mercoledì 14 settembre 2011

“QUATTRO AMICHE DI GIUSTA ANNATA” di Caterina Gherardini vince il premio "Il vino dell'amicizia" nel concorso letterario di Villa Petriolo 2011!





Grazie alla collaborazione con il Circondario Empolese Valdelsa ed al sostegno dell’Istituto Superiore Statale Federigo Enriques di Castelfiorentino, il concorso letterario Villa Petriolo edizione 2011 “Wine on the road” prevede una sezione speciale, riservata agli studenti dell’Istituto Superiore Statale Enriques dal titolo “Il vino dell’amicizia”, dedicata a tutte le opere aventi come oggetto i valori della convivialità, dell’ accoglienza, del piacere di stare insieme con semplicità e franchezza. Un omaggio alla cultura del bere bene bere sano anche tra le generazioni più giovani.

Vince il premio PREMIO SEZIONE SPECIALE “IL VINO DELL’AMICIZIA” Caterina Gherardini, nata a Firenze nel 1993 e residente a Montelupo F.no. Caterina ha frequentato l’Istituto F. Enriques di Castelfiorentino, conseguendo la qualifica di operatrice nei servizi di segreteria e ricevimento.
Saremo lieti di premiare Caterina, durante la cerimonia del 2 ottobre a Villa Petriolo, con un buono per l’acquisto di libri.


