mercoledì 4 novembre 2009
Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Alda Merini, piccola ape furibonda
Una tra le più grandi poetesse del Novecento ci ha lasciati. Domenica 1 novembre Alda Merini si è spenta nel reparto di oncologia dell'ospedale San Paolo di Milano, città che le ha tributato gli onori più grandi allestendo la camera ardente nella sede del Comune, Palazzo Marino. La salma riposerà al Famedio del Cimitero monumentale, tra i grandi di Milano.
L'onnipresente sigaretta e le perle al collo. Così ce la ricordiamo in tante interviste. Uno sguardo dolcissimo, la parola arguta e appassionata. Impossibile staccarle gli occhi di dosso quando appare sullo schermo, magnetica.
«Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare colore. Mi piace cambiare di misura».
Questo mercoledì Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi DiVINando porta il suo saluto a questa donna considerata una delle più grandi scrittrici del Novecento. Scoperta in giovanissima età da Giacinto Spagnoletti, negli anni è stata ripetutamente proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Francaise. Moltissimi i premi vinti - tra cui, nel 1999, il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia - e i tributi d'amore che numerosi artisti le hanno portato.
A fine 2009 uscirà il film "Alda Merini- Una donna sul palcoscenico", con la regia di Cosimo Damiano Damato e la partecipazione di Mariangela Melato.
"Un film-documentario girato in presa diretta nella casa di Alda Merini, dove la poetessa dei Navigli si abbandona ad un racconto di sé puro ed elegiaco, mettendo a nudo la sua anima. Un incontro fatto di gesti, parole, sguardi. Un dialogo privato che trasuda dolore ma che rivela l’anima più segreta e nascosta della Merini, la sua sapienza antica e il suo candore. La poetica, la filosofia, la genialità della Merini viene raccontata da Damato grazie ad un canovaccio che affronta i temi del dono della poesia, del misticismo, della seduzione, della musica, un dialogo che diviene confidenza, afflato dell’anima, quando si parla del dolore, delle brutture del manicomio, della follia, riversata a piene mani nella poesia, del mistero di Cristo e della passione. Un giorno io ho perso una parola, sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta. Non amo i dialoghi o le domande, mi sono accorta che cantavo in un’orchestra che non aveva voci. Ho meditato a lungo sul silenzio. Al silenzio non c’è risposta. Questi sono i primi versi inediti del prologo scritto da Alda Merini e che prendono vita grazie alla voce di Mariangela Melato, che interpreta alcune poesie inedite".
La prima raccolta di poesie di Alda Merini è «La presenza di Orfeo», pubblicata nel 1953, che ebbe subito un grande successo di critica. Il suo riconosciuto capolavoro, «La Terra Santa», le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la poesia. Tra le altre sue raccolte di versi sono da ricordarsi «Testamento», «Vuoto d'amore», «Ballate non pagate», «Fiore di poesia 1951-1997», «Superba è la notte», «L'anima innamorata», «Corpo d'amore», «Un incontro con Gesù», «Magnificat. Un incontro con Maria», «La carne degli Angeli», «Più bella della poesia è stata la mia vita», «Clinica dell'abbandono» e «Folle, folle, folle d'amore per te. Poesie per giovani innamorati».
Una produzione poetica magnifica, che l'esperienza del manicomio, durante gli anni Sessanta-Settanta, ha nutrito di dolore ed intensità, anche erotica.
Mi piace ricordarla con questa poesia.
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.
A tutte le donne, ad Alda Merini. Che ha cambiato colore, cambiato di misura, ma che rimane grande come la terra.
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4 commenti:
Ricordo molto bene la puntata del Chiambretti Live con la partecipazione di questa grande poetessa, anche pechè conosco il produttore di Giovanni Nuti, il bravissimo cantante che ha messo in musica i suoi versi e che qulla sera ne presentò un brano, proprio insieme a lei (che nei pezzi è voce "poetante" narrante"). Infatti mi aveva consigliato di vedere la puntata, incuriosendomi (io non conoscevo granchè Alda Merini) con il racconto di alcuni momenti della registrazione dei brani in studio.
Ho avuto la conferma di una gran dama, originale e mai scontata, che nell'atmosfera sempre un pò goliardica dello spettacolo di Chiambretti, il quale tende sempre ha giocare sulle "stravaganze" degli ospiti: pur in quell'aria di placida distanza in cui la Merini sembrava sempre, le risposte argute, dolci, ma anche affilate come rasoi, seppero ben presto guadagnarle il rispetto e l'ammirazione verso chi ha tanto sofferto e questo bagaglio di dolore se l'è sempre portato dietro orgoglisamente come esperienza di vita, prima che come fonte d'arte.
Alda Merini, lei davvero merita di stare nel Famedio di Milano, è un peccato che la proposta per il Nobel sia arrivata da un collegio straniero..
Caro Antonio, Alda Merini ci mancherà moltissimo...rimangono le sue parole, scolpite nel cuore. Il Nobel, purtroppo, non è arrivato, ma attestazioni di affetto e stima tantissime, anche in queste ultime ore in cui ci salutava. Una donna come lei, dalla mente raffinatissima e l'animo grande, proprio "una gran dama" come dici tu, avrà saputo riderne e goderne! Evviva sempre Alda Merini!
a presto, un abbraccio.
complimenti per questi tuoi post sulle donne!li ho letti molto volentieri,........nelle frasi dei poeti trovo spesso ispirazioni per i miei lavori........da poco sono entrata anche nel mondo del vino......sempre in modo artistico!ciao,mauri
Ciao Mauri e benvenuta! Ti ringrazio tanto...mi fa proprio piacere che i lettori "Dei modi più eleganti" siano anche artisti.
Alla prossima dama, dunque!
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