mercoledì 21 gennaio 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Coco Chanel, l'insostituibile




Come ogni mercoledì, appuntamento su DiVINando con ...Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi!

Per essere insostituibili bisogna essere diversi, amava dire Gabrielle Bonheur Chanel, meglio conosciuta come Coco Chanel, icona insuperata di stile ed eleganza. Nonché la donna più ragionevole del mondo, a detta di Pablo Picasso.



Anche Jean Cocteau la racconta: “Se mademoiselle Chanel ha regnato sulla moda non è perché ha tagliato i capelli alle donne, ha mescolato lana e seta, ha messo le perle sui golfini, ha evitato etichette poetiche sui suoi profumi, ha abbassato e alzato il punto vita e ha obbligato le donne a seguire le sue direttive; ma è perché - al di fuori di questa gentile e decisa dittatura - non c' è niente della sua epoca che abbia mancato». Nonostante la partenza difficile – era nata da una famiglia di venditori ambulanti in miseria, orfana a dodici anni, allevata severamente dalle suore in un convento di Corrèze - la giovane Gabrielle Chanel è riuscita a diventare amica e mecenate dell’avanguardia artistica e culturale di Parigi, frequentando molti dei grandi della sua epoca. E questo grazie al suo carattere, il coraggio, l’inventiva, che le hanno permesso di ricoprire il ruolo di protagonista della storia e del costume del Novecento a tutti gli effetti. Nata nel 1883, nel 2008 si sono ricordati i 125 anni dalla nascita con una moneta encomiastica, che il direttore della maison Karl Lagerfeld ha voluto raffigurasse da un lato il profilo della stilista e dall’altro un grande 5, come il profumo evergreen creato nel 1913: il peso della moneta in oro è di 5 once, prodotte in due versioni, oro e argento. Uno dei tanti omaggi che si continuano a tributare a Chanel, sulla quale sono stati scritti libri, girati film, dedicati infiniti articoli.

A me piace ricordarla con uno dei suo simboli più conosciuti, ed imitati. Non le perle o le mitiche C incrociate, ma la camelia. Fiore particolare, importato da G. J. Camel a partire dalla seconda metà del 1700 dalla Cina e dal Giappone, dove le varietà sono moltissime, raggiunse grande popolarità con il romanzo di Dumas "La signora delle camelie". Da quel momento, il fiore della camelia si cominciò ad appuntarlo su scollature ed orli degli abiti delle signore. Madame Chanel ha insegnato alle donne a portarla sui suoi tailleurs, vera o falsa, di stoffa o pietre preziose. Non sarà un caso che la camelia nel linguaggio dei fiori stia a significare la perfetta bellezza e superiorità non esibita; simbolo di costanza in amore e di grazia, si regala, bianca, in segno di stima.

Una donna volitiva, Coco Chanel. Henry Gidel, autore della sua biografia, narra i suoi amori, le sue battaglie nel mondo della moda, le gioie ed i dolori. Fra i suoi amori figurano un nipote dello zar, il granduca Dmitrij Romanov, un cugino del re d’Inghilterra,il duca di Westminster, un poeta surrealista,Pierre Reverdy. Celeberrima la passione per Igor Stravinsky: iniziò nell' estate del 1920, quando Coco Chanel invitò il compositore della Sagra della Primavera a trascorrere del tempo nella sua villa fuori Parigi. Stravinsky era fuggito dalla Russia rivoluzionaria ed era in difficoltà. Con lui, la moglie malata, i quattro figli, la pianola, il gatto e una serie di pappagalli parlanti. Madamoiselle Coco, “l' orfanella i cui vestitini neri si ispiravano alle divise della sua infanzia dalle suore, non poteva farsi sfuggire Stravinski, l' uomo che parlava in musica anche della guerra”. Coco aveva assistito nel 1913 alla tumultuosa prima della Sagra della Primavera con i Ballets russes di Diaghilev al Théâtre des Champs-Elysées. Ne era rimasta incantata.


Le Sacre du Printemps
, Pina Bausch Wuppertal Dance Theater



Dopo aver chiuso la casa di moda, quando era all’apice del successo allo scoppio della seconda guerra mondiale, Madame Chanel torna ad affrontare la scena a 71 anni, senza temere i critici impietosi delle riviste di moda, ormai innamorati di Dior, e le beffe di chi la credeva finita. Invece, torna a trionfare, in America e nuovamente in Europa.

È stata spesso sola, ha perso molte delle persone che amava, le è stata preclusa la gioia di un figlio. Ma fino all’ultimo non ha smesso di combattere, regale e generosa, impetuosa e collerica.

Alcune delle sue perle che amo di più: “La volgarità è la più brutta parola della nostra lingua. Rimango in gioco per combatterla; L'eleganza non consiste nell'indossare un vestito nuovo; La moda è fatta per diventare fuori moda; La moda passa, lo stile resta; La moda riflette sempre i tempi in cui vive, anche se, quando i tempi sono banali, preferiamo dimenticarlo; La natura ti dà la faccia che hai a vent'anni; è compito tuo meritarti quella che avrai a cinquant'anni; Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto; Se sei nato senz'ali, non fare mai nulla per impedire loro di crescere”.

“Vedi, così si muore”. Queste le ultime parole pronunciate in punto di morte, rivolgendosi alla cameriera.


Coco Chanel parle de l'élégance

4 commenti:

Antonio ha detto...

Cara Silvia,
che ne dici, come vita parallela, di associarle Lord Byron?
Ugualmente fu ricercato, desiderato, imitato da tutti, avendo trasformato la sua vita stessa in poesia vitale..
E il suo buon gusto (sennò come avrebbe potuto amare la nostra bella Italia?) modellò i costumi e perino le idee...

Difficile est proprie communia dicere

Questa è la frase di Orazio che scelse per la dedica del Don Giovanni..

silvia ha detto...

Un meraviglioso binomio...coppia charmantissima...di outsiders!
Un pò di sano campanilismo: Lord Byaron ha soggiornato anche a Pisa, dove il suo amico Shelley aveva preso in affitto Palazzo Lanfranchi sul Lungarno Mediceo. Senti che scrive: "Abito in un famoso vecchio palazzo feudale sull'Arno, abbastanza grande da contenere una guarnigione, con prigioni sotterranee e celle nei muri e così pieno di fantasmi che perfino l'istruito Fletcher, il mio maggiordomo, ha chiesto il permesso di cambiare stanza, ... La casa appartenne alla famiglia Lanfranchi, (la stessa citata da Ugolino nel suo sogno, come suo persecutore insieme a Sismondi) ... La scalinata (...) si dice sia stata costruita da Michelangelo".

Guarderò Palazzo Lanfranchi con altri occhi...


Un abbraccio, buona serata antonio.

Antonio ha detto...

Ti immagini, una sera a cena con Byron, Keats e il loro amico Keats...Che compagnia!!

Magari, davanti a una bella bottiglia di Imbrunire. Credo che ne avrebbero apprezzato il nome e poi onorato il contenuto..
Se penso che, più o meno miei coetanei, hanno scritto così tanto e così bene in così poco..
Ti ricordi, quando si diceva che la bellezza e l'arte sembrano divampare fino a consumare questi personaggi?

Dimenticavo: a cena, ovviamente, anche Coco...Se permetti, stappo io

silvia ha detto...

Eh, L'Imbrunire credo potrebbe essere adatto...ha una storia da raccontare.
Tu saresti un sommelier d'eccezione...un bell'eloquio e tanta curiosità. Tornerebbero, compresa mademoiselle!