Racconto “QUATTRO AMICHE DI GIUSTA ANNATA” di Caterina Gherardini

Erano le 2 e 30 del pomeriggio e delle altre neppure l’ombra, avevamo fissato alle 2 ma loro non sono mai puntuali. Finalmente arrivarono, riconobbi il rumore del motore di Bianca, dietro di lei c’era Carolina e sull’altro motore c’era Francesca, come al solito si erano portate dietro troppe cose, ma ormai non ci facevo più caso, ero troppo abituata a vederle piene di borse per stare via anche solo 3 giorni. Carolina come al solito cominciò a sbraitare come se fosse il primo viaggio che faceva insieme a noi, in effetti era il primo viaggio che facevamo tutte insieme con le moto, erano state il regalo che avevamo chiesto per la laurea, e prima di partire avevano dovuto aspettarmi per un anno perché a differenza loro io non ero stata molto assidua negli studi.
La prima cosa che mi saltò all’occhio quando vidi Francesca erano le 4 bottiglie di vino che le uscivano dalla borsa «Francy ma quanto vino ti sei portata dietro?»
« un po’» disse lei «avevo paura che una sola bottiglia non mi bastasse! E poi non ti sei accorta che vino è?» Le aprii la borsa e lessi l’etichetta, era scritta a mano e la scrittura era di Bianca “Vino maledetto della coop” in quel momento non mi venne in mente nulla poi Carolina cominciò a ridere, di nuovo, odiavo la sua risata grassa e rumorosa, ma mi fece venire in mente il vino: un Chianti Classico del 2009.
Francesca diceva che era un’ ottima annata solo perché gli dava una “botta assurda”. Mi misi a ridere insieme a loro perché mi resi conto della faccia che avevo fatto e poi Bianca disse «Su via! Sarà anche il caso di partire altrimenti non arriviamo più!». Ci mettemmo i caschi, il vino ben custodito da Francesca, e accendemmo i motori.
La strada da fare non era lunghissima ma noi avevamo deciso che invece di farla in tre ore ce ne avremmo messe un po’ di più, decidemmo di non passare per autostrade e di goderci il panorama, volevamo fare un viaggio “on de road” come in America, ma sapevamo che non era possibile perché di americano qua c’è ben poco, in compenso avevamo le nostre bellissime colline toscane che si espandevano fino a toccare l’orizzonte.
Passammo per le colline del Chianti e la vista dei vigneti mi fece venire voglia di bere; era già un’ora e mezzo che viaggiavamo e Bianca mi si accostò e mi disse «Sarà il caso di fermarci e fare uno spuntino?» annuii con la testa e al primo piazzale ci fermammo.
Mi sgranchii le gambe, mi tolsi il casco e sentii un “top”. Mi voltai, Carolina aveva stappato la bottiglia, ne versò un po’ in bicchieri di plastica e facemmo il primo brindisi della vacanza. Erano solo le 5 e 30 e noi già stavamo bevendo, come quando eravamo adolescenti, non ci importava che ora fosse, in vacanza era obbligatorio bere quando ne avevamo voglia. Ci sedemmo per terra tra l’erba e ammirammo il panorama.
I campi sterminati mi facevano venire voglia di correre lontano, così mi alzai, posai il bicchiere per terra, mi voltai verso Francesca e le dissi « Rotoliamo giù per la collina?» Lei non ci pensò due volte, lasciò cadere il bicchiere a terra, sporcando la coperta che avevamo disteso, scrollò le spalle, mi spinse giù di sotto e mi seguì urlando « Andiamo bimbe, rotolate anche voi!»
Finalmente mi fermai, sentivo il vino che mi ballava nello stomaco e cominciai a ridere, dopo 10 secondi si fermò anche Francesca, era tutta scompigliata piena di erba tra i capelli e stava urlando come una pazza perché si era fermata sopra dell’ortica. Avevo appena smesso di ridere quando mi sentii investire da una specie di elefante, era Carolina che aveva deciso di buttarsi, mi fece malissimo, ci azzuffammo un po’ sull’erba e poi riprendemmo a ridere, di Bianca neanche l’ombra. Dopo qualche secondo la vedemmo arrivare piano piano con la bottiglia in mano, si sedette con noi, diede un sorso e poi ce ne offrì un po’.
Era passata un' ora e dovevamo rimetterci in viaggio, per fortuna Carolina non guidava, stava malissimo, rideva da almeno mezz’ora e non c’era verso di farla smettere. Si sedette dietro di me perché Bianca aveva già un sacco di borse, non ci sembrava il caso di darle anche la “gonfia”, come la chiamavamo noi.
Continuammo il viaggio e arrivammo sulla costa, il sole stava cominciando a calare, guardai il mare e mi venne voglia di fare un bagno, aprii la visiera del casco e urlai «Caro ci fermiamo a fare due tuffi?» Non credo che avesse capito, ma rispose di si, misi la freccia e mi accostai, parcheggiammo i motori, e ci cambiammo veloci dietro a dei cespugli.
L’odore del mare mi piaceva un sacco, mi faceva sentire veramente in vacanza. Mentre le altre correvano sulla spiaggia, mi venne in mente il vino. Aprii la borsa di Francesca e presi una bottiglia, solo 3 ore di viaggio e mancava già una bottiglia, la stappai e ne bevvi un po’. Bianca mi vide e cominciò a offendermi perché non le avevo detto niente, così arrivò tutta bagnata, me la strappò di mano e disse «Maledetta! te la volevi scolare tutta te! Vai a fare il bagno adesso, questa è mia!» Le risi nel viso e dissi mentre mi avvicinavo al mare «Sei troppo piccola per tutto questo vino! Non lo finire perché se ti sbronzi poi è troppo facile affogarti!» mi guardò con aria di sfida, prese un sorso, mise la bottiglia in terra e mi seguì.
Mi tuffai con le altre e cominciammo a schizzarci e affogarci a vicenda, dopo qualche minuto eravamo già stanche, ci mettemmo a riva e continuammo a bere quel “Vino maledetto della coop”.
Cominciammo a parlare e Carolina disse che sarebbe rimasta volentieri a dormire sulla spiaggia, accettammo l’idea anche perché avevamo stappato anche la terza bottiglia e nessuno era in grado di guidare. Accendemmo un falò e bevemmo e parlammo per tutta la notte, i ricordi delle nostre cavolate da ragazze riaffioravano come non mai, passavamo da un ricordo ad un altro ridendo come delle sceme.
«L’avevo detto io che era di ottima annata!» urlò Francesca mentre stavamo ridendo ancora per quello che aveva farfugliato Carolina cinque secondi prima.
Ci addormentammo tutte contemporaneamente, il vino era finito, avevo la testa che girava e pensai che le mie amiche e quel maledetto vino erano la cosa migliore che avevo in quel momento.

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