mercoledì 23 settembre 2009

Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi. Sandra Salerno, donna E' cibo



Gli uomini sono quello che mangiano, dice Feuerbach. E le donne?


"Le donne sono state per secoli soprattutto quello che NON mangiano, sono state oggetto di tentato disciplinamento alimentare, sono state confinate in cucina e imbrigliate da una rete di limitazioni che ha impedito loro carriere di alte cuciniere e almeno in parte sottratto il piacere ricavabile da cibi e bevande: il vino, ad esempio, è stato vietato per secoli alle donne. Lo avranno bevuto, ma non pubblicamente". (da Il cibo e le donne nella cultura e nella storia, a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli e Lucia Re, CLUEB Edizioni, Bologna 2005)

Indotte alla misura, alla contenzione, tante donne, sin dal Medioevo, di cibo ne hanno scritto, più che averne diretta conoscenza, più che averlo manipolato, men che meno assaggiato con gusto. Il caso di Ildegarda di Bingen, monaca benedettina e mistica tedesca del XII secolo, o quello di Trotula de Ruggiero, parlano chiaro: trattati scientifici, libelli sulla salute da conservare, bellezza da mantenere, corpi da risanare, più che sul piacere di assorbirlo questo cibo.

Questo mercoledì Dei modi più eleganti di scendere dai tacchi mi è particolarmente gradito per presentare a tutti gli amici di DiVINando l'amica e foodblogger Sandra Salerno. Donna speciale, autrice di speciali ricette.



Fin dal Cantico dei Cantici l'analogia tra donna e cibo è motivo dominante nella cultura occidentale: il corpo femminile ci è raccontato come frutto da gustare, fonte di godimento e piacere sensuale, proprio come i cibi più appetitosi; ma la donna è anche nutrimento per l'amato e nutrice, allattatrice, del figlio. Dunque, la donna è, eminentemente, cibo.

E Sandra lo è particolarmente, ai miei occhi. Perché ne scrive, sì, fissa le pietanze in bellissime fotografie, ma soprattutto prepara il cibo con le sue mani, si accerta della bontà di matrimoni tra gli ingredienti attraverso il suo personale gusto. Sul suo diario virtuale, tutti i segreti - chissà se proprio tutti...come i grandi cucinieri di ogni tempo, si riserverà per sé qualche chicca anche Sandra! - di una technè che è arte, per quel tocco personale, d'inventiva sempre originale, e spiritosa, che ci mette. Una capacità "magica" di interpretare e trasformare il rituale di preparazione del cibo in operazioni alchimistiche quotidiane, che poi regala agli altri attraverso la diffusione delle sue ricette, i corsi di cucina, le consulenze enogastronomiche, le iniziative di "Un tocco di zenzero" a domicilio.



“Le mie ricette – racconta Sandra, torinese doc - nascono dal mix della tradizione piemontese con quella provenzale e dell’Europa mediterranea, dai miei viaggi e da spunti presi a prestito e rielaborati dalla cucina francese, spagnola, ma anche dalla New American Cuisine d’Oltreoceano”.

Sul suo blog Un tocco di zenzero - titolo tratto da un film culinario che mette l'acquolina in bocca solo a vederne poche scene - si trovano più di 700 ricette: dagli appetizer, alle paste fresche, dal finger food, alla piccola pasticceria, e ancora i menù delle feste, fino a quelli per celiaci e per quanti soffrono di intolleranze alimentari. Una piccola enciclopedia culinaria, dunque, da cui attingere per creare menù inediti per pranzi e cene adatti a tutte le occasioni: più formali e raffinate, oppure semplici e veloci, ma sempre gourmandes.



Per me ed il mio adorato Rosae MnemoSis Sandra ha creato una gustosa terrina di coniglio. Ci siamo incontrate sul web, attraverso racconti di cibo e vino. Dal virtuale alla tavola imbandita il passo è breve. Scrivere quasi quotidianamente di piaceri della gola invita a praticare, e, viceversa, assaporare incoraggia la conversazione, lo scambio narrativo, speciale arte nella quale da sempre le donne dimostrano vasti saperi. Si pensi a Sherazade o alle Sirene di Omero, che non solo cantano, ma raccontano tutto il poema. Ne è nato, nel 2007, “Un Rosae per te…ricette speciali di donne speciali”: in uno slancio creativo, ben otto food bloggers si sono impegnati nel’ideare e realizzare altrettanti squisiti abbinamenti per il Sangiovese in purezza di Villa Petriolo, ricettario diffuso on line che sarà presentato in occasione di DeGustiBooks 2009. Tra i generosi contributi, anche quello di Sandra: la ricetta la si può leggere da qui e, per chi sarà a Firenze il 16 ottobre - ore 19.30 presso il padiglione Spadolini della Fortezza da Basso, area food - pure assaggiare, imparando come realizzarla!

