mercoledì 15 aprile 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Lucrezia Borgia, angelo o demone?



Capelli biondi, lunghi e mossi, un collo affusolato, candido come alabastro. Slanciata, affascinante. Bellissima. I suoi contemporanei la ritraggono fisicamente come un angelo…ma Lucrezia Borgia, figlia di Papa Alessandro VI e sorella del Valentino, è da sempre considerata l´emblema della brama e degli affari. La leggenda tramandata nei secoli la accusa di ogni sorta di turpitudini: rapporti incestuosi col padre e col fratello, omicidi, avvelenamenti, trame sanguinose di cui si macchiò l’intera sua famiglia.



La realtà, però, è che di quelle infamità poco è provato storicamente.



Il ritratto di Lucrezia Borgia – la nostra dama del mercoledì per Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi di questa settimana - stando alle recenti ricerche pare non sia immediatamente sovrapponibile a quell’immagine lugubre che certa letteratura ci ha trasmesso: l’ottocentesca tragedia Lucrèce Borgiadi Victor Hugo la cristallizza nella rappresentazione di quell’ abile avvelenatrice che conduce a morte, vendicandosi, tutti i suoi detrattori, colpevoli di aver sfregiato il cognome dei Borgia nell’eloquente…ORGIA. Dalla tragedia Felice Romani trae un dramma tragico in un prologo e due atti, su musica di Gaetano Donizetti, al debutto al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1833. La tradizione melodrammatica italiana fece propria la trama di pugnali e passioni esasperate di Victor Hugo, alleggerendo il tono truculento francese e accentuando piuttosto l’amore, puro e santo, della figlia dei Borgia per il figlio Gennaro, amore grazie al quale l’eroina al fine si riscatta.

“Un’eroina troppo ‘demoniaca’ poco si conciliava con le figure femminili del melodramma italiano ‘epoca 1830’, tendenzialmente angelicate e sempre idealizzate. Donizetti provvide quindi allo scopo: fin dal languido recitativo iniziale “Tranquillo ei posa”, il compositore accentua di Lucrezia l’aspetto patetico e trepidante della madre in ansia per le sorti del figlio. Solo occasionalmente il suo lato peccaminoso e aggressivo avrà modo di lasciarsi intravvedere”.



Una tra le figure femminili più mistificate di tutti i tempi, vittima della Storia e dell'ottica traboccante pregiudizi con la quale è raccontata. Tra i membri della famiglia Borgia, Lucrezia ha ricevuto la sorte peggiore: a differenza dei suoi, la sua innocenza, contro tutti i documenti, contro tutte le testimonianze, non ha superato la leggenda di portatrice di veleni mortali, ritenuta colpevole senza appello e perciò mantenuta a distanza nel popolo che in lei riconosceva il simbolo delle efferatezze e dei soprusi della tirannia dei Borgia. Per un autentico destino di donna, Lucrezia fu vittima dei giochi di forza e di potere dell'epoca.



«A vent’anni non aveva più modo di illudersi né di avere confidenza nemmeno con se stessa….»

Il bel libro di Maria Bellonci, “Lucrezia Borgia” (Mondadori, 1998, Oscar scrittori del Novecento) tenta di riequilibrare la Storia, spazzando via superficiali deduzioni e restituendo dignità ad una donna condannata al peso insopportabile di appartenere a una famiglia controversa: biografia dei sentimenti e di ciò che dietro le apparenze e le realtà storiche si nasconde (…) umori, angosce, umane debolezze ed eroiche virtù; di ciò che forse è stato, o che avrebbe potuto essere, senza mai discostarsi, dai documenti ufficiali, dalle testimonianze e dagli atti d’archivio. Si scopre che Lucrezia Borgia ebbe fortissima la vocazione di protettrice delle arti e della cultura, di cui magnifica la sua corte, con le feste favolose, i banchetti, il teatro, le parate….

Donna contraddittoria, espressione del suo tempo, fatto di religione ostentata, cultura raffinata e preziosa, violenza diffusa...

«Solo in tempi più tardi, dal disordine della sua anima che sta tra la religione e la sensualità, fra la volontà di una vita disciplinata e l’ardente anarchia dei desideri, saprà levarsi a intraprendere contro il padre, contro il fratello …..quelle sue ribellioni che la condurranno, sola tra i Borgia, a salvarsi».

Lucrezia morirà di parto il 24 giugno 1519, a trentanove anni. Ora, tranquilla, ella posa...

5 commenti:

Antonio ha detto...

Ciao Silvia! Sono mancato un poì' e quindi sto "recuperando" sui post precedenti...
Ma credo di avere già l'uomo per madamigella Lucrezia..

