La mia Sicilia...stranu amuri, duci velenu (Carlo Muratori).
Il mio amore per la Sicilia, come tutti gli amori, è tormento, insonnia, inquietudine, talvolta dolore, ma infine arricrìa il cuore. Ed allora canto alla mia Sicilia e all'Etna, ai loro frutti/figli meravigliosi, come un amante alla sua amata, come una figlia alla madre.
Sappiamo bene quanto difficile sia - impossibile? - dividere la sofferenza dal più gioioso dei sentimenti umani, ma, come un dolce veleno, non sappiamo farne a meno. L'amuri tutti dicinu ch'è amaru, ma ognunu vola vidiri se è veru oppure Cu pata pp'amuri nun senta duluri.
Leggo...Quanti hanno cantato d'amore? Poeti, madrigalisti, trovatori, parolieri, parolai. Poemi, poesie, stornelli e canzonette. Tempeste violentissime, ma anche cieli infinitamente azzurri e prati immensi, papaveri rossi, bocche di leone, nontiscordardimè, e pratoline, un mare di pratoline, bianche, gialle, abbaglianti...
E libri. Tanti libri. Migliaia di libri. Dentro, velate a malapena dal tappeto di polvere che il tempo tesse sulle storie degli uomini, tante donne. Tutte belle. Nobili e altere. Tiranne e prepotenti. Sprezzanti e ciniche. Qualche volta docili e dolcissime. Donne. Donne. Donne. Desiderio che si fa strazio e tormento dell'anima. Chi mai è riuscito a sottrarsi alla tirannia dell'amore? Ma chi ha mai detto meglio in così poche parole? L'amuri è amaru, ma arricrìa lu cori.
L'amuri tutti dicinu ch'è amaru,
ma ognunu vola vidiri se è veru.
Cu pata pp'amuri nun senta duluri.
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2 commenti:
Un sonetto di Giacomo da Lentini..il suo amore gli apre il cuore (riso) ma lo fa penare..
[L]o viso mi fa andare alegramente,
lo bello viso mi fa rinegare;
lo viso me conforta ispesament[e],
l’adorno viso che mi fa penare.
Lo chiaro viso de la più avenente,
l’adorno viso, riso me fa fare:
di quello viso parlane la gente,
che nullo viso [a viso] li pò stare.
Chi vide mai così begli ochi in viso,
né sì amorosi fare li sembianti,
né boca con cotanto dolce riso?
Quand’eo li parlo moroli davanti,
e paremi ch’i’ vada in paradiso,
e tegnomi sovrano d’ogn’amante.
che meraviglia, antonio....grazie!
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