mercoledì 14 ottobre 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Dalida, Il venait d’avoir 18 ans



Questo mercoledì Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi lo dedico a Dalida, che, come parlerà di lei Charles Aznavour, "con la Piaf è stata la più grande interprete della canzone francese, un’amica e una donna eccezionale".




Bella, i polsi e le caviglie così sottili, la mani affusolate e nervose, i capelli biondi e voluminosi. Strada facendo matura ed acquista raffinatezza, con uno stile proprio, da lì in poi sempre riconoscibile, così nel timbro della voce come nella scelta dell'abbigliamento.




"Negli anni Settanta, Dalida è una splendida quarantenne che non dimostra la sua età, ma la teme. Ha inciso Il venait d’avoir 18 ans, che è un po’ la sua autobiografia, il tempo che passa, gli amori giovani che non durano e la lasciano ancora più sola. È rimasta incinta di uno studente napoletano, ha preferito abortire, sa che non potrà più avere figli, si circonda di libri di psicanalisi, è attirata dal buddismo, va in India. Più non riesce a mettere insieme la sua vita, più il successo non la vuole abbandonare. È una cantante popolare, ma piace agli intellettuali, è stata la madrina del 18° reggimento paracadutisti d’Algeria, ma è anche l’ospite d’onore di François Mitterrand ai festeggiamenti per i 25 anni di vita parlamentare di quest’ultimo, allora segretario del Partito socialista. Quando incide Gigi l’amoroso, una sorta di operina-rock che dura sette minuti e mezzo, i giornali satirici ribattezzeranno Mitterrand, intanto salito all’Eliseo come presidente della Repubblica, Mimi l’amoroso... Italiana ed egiziana, francese e mediorientale, l’anno prima di togliersi la vita Dalida cerca un ritorno al passato come soluzione per esorcizzare un futuro di cui ha ormai paura. Youssef Chanine le offre il ruolo cinematografico che ha sempre sognato, senza paillettes, senza lustrini, senza trucco, i lunghi capelli coperti da un velo, una donna sola, vedova e fiera, che non può più amare, che vorrebbe ancora amare. Il film si chiama Il sesto giorno, dall’omonimo romanzo di Andrée Chedid... È un trionfo di critica che si accompagna al trionfo di pubblico che la accoglie a Los Angeles nelle vesti consuete di regina della scena musicale. È l’una e l’altra cosa, ma è l’interpretazione nella vita di tutti i giorni che non le piace più..."




Dalida nasce Jolanda Gigliotti, italiana cresciuta al Cairo, nel popolare quartiere di Choubra, nipote di un sarto e figlia di un violinista. Dopo gli studi da dattilografa, vince i primi concorsi di bellezza, tra cui il titolo di Miss Egitto, meritato grazie anche ad un famoso bikini panterato....


Debutta alla tv con il biblico nome d’arte di Dalila...Dove vuole andare, senza Sansone?, le critiche maligne dei giornali egiziani.

Ventunenne, arriva a Parigi: il successo è immediato. E' l’unica a cui i francesi abbiano concesso di cantare senza arrotondare la erre, racconta la leggenda...



I generi musicali li fa tutti propri, imprimendo su ognuno il suo personalissimo stile. Stakanovista autentica, passa da una lingua all'altra con una facilità straordinaria, abituata sin dalla giovinezza ad una cultura meticcia.



Non possiamo dimenticarla, in modo particolare, anche per la sua tragica storia d'amore (?) con Luigi Tenco.



"Penso spesso che se avessi convinto Luigi a non rientrare in albergo", dice la cantante francese, "forse oggi sarebbe vivo. Ma poi mi dico che uno come lui non era destinato a subire altre umiliazioni dal tempo. Si presentò al Festival pieno di whisky e tranquillanti e Mike Bongiorno dovette buttarlo a forza sul palco. Neppure io riconobbi in quell'uomo spaventato il ragazzo col quale avevo finalmente trovato l'amore". Luigi Tenco muore - forse suicida - nel 1967.

Una piazza a Montmartre oggi ce la ricorda. A pochi metri dalla casa di rue d’ Orchampt, dove, una sera del maggio 1987, anche Dalida decide di salutare il mondo per sempre. Barbiturici e un biglietto di poche parole: «La vita mi è insopportabile, scusatemi».

4 commenti:

Antonio ha detto...

Ciao Silvia,
avevo lasciato come sempre il cavaliere per la tua dama. L'hai tolto?..

silvia ha detto...

l'ho tolto, Antonio?? vado subito a controllare!!!

silvia ha detto...

La mia dama ha gli occhi tristi...da single, e non per scelta!! ;-)))

Antonio ha detto...

Forse ho fatto qualche casino io..

Comunque avevo messo T.S. Eliot...