mercoledì 1 aprile 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Rania di Giordania, regina di oggi




Avete presente le regine e matrigne cattive delle fiabe, espressione del femminile più negativo? Quella che abbandona e scaccia di casa i figli, che imprigiona, che sottomette, che impedisce la crescita e l’emancipazione? Ebbene, niente di tutto questo nella dama del mercoledì di diVINando: la regina Rania di Giordania è, nell’immaginario collettivo, più simile al personaggio della fata, immagine idealizzata della buona madre. Nelle favole di magia, infatti, le fate arrivano in aiuto per conferire poteri attivi come forza, coraggio, capacità straordinaria.



Affusolata nei suoi tailleur-pantaloni chiari, i tacchi alti, luminosa in volto, dai capelli neri portati morbidi sulle spalle, è una delle donne ritenute più belle del mondo e tra i personaggi più influenti. Le attribuiscono l’antica gentilezza orientale, con il gusto, moderno, di affrontare le nuove sfide che i tempi ci impongono. Il suo obbiettivo più ambizioso: riordinare i rapporti fra Oriente e Occidente.

E le donne, al centro dei programmi della regina giordana, costituisco una risorsa importante nel muovere il suo paese verso la modernità. In una interessante intervista rilasciata a La Repubblica, alla domanda che la interpella sull’atteggiamento dei tradizionalisti del suo paese sulla sua proposta di introdurre delle donne in politica e in Parlamento, la bella sovrana risponde: "Le resistenze ci sono, è vero, però hanno radici culturali, non c'entra l'Islam, che invece predica il rispetto e la parità dei diritti. Senza il contributo delle donne, la nave araba naviga con le vele a mezz'albero. Nel Corano il Profeta garantisce l'uguaglianza. Khadja, la sua prima moglie, era una astuta donna d'affari, la sua confidente e consigliera. Si tratta di cambiare la società dall'interno. I tempi sono maturi, il progresso nel mondo arabo c'è e si vede".



A tentare di scuotere dal letargo la comunità internazionale su guerra, bambini, emarginazione, una forte sensibilità messa al servizio della sua gente: regina moderna, ha lanciato un addolorato appello per un immediato cessate il fuoco in Palestina e per la tutela dei bambini e dei civili di Gaza. «Send me your stereotype», un’ulteriore iniziativa: con voce dolce e sguardo materno, Rania, di origine palestinese ,parla su you tube ai giovani nel perché le indichino i propri stereotipi sul mondo arabo, un diverso che i fatti dell’11 settembre 2001 hanno reso distante nella percezione dell’Occidente, favorendo i pregiudizi e le discriminazioni.



«In un mondo in cui è così facile essere connessi, restiamo ancora così disconessi»: c'è un universo di meraviglie fuori che gli sterotipi impediscono di apprezzare…

3 commenti:

Antonio ha detto...

E' difficile trovare un cavaliere per una regina...
Se poi è questa regina, è difficile trovarLe un cavaliere migliore di quello che ha: portare avanti una tale politica interna ed estera, plasmate su rispetto della tradizione e cultura liberale, nella situazione in cui si trova il medio Oriente, è quanto di più difficile ci possa essere (e la Giordania è, non solo per la posizione, almeno in apparenza, il classico vaso d'argilla in mezzo a atnti vasi di ferro..).
Regnanti giovani, mosche bianche in un mondo, orientale e occidentale, di idee vecchie..

Tuttavia ho quasi un nome...

Antonio ha detto...

Saint Just, nel suo primo discorso alla Convenzione, sostenne che "..Non si può regnare senza colpa. Ogni re è un ribelle e un usurpatore...".
La tua dama, Silvia, è uno di quegli esempi della storia che rimandano invece a quel concetto di sovrano illuminato tanto caro agli illuministi: garanzia della legge, non sopra la legge, padre della patria, figura unificante e tutelare piuttosto che assoluta e dominante...

In onore alla tua dama e alla sua tradizione, propongo un cavaliere del più nobile lignaggio, storia e leggenda di quell'area da cui lei stessa proviene...
Salāh al-Dīn, il Saladino..
Di origine curda, popolo oggi quanto mai reietto, entrò giovanissimo, al seguito del padre e dello zio, nel vivo di quel teatro tragico che è, dalla notte dei tempi, la Palestina. La carriera fu rapida e a dir poco brillante, sorretta da una preparzione profonda e variegata. Se infatti, nella formazione politica dell'epoca, era dovere di chi era chiamato a posizioni di responsabilità, avere una cultura che lo rendesse degno di fronte ai propri sudditi, e benchè mostrasse da subito precoci doti militari e di stratega, pare che il suo principale interesse fosse lo studio, di materie giuridiche e letterarie.

In che modo ciò incise nel suo modo di governare è facile verificarlo nella sua storia, anche tralasciando le vittorie prettamente miliotari e politiche, all'interno e all'esterno della sua comunità. Non era certo tenero coi nemici in battaglia, nè aveva mostrava particolari scrupoli. Tuttavia era sempre guidato da quello che oggi definiremmo un inflessibile "codice d'onore",o più semplicemente rispetto per l'individuo, frutto di quella cultura e di quella saggezza appresa probabilmente anche nei suoi studi..
Si ricorda l'episodio della presa di Gerusalemme, quando ottenendo la resa della città, ormai inerme, scortò i 16000 sfollati senza che questi subissero alcuna perdita, mantendendo poi una rispettosa custodia dei simboli sacri.

La sua fama di uomo saggio, governante rispettato prima che temuto, avversario indomito ma leale, rimasero nei secoli un modello ineguagliato e un motivo di speranza...

Anche oggi?

Dante, che pure era un Cristiano potremmo dire integralista, a distanza di 1 secolo lo pose nel Limbo assieme agli spiriti magni, "grande spirito non toccato da Dio"....

E non erano tempi facili nemmeno quelli, noi che pensiamo che il presente sia sempre il peggio possibile...

Allora speranza di comunicare c'è...

silvia ha detto...

Assolutamente sì, Antonio, la speranza di comunicare non deve abbandonarci...
Un cavaliere affascinante, il Saladino. Colto e preparato, sia nelle materie tecniche che in quelle cosiddette umanistiche. Criteri a cui il mondo islamico di quell'epoca, per chi era chiamato a regnare, non rinunciava. Chissà come siamo finiti all'appattimento e alla mediocrità odierni...Rania e il Saladino sono un bell'esempio di "luce", come cogli giustamente, per coloro che lo sanno cogliere. Tu citi Dante a proposito: "La fondazione del laico", una riflessione di Asor Rosa, colloca il padre della letteratura italiana, autore cristiano, all'inizio di quel processo dal quale nasce e si sviluppa la coscienza laica della cultura moderna. Uno sguardo critico che ancora oggi è di una attualità impressionante...capace di indicarci la via per una convergenza - una connessione, un incontro, una comunicazione possibili - con l'altro da sè.