mercoledì 26 novembre 2008
un fiore nel cuore
Castello di Soave
Per la raccolta dei testi in concorso per "I giorni del vino e delle rose", edizione 2008 del concorso letterario di Villa Petriolo, si pubblica oggi "Un fiore nel cuore", il racconto di Stefania Ruffo.
Stefania Ruffo è nata nel 1977 a Legnano (VR) ed abita a Soave (VR).
Laureata in Farmacia e sommelier AIS, collabora con la rivista del vino Euposia. Da ottobre è insegnante di scienze degli alimenti e, dall'aprile dello stesso anno, collabora con il Consorzio Tutela vini Soave, Lessini Durello e Arcole in qualità di curatrice di eventi.
Racconto
"UN FIORE NEL CUORE"
di Stefania Ruffo
Capire la vita non è facile, trovarla nei ricordi per alcune persone è un piacere, lo stesso che si prova davanti ad un buon bicchiere di vino.
Talvolta chiudendo gli occhi sembra proprio di sentire voci di persone a te vicino. Poi, aprendoli, non li trovi lì dove la tua immaginazione li ha lasciati, e rimane solo il contorno a farti compagnia: colline e vallate, vigneti e olivi, ciliegi e mandorli sono lì, fermi a guardarti. Come testimoni del tuo tempo, profondi conoscitori della vita sembrano sapere tutto di te, i tuoi vezzi da bambina, l’amore per il profumo di rosa, i giochi d’estate ed il colore dell’uva.
La mia storia comincia da qui: tra filari di pinot grigio e garganega, con una rosa bianca in mano seduta su un fazzoletto di verde protetto da mandorli e vigneti. Con me, una persona. I suoi occhi verdi traboccano d’amore ad ogni sguardo. Mi sorride, e mi racconta dell’imminente vendemmia: ”Fra due settimane vendemmiamo il pinot grigio”. “E’ quello?” Chiedo io, indicando dei grappoli color ambrato dalle mille sfumature rosee. “ No, quella è la garganega. Il pinot grigio ha la buccia scura¬, non farti ingannare dal nome. Lo raccogliamo a breve perchè matura prima di tutte le uve qui a dimora” mi risponde. Guardo la distesa di vigneti accanto a me, e mi accorgo che sono ovunque; sembra un mare di vigne. Non si vede nessuno da queste parti, e così mi distendo sul prato godendomi il silenzio e il tepore del sole. Che pace.
Verremo qui ad abitare, qui cresceremo i nostri figli, e li vedremo muovere i primi passi tra le viti, e racconteremo loro che sono dono di un sentimento puro e incantato, di due persone che si appartengono.
Così penso, e sogno che un giorno ciò si possa avverare. Avrò cura di questa rosa che oggi mi ha donato dicendomi: “Ti regalo una rosa bianca: ha il colore della purezza del mio sentimento per te. Alcuni petali si tingeranno di rosso, altri di giallo, di nero, ciascun petalo avrà il colore di un diverso sentimento, ti chiedo di averne cura, e non trattarla come un’erba cattiva; certo come un’erba malsana nel tempo questo fiore non ha cessato di rinascere, ma solo perché nutrito dall’attenzione, dagli sguardi, dalle carezze, dai baci, solo perché mai definitivamente abbandonato dai suoi giardinieri. E’ un fiore bellissimo, ti prego non lasciarlo appassire”.
E furono sogni, promesse, incontenibili gioie, speranze, primavere fiorite, ed estati briose; anni trascorsi insieme.
Ma seguirono rigidi inverni, piogge incessanti, venti malsani, aride estati. I petali della rosa si tinsero di colori spenti, e fu riposta in un cassetto del comò.
La mia storia ricomincia da qui: tra filari di pinot grigio e garganega, seduta su un fazzoletto di verde protetto da mandorli e vigneti. Guardo la distesa di vigneti accanto a me, e mi accorgo che sono ovunque; sembra un mare di vigne.
Ho un bicchiere di vino tra le dita. Provo a scoprirne i profumi racchiusi lì dentro: rosa, sambuco…
Chiudo gli occhi, vedo accanto a me una persona dagli occhi verdi che mi sorride e mi racconta che a breve raccoglieranno il pinot grigio: “E’ il primo a maturare tra le uve qui a dimora” mi dice.
Apro gli occhi. Accanto a me una bottiglia di pinot grigio, e ovunque colline e vallate, ciliegi e mandorli sono lì, fermi a guardarmi. Ma questa è un’altra storia. E’ la storia di chi ha ricevuto in dono un fiore bellissimo, e non ne ha avuto cura; è la storia di chi ha ricevuto in dono l’amore per ciò che la circonda, e ha imparato a gioire nel vedere anno dopo anno un grappolo nuovo.
Ha imparato ad aspettare, per poi scoprire che dentro un bicchiere di vino ci sono tutti i profumi che la natura ci offre.
Nel cassetto del comò c’è una rosa, proprio lì dove l’avevo lasciata. Aspetta di essere colta per dipingersi ancora di bianco: è il colore della purezza del mio sentimento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento