domenica 19 ottobre 2008

lo scrittore più bravo


Monumento alla solitudine dello scrittore di Giancarlo Neri, Parco di Monza




Buon compleanno - con un giorno di ritardo, ops! - a Massimiliano Bardotti, autore del racconto "Lo scrittore più bravo", in concorso per "I giorni del vino e delle rose".

Massimiliano Bardotti è nato il 18 ottobre 1976 a Castelfiorentino (FI), dove risiede. Ha pubblicato quattro opere di poesia e due di narrativa, oltre a racconti e poesie su riviste ed antologie. Massimiliano ha ricevuto numerosi riconoscimenti ai premi letterari ai quali ha partecipato, tra i quali un primo posto al "Giovanni Gronchi" sezione giovani ed un terzo posto al concorso Fiesole. Ha ricevuto una segnalazione al "Giorgio La Pira 2007". Ha inoltre vinto la selezione per il IV e VI capitolo del progetto Tribù, per un romanzo noir a più mani, indetto dalla redazione della Coloradonoir. E' stato quindi presentato al Courmayeur NoirInFestival l'8 dicembre 2007. E' vicepresidente dell'Associazione Culturale Assenzio.


Racconto

"LO SCRITTORE PIU' BRAVO"

di Massimiliano Bardotti



“I premi Nobel per la pace sono spesso assassini,
ma i premi Nobel per la letteratura lo sono sempre.”

Amélie Nothomb, Igiene dell’assassino




La prima storia la racconta Alex e comincia così: Me ne stavo da solo in un pub a bere vino bianco. L’ultima volta che lo avevo fatto ero stato male nove giorni. L’ultima volta era anche la prima. Sono astemio. Quando bevo lo faccio di brutto. Arrivo anche a un bicchiere e mezzo. Che cazzo ridete? Dopo il primo sorso già sragiono e non mi reggo in piedi. Se arrivo a bere c’è un motivo. L’ultima volta ero stato lasciato. Invece questa... anche. La troia! Scusate, il primo sorso l’ho già ingollato quindi le buone maniere sono andate a farsi fottere. Fottere, ecco, si tratta di questo. Mi emoziono. Tac tac tac, scattata. Cosa? Eiaculazione precoce, e già dire precoce è un eufemismo. A volte anticipo anche quella. Tipo devo uscire con la mia ragazza penso che magari dopo il cinema ci appartiamo con la macchina, ecco, scattata. E devo rifarmi la doccia. Così faccio anche tardi all’appuntamento. Allora mi fermo a comprare delle rose per scusarmi del ritardo e così arrivo ancora più tardi.
Bevo un altro sorso. Però è buono il vino bianco! Ingollo il resto e prima di perdere quasi completamente conoscenza vedo una gran figa che si avvicina al mio tavolo. “Ciao bello” mi fa. Queste ragazze moderne! Ormai non si lasciano nemmeno più sedurre. Scelgono loro la preda. E se decidono che sei tu ti abbordano e la sera stessa ti portano a letto. A letto? Tac tac tac, scattata. “Scusa bionda, ma devo andare al bagno” “cosa?” mi fa lei “e mi lasci così?” “Tranquilla” le dico io “ti regalerò delle rose per farmi perd...” non faccio nemmeno in tempo a finire la frase e mi accascio al suolo, completamente sbronzo. Porca troia, penso, ora starò di merda per nove giorni. Devo farla finita, sia con il vino, che con le rose.


Siamo seduti intorno a un tavolo. Ceniamo. C’è Alex, rilassato dopo aver letto. Scrive sempre i suoi racconti su carta riciclata. E’ uno scrittore di talento. Come tutti noi. Siamo giovani, siamo il futuro della narrativa italiana. C’è Odessa, ventuno anni irriverenti. Ogni suo gesto è seduttivo. Gonne corte, scolli audaci sul seno prosperoso. E poi c’è Isacco. I suoi capelli perennemente unti e la barba la dicono lunga su quanto si prenda cura di sé. Beve molto e fuma esclusivamente erba. In fine, ci sono io...
Ogni settimana leggiamo i racconti che abbiamo prodotto. Ci diamo un tema cui attenerci o delle parole chiave sulle quali costruire la trama. Siamo obbligati da una prestigiosa scuola di scrittura, che ha individuato in noi il talento. Il tema di questa settimana: il vino e le rose.

La seconda storia si intitola “Degustazione” e la racconta Odessa: Bevo un sorso di Chianti e chiudo gli occhi. Lascio che il sapore del vino oltrepassi le papille gustative e travolga i miei centri nervosi. Il volto di Franz mi addolcisce i pensieri. La sua mano delicata, le labbra, la gentilezza del suo sguardo. Un piccolo brivido mi scorre lungo la schiena.
Bevo: un bianco australiano. Andrea, sorriso sornione, impavido amatore. E’ l’unica cosa di lui che vale la pena ricordare.
Occhi chiusi, bevo un vino cileno. Meraviglia delle meraviglie. Sono di nuovo bambina e mentre gioco a nascondino con i miei amici mi perdo. Comincio a correre a perdifiato ma non riconosco nemmeno uno scorcio del luogo dove vivo. Poi una mano grande e sicura mi afferra. Mio padre. Scoppio a piangere tra le sue immense e calde braccia. Lui mi allontana con gesto gentile e mi porge una rosa rossa. Mi dice con il tono più dolce del mondo: “Stai tranquilla, amore, non può accaderti nulla di male. Tu sei come una rosa. Profumata, elegante, bellissima. Doni felicità a tutti. Ma hai anche le spine per difenderti. Sei un essere perfetto”.
Gioia siderale che mi esplode nel petto. Fiducia nel futuro. Degustare è come vivere.


