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Girovagando sul web, stamani mi sono imbattuta nel
comfort food. Prendo spunto da un post del caustico e stimolante
Kelablu. Esiste il cibo che costa poco e scalda l’anima in Italia? Che mangiano gli italiani ora che sono poveri?
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In Garfagnana, ma anche sul Montalbano, soprattutto alle altitudini più elevate, sulla montagna pistoiese, sono diffusi i
necci di farina di castagna. Comprandoli già preparati, con circa due euro, forse meno, ci si può sfamare sul serio con un degno antenato della crepe, ma più consistente, fatto con la farina dell’albero del pane, il castagno, così detto per la capacità che aveva, in tempo di fame vera, di riempire la pancia dei montanari grazie ai suoi frutti. Il neccio classico, cotto sui testi di arenaria o con i ferri – ed in alcune sagre di paese si possono ancora vedere in funzione sulla brace - è reso ghiotto dalla ricotta ed il miele. In tempo di festa, poi, diventava più ricco, con
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pezzettini di salame, prosciutto o pancetta. Provare per credere, scalda l’anima davvero con quel profumino di castagna e la temperatura ustionante a cui lo servono. Ed è a buon mercato.
Se vi fate in giro in Toscana d’ora in poi, in inverno, cercate i necci! Oppure,
provate a cucinarli nel vostro camino. Io li mangiavo a merenda cotti in questo camino qua sotto...
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