Antonio ha detto...

La vita di Lucrezia Borgia, comunque sia stata in realtà, depurata dalle leggende e dalle malignità, fu senza dubbio costellata da ambiguità, intrighi, menzogne, delitti...perpetrati o subiti di volta in volta...
L'arte della sopravvivenza in un'epoca in cui nulla era al riparo da dubbi e doppiezza, perfino il Papa...

E allora, in quest'atmosfera di sotterfugi e punti di domanda, ho pensato a una spia, la cui vita, anche in questo caso, è talmente romanzata da perdersi fra realtà e finzione...
Certo gli interessati si schermirebbero, viste le "peripezie", ma è indubbio che le loro vite paiono vissute per un teatro..

Ti offro il Chavalier de'Eon...

Visse lungo tutto il diciottesimo secolo, in tempo per vedere incancrenirsi e poi collassare l'Ancient Regime. Ma fu un cavaliere o una damigella?
Certo il nome non lascia adito a dubbi, ma secondo la sua stessa autobiografia (romanzo di un personaggio?) le cose non furone proprio limpide. Secondo "lui", al secolo Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Timothée d'Éon de Beaumont, nacque femmina, ma fu educato come un uomo dal padre per questioni di nome...
Svolse una brillante e fulminea carriera alla corte di Luigi XV, e certo il suo operato non passò inosservato, se nel 1756 potè entrare a far parte del famigerato "Segreto del re", una sorta di corpo speciale di spionaggio dipendente esclusivamente dal re e sconosciuto perfino al governo..
La sua destinazione fu la fredda Russia, alla corte dell'imperatrice Elisabetta, alla quale si presenta in vesti femminili...come lettrice, o come dama d'onore....
Le sue gesta sono immortalate in un curioso libro di Gary Kates, ed. garzanti, di cui trattò tempo fa il Corriere della Sera: Monsieur d'Eon e' una donna.
Così scriveva il quotidiano:
"Allo scoppio della guerra dei sette anni d'Eon e' capitano dei dragoni, viene ferito e si copre di gloria. Il sovrano gli conferisce la decorazione piu' elevata, la croce di San Luigi che tramuta il signor d'Eon in un cavaliere e cioe' in un aristocratico. Il grande zelo e il fascino del cavaliere lo fanno destinare a una delicata missione: condurre a Londra le trattative di pace con gli inglesi, che hanno trionfato sulla Francia, e intanto indagare segretamente sui punti della costa piu' adatti a uno sbarco. In quella capitale il destino si capovolge e il neodiplomatico, amato da Giorgio III e dalla sua corte, cade misteriosamente in disgrazia. Gli viene ingiunto di consegnare all'ambasciatore francese gli ordini segreti e di tornare in patria, dove probabilmente lo attende la Bastiglia. Sentendosi vittima di una congiura, d'Eon resiste e ricatta i ministri, minacciandoli di consegnare tutto agli inglesi. Ottiene cosi' il permesso di restare in Inghilterra e una cospicua pensione. Prende allora un decisione che gravera' su tutto il suo futuro: decide di diventare donna. Assecondando abilmente le dicerie sul proprio conto, d'Eon effettuava la manovra piu' spericolata e brillante del suo movimentato curriculum. Realizzava sotto gli occhi di tutti un'operazione tipica dello spionaggio: la sparizione e la riapparizione sotto un'altra identita'. La sua nuova personalita' si inseriva perfettamente nel dibattito illuminista in cui rappresentava agli occhi della gente la prova concreta dell'importanza dell'educazione, in grado di trasformare una donna in un eroe di guerra, capace di scrivere libri e d'occuparsi di politica ad alto livello. Nel 1774 Luigi XVI, ansioso di cancellare l'imbarazzante capitolo della politica estera del suo predecessore, voleva chiudere il capitolo d'Eon, facendosi riconsegnare i dossier segreti in cambio di un vitalizio e dell'impunita' in Francia. Per risolvere il caso l'incerto sovrano manifesta una singolare decisione e incarica l'autore delle Nozze di Figaro, Beumarchais, di convincere d'Eon. Un recente film francese di Edouard Molinaro, Beaumarchais l'insolente, ha rievocato il turbinoso incontro tra i due. A Londra, il cavalierie si presenta abilmente a Beaumarchais come una "donna infelice" per l'ingratitudine del suo paese, desiderosa soltanto di ritirarsi tranquillamente; aspira solo a un decreto governativo che confermi la sua identita' femminile. Racconta di essere stata educata da maschio dal padre per