Il luogo dell’incontro: casa mia. Ho cucinato io. Di solito ci limitiamo ad ordinare della pizza. Ma questa sera è speciale ed io sono un cuoco sublime. Timballo di verdure accompagnato da una salsa al formaggio, servito come antipasto. Maccheroni alla vodka, per primo. Petti di pollo in salsa agrodolce, per secondo e patate arrosto come contorno. Per finire, crema catalana.
Al termine di quest’ultima sessione i nostri racconti saranno valutati dalla commissione della “Scuola di Scrittura Creativa Petri”, il più importante talent scout della nazione. Il vincitore si aggiudicherà l’ambito premio: un contratto di pubblicazione con 5000 Euro di anticipo sui futuri diritti d’autore.

La terza storia la racconta Isacco, che esordisce con: merda!
mi ha fottuto. con un bicchiere di vino e un petalo di rosa...
la consegna era fissata per le 2. ero nel mio locale. controllavo la merce. la merce ha sempre lo stesso nome anche se non è mai la stessa cosa. droga, diamanti, opere d’arte. questa volta si trattava di una nuova e potentissima droga sintetica proveniente dalla cina. microgranuli incolore da sciogliere in una qualsiasi bevanda. la mafia cinese cominciava a farla girare in piccolissime dosi per studiarne gli effetti. io ne avevo una bustina che quella notte dovevo consegnare. non sapevo con chi stavo trattando, non me ne fregava un cazzo. servizi segreti o il più vile dei tossici, se pagano sono la stessa persona.
alle 2 ero esattamente dove dovevo essere. sul retro del mio locale. alle 2:03 una macchina nera coi finestrini oscurati si fermò accanto a me. una portiera si aprì. salii. due gambe nude spuntavano da una gonna nera. e anche tutto il resto era... eccitante non è la parola esatta ma è la prima che mi viene in mente. hai con te la merce? mi chiese. certo, risposi. in questa valigia – indicò una ventiquattrore alla sua destra – ci sono i soldi, tu dove tieni la merce?
nei boxer.
mi scivolò tra le gambe, me lo tirò fuori, lo prese in bocca e senza che nemmeno me ne accorgessi aveva la bustina in mano. magia. mi guardò negli occhi e mi disse, brindiamo col mio vino speciale e riprendiamo da qui. non ti rivestire.
era la mia cazzo di giornata fortunata!
mi ritrovai in mano un bicchiere di vino rosso con un petalo di rosa dentro. m disse che era il suo vino speciale. disse, questo nettare è fatato, rievoca la gioia primitiva di essere vivi. bevilo d’un fiato.
e così feci...
ogni mio senso si illuminò. percepii perfettamente l’essenza della mia anima, la stupefacente leggerezza del creato. un senso di stelle sotto la cute. una voce sublime sussurrava alle mie orecchie poesie meravigliose. ero il piccolo centro caldo intorno al quale si celebrava la rinascita del mondo.
...
mi svegliai nudo, derubato di tutto, nel mio locale totalmente ripulito.
dopo 13 ore.
quella troia mi aveva fottuto.
merda!


La mia scrittrice preferita è Amélie Nothomb, il libro, Igiene dell’assassino. Perché il protagonista è uno scrittore premio Nobel crudele e cinico, che custodisce un terribile segreto.

L’ultima storia la racconto io e ha inizio qui, ora: con me ferito e sanguinante, ma illuminato di gloria. Solo pochi minuti fa il killer ha aperto la porta di casa mia con la copia delle chiavi che io stesso gli ho dato, è entrato nella sala da pranzo e senza esitazione ha fatto quello per cui l’ho pagato: ha ucciso tutti, tranne me. Mi ha lasciato agonizzante, ma ancora vivo. E chi resta vivo, racconta la sua verità, che diventa la sola verità.
La storia, la fanno i vincitori...

Da un programma televisivo di fascia pomeridiana:
“E’ già un divo, l’astro nascente della letteratura italiana. Un predestinato, che è scampato miracolosamente alla morte dopo un agguato in casa sua, mentre cenava con altri tre scrittori di talento che hanno avuto meno fortuna. Agghiacciante la cronaca dell’accaduto, che sarà sapientemente narrata dallo scrittore stesso, in un romanzo sul quale siamo pronti a scommettere: sarà un Best Seller.
Robert Andresi ci ha poi rivelato di voler ricordare i suoi amici scomparsi, curando una raccolta dei loro migliori racconti. Si chiamerà: Il vino e le rose...”

Charles Aznavour, Je bois

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Silvia,
abitando vicino al Parco di Monza, mi capita spesso di passare davanti al monumento della foto: dal vivo è incredibile e suggestivo. E'posizionato su un pratone grandissimo e da lontano, sembra davvero un banchetto con sedia. Ma se ti avvicini ti senti proprio uno gnometto.
Pamela

silvia ha detto...

grazie, Pamela, per il tuo contributo...io ancora non l'ho visto dal vivo, ma immagino che sia proprio come dici tu...la sensazione di sentirsi minuscoli!
a presto