione Strada dell’olio e del vino del Montalbano Le colline di Leonardo è andato a Raffaele Olivieri per il racconto “Terre di Franciacorta”, in concorso per “I giorni del vino e delle rose”.

Il vincitore godrà di un soggiorno sulle colline del Montalbano, ospitato presso l’Agriturismo Casa Italia di Porciano, nel Comune di Lamporecchio, a pochi chilometri da Cerreto Guidi, in occasione della festa di premiazione che si svolgerà a Villa Petriolo giovedì 25 settembre.

Questa occasione ci è gradita per ringraziare ancora una volta la Strada del Montalbano per la preziosa collaborazione e per presentarvi le splendide ricchezze di questa terra.

Nello scenario collinare del Montalbano si trova il paese di Lamporecchio, il cui assetto denuncia uno sviluppo che, avvenuto soprattutto a partire dalla fine dell’800, è legato alla presenza della viabilità principale da Pistoia ad Empoli e alle opere di bonifica della zona palustre del Padule di Fucecchio, di cui la piana dove si trova oggi Lamporecchio costituiva il lembo estremo. Tutta una serie di emergenze storico-artistiche permettono di ripercorrere attraverso i secoli la storia dell’intera area. La Chiesa di Santo Stefano, realizzata in gran parte all’inizio del XX secolo sul luogo dove si trovava l’antica chiesa medievale, conserva al suo interno la Pala d’altare in terracotta invetriata con la Visitazione della Madonna a Sant’Elisabetta eseguita da Giovanni della Robbia nel 1525, come ex-voto dei cittadini di Lamporecchio per essere scampati ad una epidemia di peste. Non lontano dall’abitato di Lamporecchio abbiamo la Chiesa di Santa Maria Assunta ad Orbignano, che ospita il bassorilievo in marmo bianco raffigurante una Madonna con il bambino, tradizionalmente attribuito alla scuola di Donatello, la Chiesa di San Giorgio a Porciano, e la Chiesa dei Santi Baronto e Desiderio a San Baronto, con la suggestiva cripta le cui colonne sono decorate con figure, fra cui quella dell’orante, in grado di esprimere pur con il loro lessico semplificato significati complessi. E, ancora, un sistema di fortificazioni, a guardia dell’antica strada per Pistoia, le cui tracce sono riconoscibili nella torri di Collececioli e di Porciano, e la monumentale Villa Rospigliosi in località Spicchio.

Porciano e Papiano

Sempre nel Comune di Lamporecchio, sulla strada che da S. Baronto conduce a Vinci troviamo due splendidi borghi. Partendo da S. Baronto, il primo che troviamo è Papiano, dove di importante c’è la villa di Papiano, chiamata “Dell’Americana”, in quanto era stata proprietaria nel 1800 una signora americana. Nel 1500 era appartenuta ai Torrigiani e la villa si ispira a formule architettoniche rinascimentali (ad esempio i loggiati ad archi a tutto sesto); da ricordare che all’inizio del ‘900 vi era ospitata una scuola di ricamo per le ragazze del posto. Nei secoli passati, posto in uno stretto fondovalle sul fiume Rimaggio, si trovava un molino, sviluppato su tre livelli, accessibili da scale, oggi adibito a rimessa agricola. Continuando il percorso verso Vinci, troviamo Porciano, il cui paese si è sviluppato intorno alle due torri, assegnabili alla prima metà del XIII secolo, è probabile che facessero parte, insieme a quella di Colleccioli e al castello di Montefiore, di un organico sistema difensivo a guardia delle sottostanti strade di collegamento fra i due versanti del Montalbano.

Il Montalbano è terra di straordinari prodotti, olio e vino su tutto. Vi si possono assaggiare, però, tante altre prelibatezze. Lamporecchio è la patria del brigidino. Questo piccolo dolce croccante, questo “trastullo speciale”, come venne definito dall' autorevole Artusi nel suo celebre volume “La scienza in cucina e l' arte di mangiare bene” (1891 ), dalla forma, dal colore, e dal gusto estremamente tipici ed originali, è davvero l' elemento che contraddistingue questa cittadina, tanto che, se si sente parlare di Lamporecchio, subito immediatamente si pensa a quei particolari dolci: piccole e fragranti cialde dorate fatte essenzialmente di uova, zucchero, farina, ed anice. Sul loro nome “brigidini”, sono state fatte varie ipotesi, ma sembra, in maniera abbastanza fondata, che esso derivi dalle “brigidine”, ossia dalle monache di un convento locale, devote di Santa Brigida, grande santa svedese del XIV secolo, instancabile viaggiatrice, religiosissima pellegrina che venne diverse volte anche in Toscana. Queste monache, tradizionalmente preposte alla preparazione delle ostie per le Comunioni, inventarono verso la metà del XVI secolo la ricetta di questi dolci che, non a caso, avevano la forma delle ostie visto che venivano fatti schiacciando la pasta fra apposite lastre di ferro arroventate, di forma circolare. Il successo di questi dolci di origine monastica fu ben presto davvero grande. Piacquero molto e si diffusero un po' in tutta l'area pistoiese, trovando però in Lamporecchio il loro luogo d'elezione: “tutti i brigidini son di Lamporecchio” sentenzia appunto un vecchio detto toscano. I brigidini erano un po' i dolci poveri, i “chicchi” umili ma “di sostanza” che andavano a deliziare, insieme ai torroni, alle collane di nocciole, ai croccanti o “duroni”, agli ancor più mitici, leggendari “mangiaebevi” (popolarmente “mangiaebbei”), tutte le fiere, le sagre paesane e le feste patronali. Venivano trasportati nei caratteristici corbelli che in un primo momento erano di vimini, ricoperti di carta cerata; poi i corbelli divennero di zinco, per permettere di mantenere i brigidini croccanti e profumati per un discreto periodo di tempo. Oggi, per produrre i brigidini ci sono macchine veloci e funzionali, che hanno sostituito le pesanti tenaglie metalliche anticamente usate per schiacciare e cuocere l'impasto. Le tenaglie spesso avevano incisa nella parte interna delle piastre tutta una serie di motivi decorativi: girandole, soli, fiori stilizzati, che naturalmente rimanevano incisi sui brigidini cotti.

Tante le iniziative di valorizzazione di questo territorio…che val bene una visita...dove il vino è bono, come dice Leonardo Da Vinci che ha giocato fanciullo in queste campagne, e l'acqua avanza in tavola!


Cartina per raggiungere Villa Petriolo, scaricabile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

salve, non sono riuscita a partecipare al concorso ma mi piacerebbe poter essere tra voi per la festa di premiazione. possiamo partecipare tutti? una cara amica è tra i concorrenti, vorrei festeggiarla in vostra compagnia, approfittando per fare un giro nella bella toscana.
fiduciosa, saluto.
antonietta

silvia ha detto...

Ciao Antonietta e benvenuta. Certo che puoi partecipare, ti aspettiamo! Sarà una festa aperta a tutti, proprio per permettere a chiunque voglia unirsi a noi di festeggiare i concorrenti, tutti concorrenti, e premiare i vincitori. Una moderna festa di vendemmia, con vino, pane e ...companatico d'arte, musica, letture, danza e quant'altro. Tra pochi giorni tutti i particolari. Passate parola, Villa Petriolo ed il Montalbano vi aspettano con piacere. Se poi decidete di trascorrere qui qualche giorno, tante sono le cose da vedere, le manifestazioni, i musei, la natura, e altrettante le ghiottonerie da assaggiare, vino, olio, miele, formaggi, dolcezze...