motivi ereditari. Il commediografo compiange e corteggia discretamente, fino a che punto non si sa. Concluso l'accordo, malgrado un consenso formale, d'Eon continua a resistere al perentorio invito di indossare abiti femminili. Rimane irremovibile sulla Croce di San Luigi, conquistata sul campo di battaglia, e chiede a Luigi XVI di finanziare il suo nuovo guardaroba di corsetti e crinoline. Intanto Beaumarchais, sapendo che presto il suo governo sancira' l'identita' femminile di d'Eon, lancia una serie di scommesse, e diffonde ad arte la voce che sta per sposarlo. La reazione del cavaliere e' curiosamente femminea. Rimprovera a Beaumarchais non solo la slealta', ma anche la malattia venerea contratta nelle orge londinesi. "Non c'e' dubbio che io vi abbia amato. Ma come sono stata ingenua!". Intanto la vicenda dilaga nella stampa scandalistica inglese e le scommesse salgono alle stelle. L'ostinato rifiuto di una visita medica fa rischiare al cavaliere di essere rapito da chi ha puntato capitali sulla sua femminilita'. Esasperato dalla ridda di voci sul suo sesso, d'Eon va personalmente, in uniforme di capitano dei dragoni, a sfidare il banchiere che ha lanciato la moda di scommettere sulla sua identita' sessuale. Lo scommettitore si limita a spiegargli garbatamente che in Inghilterra una simile pratica e' legale. Un giorno d'Eon decide di scomparire. Neanche questo placa la curiosita' della folla. Alcuni dicono che Lady d'Eon si e' nascosta per partorire. Altri sostengono che il cavaliere e' stato rapito o ucciso. Quando sei settimane dopo, si decide a ripresentarsi, deve sottostare a una pratica umiliante: dichiarare pubblicamente, davanti al sindaco di Londra, di non aver mai partecipato alle scommesse sulla sua persona. Era ormai tempo di lasciare l'Inghilterra. Al suo arrivo in Francia d'Eon fu accolto come una celebrita'. Nei ricevimenti quell'enigma vivente continuava a vestirsi da ufficiale e a trattare le donne con cavalleria. Per indurlo ad adeguarsi alla sua nuova identita', il re dovette imprigionarlo. Costretta a indossare le gonne, la spia si vendica con un linguaggio da granatiere che contrasta con lo strascico dell'abito. Quando gli ricordano che da soldato tutti avevano ammirato le sue belle gambe, non esita ad alzare la sottana esclamando: "Se siete curiosi, guardate!". Nel 1777 Voltaire, un po' imbarazzato, accetto' d'incontrare "quell'animale anfibio che non e' un uomo ne' donna". Persino un esperto come Casanova si era lasciato ingannare: malgrado le sue maniere mascoline d'Eon era una donna. Le curve del suo corpo, il timbro della voce e la mancanza di barba non lasciavano dubbi. Invece Madame Campan, la dama di compagnia di Maria Antonietta, presente all'udienza di corte, era certa della virilita' del cavaliere. "Gli hanno fatto prendere l'abito del sesso cui si perdona tutto". Dopo aver cercato invano di farsi arruolare nella guerra d'indipendenza americana, d'Eon ritenta la carriera militare durante la rivoluzione francese, chiedendo il comando di un reggimento di amazzoni. Ma ormai e' uscito dalla storia. Tornato a Londra, condurra' un'attiva vita mondana, finche' la debolezza e la poverta' non gli impediranno di uscire. Solo alla sua morte, a ottantuno anni, l'amica con cui viveva scoprira' che era un uomo."..

silvia ha detto...

Benotornato Antonio!! Ma che personaggio affascinante, non lo conoscevo! L'arte della sopravvivenza, la capacità di "salvarsi" quando tutto sembra perduto...mi pare uno spunto di riflessione interessante, grazie, come al solito! Hai da suggerirmi un testo su cui approfondire questa biografia rocambolesca? Il Chavalier de'Eon, la doppiezza che ci contraddistingue e che può, in certi casi, aiutarci a salvare la pelle...attraverso le infinite possibilità che la vita, ricordiamocelo sempre, ci offre. Cambiare si può ed è pure bello. Un abbraccio, antonio!

Antonio ha detto...

Grazie a te Silvia..
Il segreto del cavaliere d'Eon è sepolto con lui(?) nel cimitero di St. Pancras a Londra...

Oltre al libro che ho citato io della Garzanti ("Monsieur d'Eon e' una donna", di Gary Kates), ho potuto trovare altro qui:
http://www.larosadiversailles.com/WEB_news-misc_chevalier-biblo.htm

silvia ha detto...

Grazie, me lo cerco! alla prossima dama, antonio ;-).