mercoledì 9 dicembre 2009
Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Mina, lo stile vintage
Un camaleonte. Di stile.
E' Mina, a cui è dedicato questo mercoledì Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi.
Chi di noi non ha almeno una canzone di Mina nella colonna sonora della propria vita...inflessioni vocali particolarissime, una voce così potente da lasciare senza fiato chi la ascolta, virtuosismi irripetibili, soni gli stessi di quando debuttò alla Bussola di Pietramarina. Da Baby Gate - che canta in inglese secondo la moda degli "urlatori" degli anni Cinquanta - diventa Mina in pochi mesi, ovverosia la "Tigre di Cremona", come la definì l'amica scrittrice Natalia Aspesi. Tintarella di luna la consacra definitivamente star della canzone italiana.
Uno stile irripetibile, che in tanti hanno tentato di riproporre. Con un gusto vintage, da buona vendemmia che rende un'eccellente annata di vino.
Girovagando in internet, ho trovato questo interessante studio, che invito a leggere integralmente, presentato al convegno AISS "Mutazioni sonore. Sociosemiotica delle pratiche musicali contemporanee" - DAMS Imperia, 29 settembre-1 ottobre 2006 - da Patrizia Calefato: “Due notine d'argento”: Mina, la moda, la musica e la televisione italiana dei ‘60.
In questa digressione, tra le altre cose, si evidenziano i tentativi, che negli anni si sono avvicendati, di riportare in auge - se mai ce ne fosse bisogno - lo stile unico di Mina, con un piacere della citazione che ci arriva immediato. Mina resta irriproducibile, ma risentirla sottotraccia nelle voci di tanti artisti che le portano costantemente omaggi ce la rende più vicina, dopo che ha salutato una volta per tutte i riflettori e che possiamo rivederla solo in schegge.
Anche nella moda Mina ha segnato uno spartiacque. Capelli corti con la riga al lato e le basette, abito lungo scuro con scollatura a V profonda e spalle nude, scarpe col tacco alto e massiccio. Questa la Mina che è passata alla storia.
"Possiamo parlare di uno “stile Mina” caratterizzato da due tensioni opposte: da un lato Mina è nei 60 una figura esteticamente in mutazione costante, del peso, della pettinatura, del colore dei capelli, del look; dall’altro lato, però, esiste in lei un’unità forte stilistica permanente nel tempo che ha come suoi elementi caratterizzanti innanzi tutto la voce e le sue modulazioni, poi il trucco – con la scelta a un certo punto di depilare completamente le sopracciglia –, infine la gestualità, quella gestualità consapevole del sabato sera, raffinata e solo apparentemente goffa, sexy e familiare allo stesso tempo. Nel volto, volta a volta più tondo o scavato a seconda delle diete e delle gravidanze, il naso la identifica e lei lo porta con grande orgoglio, come pure i due nei nella parte bassa della guancia destra. Il trucco è pesantissimo, in alcune fasi eccessivo. E’ probabilmente questa una delle ragioni per cui Mina è da tempo un’icona gay".
Ma negli anni è mutata continuamente. Sempre originale, comunque charmante. Abiti a palloncino, minigonne, abiti-sirena, ogni modello le dona. Perché portato con una personalità fortissima, il suo modo di essere. E anche oggi che non è più longilinea come in quegli anni ruggenti, Mina conserva il suo indiscutibile fascino: lunga treccia di capelli rossi, pelle levigata e lunare, gli occhi bistrati e velati da lenti fumées. E le sue canzoni...indimenticabili.
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4 commenti:
Cara Silvia, in attesa, se riesco a trovarlo, di un cavaliere degno di lei, non ti sembra, Mina,l'incarnazione di un quadro di una tua dama precedente, la De Lempicka?
E' vero, Antonio! che occhio! ;-)))
Grazie, merito della maestra...
arrossisco! ;-D
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