Ad ingolosire i palati di quanti interverranno all’incontro di Firenze, la preparazione dal vivo, e relativa degustazione guidata, della ghiotta terrina di coniglio, ricetta che si sposa perfettamente ad un calice di Rosae, realizzata con prodotti buoni, puliti e giusti, secondo la filosofia slow food che Sandra promuove da tempo anche sul suo blog.



Personalmente affiancherò la performance culinaria di Sandra con note di degustazione del Rosae, Chianti morbido ed elegante, che nei sentori di ciliegie e fiori di campo evoca il ricordo della fiaba delle due rose sorelle raccontata dalla nonna a me e mia sorella Simona durante la nostra infanzia trascorsa a Cerreto Guidi.



Dunque, per conoscere e nutrirsi di alimenti speciali che andranno a saziare lo spirito, e non solo il palato, appuntamento a DeGustiBooks il 16 ottobre alle ore 19.30. La maga delle spezie e la signora delle vigne vi aspettano con piacere per una saporita divagazione enogastromica, tra memorie d’infanzia, letteratura, consigli per la seduzione…ascoltando ciò che si sta per gustare!

Vi aspettiamo in tanti!



Prenotazioni degustazione “Un Rosae per te…” presso area Spadolini P1/spazio food – Fortezza da Basso, Firenze: www.degustibooks.it – e-mail: mail@degustibooks.it

2 commenti:

Antonio ha detto...

Cara Silvia,
ognuno ha i propri "eroi" di una vita, che ci si porta sempre dietro in qualche cassetto nascosto della memoria, anzi, dei sogni, e che quindi, in qualche modo, plasmano il nostro modo d'essere. Magari solo per desiderio d'essere..
Il mio, tra altri, è stato Heinrich Schliemann. Mestiere? Direi cacciatore di sogni..
Ed è questo che ti propongo, come cavalier servente della tua dama.
Perchè la tua dama è un po' come te ( a parte la contiguità di settori) e come lui, vivr fino in fondo il suo sogno. Perchè la tua dama ha fatto mille lavori e poi ha spiccato il volo, pericoloso ma libero, per ciò che sentiva come la propria missione. E se è già difficile riconoscerla, spesso, questa missione, è altreattanto spesso quasi temerario perseguirla..

Schliemann capì fin da piccolo la sua: provare l'esistenza di Troia. E trovarla.
Suo padre (fantastico!) usava raccontare al figlioletto le vicende epiche e drammatiche dell'Iliade, e il bimbo restava affascinato da quello scintillio di eroicità, coraggio, valore, bellezza, fedeltà, lealtà e persino miserie... Certo come tutti avrebbero fatto un giorno avrà chiesto: papà, ma dove si trova questo posto straordinario, con mura così possenti che nemmeno gli eroi più eroi della storia riuscivano a superarle. Dove si trova la tomba di Ettore, che tanto aveva fatto? E le armi di Achille?
E la risposta fu che era tutto un invenzione di un grande affabulatore, il più grande poeta di tutti i tempi e forse di mai, visto che probabilmente fu anche lui un'invenzione.
Quale delusione...
No, non era possibile, non ci poteva credere, doveva povare a tutti che anche i "professoroni" sbagliavano...

Per cui, da grande, si buttò a capofitto nel commercio, girò l'Europa ammassando ricchezze e conoscenze, e studiando lingue..e leggendo Omero...
Quando ritenne di essere ricco a sufficienza, impegnò tutto nel suo sogno e tirò i dadi: acquistò i diritti di scavo vicino ai dardanelli e fidandosi solo nella sua amata Iliade, tra gli scherni cattedratici, scavò...

Ecco la piana dello Scamandro..sicurante quella è la collina della Pergamo..

E trovò.. un tesoro portentoso, oro degno di Elena e dei 100 figni di Priamo....

Lo fecero passare per ladro, per incapace per il modo poco ortodosso con cui aveva condotto gli scavi, poi ammisero la scoperta ma sottilizzarono che non era quello il livello della città omerica..

Schliemann l'avventuriero, il folle, il dilettante, il ladrone, colui che impegnò una vita per un sogno e alla fine potè dire di averlo realizzato, a dispetto, letteralmente, di tutti...
Quanti hanno potuto, potranno dire lo stesso?

silvia ha detto...

Ma che splendida accoppiata, Antonio! Io sono onorata di questa vicinanza che mi proponi e certamente anche Sandra gradirà la compagnia di questo tuo eccezionale cavalier servente!

"Un tesoro portentoso", il coraggio di inseguire i propri sogni.

Grazie Antonio per le belle cose che sempre regali a DiVINando, un abbraccio.